Quando Marco Capocasa, uno dei due autori del romanzo di cui vi parlo oggi, mi ha contattata per propormi il loro lavoro, sono rimasta subito colpita non solo dalla trama ma anche dalla presentazione accurata. Con tutta sincerità, non è così scontato trovare autori “emergenti” - o che comunque vogliono proporre i loro testi - che rispettino il blogger di turno. Sovente arrivano messaggi tutti uguali, senza neanche capire a chi la e-mail è destinata; o peggio ancora due righe di cui una con un link del libro da acquistare, e poi la richiesta di recensione. Be', con tutto il rispetto, cari autori, da me non otterrete nulla con un simile atteggiamento.
In questo caso, invece, sono subito stata attratta dalla presentazione e, anche se la fantascienza rimane un genere non proprio in linea con i miei gusti - pur avendo affrontato diversi libri sul tema - ho accettato, e a lettura conclusa penso di aver fatto proprio bene.
Prima di andare un po' in montagna nel week-end ne approfitto per aggiornare anche oggi il blog con una delle mie ultime letture. In verità nel mio “programma di lettura” per il mese di giugno, questo graphic novel non era incluso, ma mi attirava da così tanto tempo che non ho saputo resistere alla sua voce ammaliante. Dei lavori della coppia Radice-Turconi, Il Porto Proibito sembra essere quello più amato dai lettori, e dopo averlo letto posso comprenderne il motivo. Anche se, in tutta sincerità dai tre graphic novel che ho letto non ho avuto delusione alcuna. Anzi. Tornare ai loro disegni, alla bellezza delle loro tavole, e alla poesia delle parole, per me è come sempre approdare a un porto sicuro. Certa, ormai, che alla fine della lettura avrò il cuore gonfio di emozioni.
All'inizio dell'anno vi avevo parlato del primo libro di Johannes Bückler, una lettura davvero interessante ed emozionante. Dopo, Non esistono piccole storie, di recente ho recuperato anche il secondo, Non esistono piccole donne, che si concentra più nello specifico su tutte quelle storie apparentemente minori di donne che hanno lasciato una traccia importante nella Storia, ma che molto spesso sono state messe da parte, in taluni casi dimenticate, per far prevalere gli uomini.
Anche in questo caso non sono rimasta delusa, anzi adoro particolarmente la capacità di Bückler di dar voce alle donne stesse, per poi lasciare qualche riflessione finale con lo scopo di far aprire gli occhi a chi legge, davanti ai soprusi, ai torti e alle violenze subite. Ma anche alla forza, alla determinazione, e al coraggio di certe donne, che nonostante tutto hanno realizzato i propri sogni, la propria arte o, in qualche modo, hanno contribuito al progresso nella scienza.
Ebbene sì, ho già recuperato anche la lettura di giugno per il mio progetto sul Teatro di Shakespeare e vi annuncio già che mi è piaciuta tantissimo! Trattandosi di una commedia, ho riso molto, e in particolare grazie a due personaggi che entrano nel gruppo dei miei preferiti tra quelli tratteggiati dalla penna del bardo inglese: Benedetto e Beatrice. I loro continui battibecchi hanno suscitato molte delle mie risate. Mi hanno divertita, e ho trascorso delle liete ore in loro compagnia. Anche se, ovviamente, non sono i soli attori di questa Commedia Romantica che ha delle linee in comune con la tragica storia d'amore di Giulietta e Romeo.
Dopo aver amato Cassandra ho deciso di proseguire la mia conoscenza di Christa Wolf con un altro romanzo-saggio dedicato a Medea.
Ero rimasta molto affascinata da questa figura quando, lo scorso anno, ho dedicato del tempo alla lettura di due opere su di lei: la Medea di Euripide e quella di Seneca. Molto diverse, ma accomunate da uno stesso esito finale. Medea era un'infanticida, l'assassina di suo fratello, che per vendetta decide di togliere tutto a Giasone, l'uomo che l'ha tradita e messa da parte.
Come potete leggere nelle mie riflessioni delle due opere, avevo preferito la versione di Euripide, perché nonostante non giustificasse i suoi terribili atti, la rendeva molto più umana, una donna da comprendere. Eppure, dopo aver letto questo saggio di Christa Wolf, sono rimasta un po' sconvolta.