Qualche mese fa vi parlavo di un classico della letteratura italiana che ho molto amato e nelle cui pagine mi sono ritrovata: La luna e i falò, di Cesare Pavese.
Poco dopo, ho scoperto dell'esistenza di un bellissimo graphic novel che ripropone il romanzo, donando anche un omaggio a Pavese stesso, che si affaccia sulla scena tra una pagina e l'altra della storia .
Secondo me, Marco D’Aponte e Marino Magliani hanno rispettato perfettamente il romanzo, riuscendo a creare immagini vivide e colorate, che riflettono un po' tutti gli elementi narrati da Pavese: dalle verdi colline delle Langhe, ai falò e alla luna in cielo, ma anche immagini che si fanno rosse come il sangue, che riflettono la violenza insita nella trama. Ma anche il bianco e il nero per donare contrasto con gli ultimi momenti di vita dell'autore. Insomma, se avete amato il romanzo vi consiglio di recuperare anche questo adattamento!
Ci sono molti aspetti della cultura giapponese che mi affascinano: uno tra tutti è sicuramente il giardino zen. Non ho conoscenze a riguardo, quindi ne parlo da profana, ma ogni volta che osservo anche solo una foto o una riproduzione di questi giardini giapponesi, ne resto incantata. Il libro di cui vi parlo oggi, pur essendo ambientato in Malesia, profuma tantissimo di Giappone. È una lettura che mi ha tenuto compagnia alla fine del mese di novembre, e mi ha regalato tanta bellezza ma anche orrore. Sì, perché, purtroppo ogni popolo ha le sue luci e le sue ombre, e i giapponesi non sono da meno. C'è la poesia, ma anche l'orrore. La guerra e il terrorismo, ma anche la bellezza dei giardini, o di altre pratiche particolari che possono acquietare un po' l'anima.
Quanto è interessante conoscere autori o autrici di cui fino a ieri avevi sentito parlare poco o nulla? Per me, moltissimo.
Approcciandomi quest'anno alla letteratura italiana, ho voluto scoprire - complice anche il progetto #1800edintorni di Manuela di @frammenti.classici su Instagram - una scrittrice di cui non sapevo assolutamente nulla, lo ammetto: Matilde Serao. Al Salone del libro ho comprato L'ultima fata da una nuova casa editrice tutta al femminile, Rina Edizioni, e in casa avevamo un libriccino vintage con la novella Tre Donne. E così ne ho approfittato, sono letture che si leggono in un soffio, e che non mi sono dispiaciute. Sicuramente vorrei approfondirla in futuro.
È tardi, è tardi, sai?
In questi giorni sono diventata un mix di Bianconiglio che deve correre perché ha fretta e un bel Bradipo che si muove con estrema lentezza e zero voglia di fare. Non ho avuto momenti facili, ultimamente, e così mi sono fermata, concessa del tempo per riprendermi. Perché sono ormai consapevole che bisogna seguire quello che chiede il nostro corpo e anche la nostra mente. Solo che, guardando il calendario mi sono anche accorta di una cosa: tra una settimana - se tutto va bene - sarò in viaggio verso casa e quindi ho pochi giorni per recuperare tutti i libri di cui vorrei parlarvi! Perdindirindina (?)!
Ci provo, anche perché dal 20 al 30 il blog e i social - molto probabilmente - andranno in pausa. Quindi, quel che è fatto è fatto.
Sono giorni un po' difficili, non posso negarlo.
Provo tante emozioni negative che mi spingono a non aver la forza di far nulla, o quasi. Anche scrivere diventa complicato, eppure al pensiero di mettere da parte le mie passioni, mi assale ancor di più un forte senso di tristezza e delusione per me stessa. Così, ci provo. Voglio raccontarvi le mie ultime letture che, per fortuna, anche se lentamente, proseguono e almeno da questo punto di vista mi regalano belle sensazioni.
Uno dei miei obiettivi di lettura è quello di recuperare tutti i lavori di una delle mie autrici preferite: Jane Austen. Devo dire di essere a buon punto, perché mi mancano solo gli scritti giovanili - Juvenilia - e poi avrò concluso il mio viaggio nella sua splendida penna.