Poter prolungare la propria vita, forse, è qualcosa che in molti vorrebbero riuscire a ottenere, ma se questo comportasse porre fine all'esistenza fisica di un'altra persona? Sareste disposti a farlo?
La fantascienza è un forma letteraria che aiuta anche a porsi delle domande non solo sul nostro possibile futuro, ma anche su noi stessi, sulla nostra società, sui limiti umani. Ho iniziato a leggerla da pochi anni e, anche se non rientra tra i miei generi preferiti, ho deciso di accettare la proposta dell'autore, soprattutto per la curiosità che mi aveva acceso la trama.
La primavera è la mia stagione preferita.
Porta con sé un profondo senso di rinascita. Vedere la natura riaccendersi di colori, mi conforta un po', mi fa star un po' meglio, anche quando il turbinio di pensieri negativi mi fa perdere il respiro e le forze.
Il 21 marzo del 1931 a Milano nasce Alda Merini, una delle più grandi poetesse italiane, di una forza e un'intensità rare.
Non sono un'esperta di poesia e, infatti, ne leggo molto poca perché ho sempre il terrore di non riuscire a comprenderla. Di lei ho letto tempo fa il volume “Fiore di poesia”, che presenta anche diversi aforismi, ma in questi ultimi giorni ho voluto dedicarmi anche alla prosa, per tentare di conoscere un po' meglio la sua storia e attraverso le sue parole almeno un frammento della sua anima.
Ci sono libri che ti catturano sin dalla trama o anche dalla copertina. E forse, in qualche arcano modo, sai che sono le letture giuste per te, quelle che sapranno rispondere a tutto ciò che cerchi quando leggi. Uno di questi è sicuramente “Le stanze buie” di Francesca Diotallevi.
Del libro ne ho già parlato in una recensione scritta per Let's Book, ma per alcuni testi ci tengo a condividere qualche riflessione anche nel mio blog. Perché meritano, e anche perché in fondo è questo lo scopo del mio piccolo angolo virtuale: diffondere la bellezza, collezionare ricordi, farli scoprire anche a chi decide di leggermi.
E allora, se vi va, seguitemi e andiamo insieme nelle Langhe.
[12.03.2022 Teatro Colosseo, Torino]
Due anni.
Due anni che non tornavo a teatro.
Due anni che attendevo di vedere questo musical, e finalmente ce l'abbiamo fatta!
Quanto ci ha fatto perdere questo virus o rimandare? Tanto, troppo. Ancora oggi mi chiedo quando e se torneremo mai a una sorta di normalità. Guardandomi intorno vedo persone che continuano tranquillamente con la loro vita, e io mi sono spenta. Questi due lunghissimi anni e questa situazione che non è ancora conclusa mi hanno molto scossa. Anche se fortunatamente non ho avuto problemi gravi in famiglia, mi sento ancora smarrita. Mi sono chiusa ancor di più, e quello che pensavo fosse solo un breve periodo si è trascinato a lungo. Non sto qui però a spiegare quello che sento e le ragioni di un tale pensiero, perché oggi voglio solo parlare di una cosa bella: il teatro.
Ieri volevo condividere un articolo in occasione della Giornata Internazionale dei diritti della Donna, ma ammetto di non esserci riuscita perché completamente assorbita dalla lettura dell'ultimo capitolo dell'Amica Geniale. Pensandoci, però, credo che sia importante anche in questo caso non ridurre tutto a un unico giorno. Nel mio blog ho sempre parlato di donne: donne scrittrici, o vere protagoniste di romanzi e saggi, e continuerò a farlo sempre. Ho comunque contribuito a consigliare qualche titolo per lo speciale di Let's Book che vi invito a scoprire!
Tra (i pochi) aspetti positivi del bookstagram c'è la possibilità di scoprire titoli che magari ti sono sfuggiti: uno di questi è Le disobbedienti di Elisabetta Rasy, che ho trovato proprio scorrendo le pagine di lettrici che seguo. Ne sono subito rimasta attratta, perché amo molto l'arte.