Durante il Salone del Libro di Torino abbiamo pensato di introdurre una sorta di rubrica per il blog: le interviste alle case editrici!
Ne abbiamo selezionate alcune e abbiamo posto loro tre domande.
Lo scopo? Far conoscere un po' di più anche quelle piccole o medie realtà che meritano sicuramente molta più attenzione.
Oggi iniziamo con ABEditore, e lasciamo la parola ad Antonella Castello, direttore editoriale della casa editrice milanese.
Mary Shelley è una di quelle autrici che vorrei approfondire il più possibile.
Dopo aver letto e amato immensamente il suo romanzo più famoso, “Frankenstein”, ho voluto avvicinarmi ad altri testi, forse meno conosciuti, ma altrettanto interessanti. Quando la casa editrice 13Lab Milano ha dato la possibilità a diverse blogger di leggere il suo “Matilda” in anteprima, ho deciso di provarci, essendo uno di quei titoli che mi ispirava molto. Da oggi, 28 maggio, potete trovare il presente volume in libreria. Ma intanto, se volete, ve ne parlo un po' qui.
Sin da bambina ho sempre amato leggere fiabe e storie di principesse. A pensarci bene, quando a scuola mi domandarono “cosa vuoi fare da grande?” risposi: la principessa! Vivere in un bel castello, felice, senza problemi. Ma è davvero così la vita di queste donne che acquisiscono un ruolo simile? Non sempre. Nelle fiabe possono trovare l'amore, la felicità, e vivere felici e contente con il loro bel principe azzurro, ma nella realtà? Nel corso della storia si sa che le donne hanno sempre dovuto lottare per amore, per i propri sogni, per essere semplicemente se stesse in una società troppo patriarcale o anche semplicemente per la loro stessa vita. Anche quelle che riuscirono a salire sul trono potevano essere uccise, umiliate, ridotte nell'ombra. No, non tutte vissero per sempre felici e contente, ma le loro storie risuonano ancora oggi, il loro coraggio e la loro forza non sono dimenticate. Oggi, quindi, vi propongo una lettura per i più giovani, che ho trovato davvero interessante: “E non vissero per sempre felici e contente” di Antonio Caprarica, 50 (+1) ritratti di donne della storia - antica ma anche recente - lontano dall'immaginario fiabesco.
Da quando vivo a Torino i giorni più belli dell'anno, per me, sono quelli del Salone Internazionale del Libro. Li attendo con ansia ed entusiasmo, pur sapendo che ritornerò a casa fisicamente distrutta. Mai come quest'anno, poi! A due giorni dalla conclusione sono ancora focalizzata lì con i pensieri, tra l'Oval e quei padiglioni immensi, dove ho percorso km, sudato tanto per il caldo assurdo, ma anche partecipato a eventi e scambiato qualche parola con persone che hanno acquisito un vero e proprio volto ai miei occhi, non restando solo immagini su un social e parola scritta attraverso le e-mail. Ma, soprattutto, essere circondata da quel mare infinito di libri è sempre una gioia per me, un po' meno per il portafoglio!
Sono stati cinque giorni in cui ho avuto la sensazione di vivere all'interno di una sorta di bolla felice; i pensieri e i problemi della “vita reale” sembrano scomparire, e in quel momento pensi solo a guardare libri, ascoltare autori o editori che parlano di libri, o magari incontrare anche tanti appassionati di questo bellissimo virus che può far solo bene: la lettura.
Durante l'ultimo Salone del Libro, scorrendo i vari stand, ci siamo imbattuti in una realtà piccolina ma davvero interessante: lo stand di Coppola Editore. Il mio sguardo è stato subito catturato da libri di piccolissimo formato, ai quali non ho saputo resistere. Sono chiamati “I fiammiferi” e fanno parte della Biblioteca Lillipuziana. Si tengono in una mano, si possono nascondere in una tasca, così da portarli facilmente con sé un po' ovunque; ma potrebbero non essere particolarmente apprezzati da chi non sopporta il font piccolo e farebbe fatica a leggerli. Eppure, non so perché, ma mi sento attratta da questi minuscoli tesori di carta, tutti da collezionare!