Qualche anno fa sono andata a vedere un evento culturale e filosofico nel meraviglioso teatro della mia città natale: si parlava di due grandi registi, Ingmar Bergman e Federico Fellini. In verità ero lì in veste di “aspirante giornalista” per poter elaborare poi un articolo per il corso di giornalismo che stavo seguendo. Ed è così che ho scoperto, tra le altre opere, Il Settimo Sigillo. Ho sempre voluto leggere anche il libro - sceneggiatura, e finalmente sono riuscita a farlo! Dopo, naturalmente, ho ri-visto il film, apprezzandolo forse ancor di più (se volete potete trovarlo tranquillamente su youtube).
È un'opera che apre a riflessioni sulla morte e sull'esistenza di Dio. Che cosa c'è dopo la fine di questa esistenza terrena? Se un Dio esiste perché permette alla peste di portare una scia di sangue e dolore sulla Terra? Quali sono i motivi di quel fanatismo religioso che porta a fustigarsi o bruciare sul rogo ragazzine accusate ingiustamente di stregoneria? E cosa è veramente importante in questa vita? Be', questo genere di lavori a me colpiscono molto. Far pensare è quello che chiedo a ogni opera culturale, che sia un libro, un film, un racconto teatrale o musicale.
Non avevo ancora mai letto nulla di Alexandre Dumas (padre), anche se i suoi libri più famosi hanno esercitato sempre una fortissima attrazione su di me. Quando Paolo Baldassarre, della casa editrice Roberto Nicolucci mi ha proposto una collaborazione ho subito colto l'opportunità per poter conoscere la scrittura di un autore tanto amato da moltissimi lettori, partendo però da un titolo forse meno noto: Cagliostro.
Si tratta del primo volume del Ciclo di Maria Antonietta e della Rivoluzione che consta di cinque titoli. Il secondo, La collana della Regina è uscito da poche settimane e spero di poterlo recuperare al più presto!
Posso già dire di essere rimasta anch'io ammaliata dalla sua scrittura, dall'abilità di coinvolgere totalmente il lettore in una trama ricca di dialoghi che scorre rapida, tanto che non ti accorgi di aver concluso le più di settecento pagine in pochissimi giorni (io ci ho messo circa una settimana per quanto ero presa!). Insomma, Dumas ha già conquistato anche me.
Non sono stata una bambina che ha iniziato a leggere presto, a divorare libri con passione. Sì, ci sono stati intorno a me da piccina soprattutto fiabe, ma anche racconti che la nostra maestra ci faceva conoscere a scuola. Ricordo, in particolare, quei pomeriggi in cui leggevamo insieme una storia di bambini mutati in animali e il tentativo di scrivere un nostro possibile seguito. Ah, la prima scintilla di scrittura che poi si è riaccesa in età adulta! Ma, sfortunatamente non posso narrare di storie in cui i libri mi hanno legato alla mia famiglia. In casa, leggeva solo mia sorella maggiore, è stata lei a iniziare a riempire la libreria, e poi sono arrivata io. Sono stati rari i momenti in cui vedevo un libro sui comodini dei miei genitori, ma quando accadeva o quando tuttora accade provavo e provo ancora un dolce sentimento nel cuore. Quando sento altri raccontare dell'amore per la lettura che è stato loro trasmesso da nonni e nonne o dai propri genitori, provo una leggera punta d'invidia. Avrei voluto anche io sentirmi legata a loro da un rapporto simile. Essere maggiormente compresa quando questo meraviglioso virus si è espanso dentro di me portandomi a divenire una “lettrice forte”, anziché invitata a leggere di meno - per non rovinarmi gli occhi - o a spegnere la luce perché è tardi e si deve dormire. Sia chiaro, nonostante gli alti e i bassi, e soprattutto ora che sono distante, voglio un gran bene alla mia famiglia, ma sì, non posso negare che avrei tanto voluto un legame simile. Ho provato a riversare questa passione, nel mio piccolo, verso la mia nipotina - che ha la fortuna di avere due grandi lettori come genitori -. E se un giorno dovessi avere figli miei - anche se lo ritengo molto improbabile - mi piacerebbe molto trasmettere la bellezza della lettura e della condivisione con loro.
Tutta questa premessa per cosa? Perché vorrei consigliarvi un libro che mi ha regalato delle bellissime ore. Una storia personale, familiare, ma anche un bellissimo omaggio alla lettura, a quei piccoli amici apparentemente silenziosi ma che, in realtà, sanno parlare moltissimo se sai ascoltarli.
Oggi provo a scrivere le mie riflessioni su Non avere paura dei libri, di Christian Mascheroni, pubblicato da Hacca Edizioni.
Lettura di Gennaio 2023 per il mio progetto #aTeatroconShakespeare.
Tradizionalmente, La Tempesta è considerata l'ultima opera scritta da William Shakespeare. I testi seguenti, infatti, furono un lavoro in collaborazione con John Fletcher. Fu portata in scena, per la prima volta, a corte nel 1611 e qualche tempo dopo il Bardo tornò a Stratford-upon-Avon, sua città natale, dove morì nel 1616. Forse è anche per questo che, in seguito, in molti videro un riflesso di Shakespeare nel suo Prospero: così come, alla fine, Prospero rinuncia alla sua magia chiedendo un ultimo incantesimo da parte del pubblico, un applauso, così anche Mastro Will lascerà di lì a poco il teatro. Ma questa ovviamente è solo una delle tante riflessioni su questo personaggio su cui, ancora oggi, restano numerosi misteri.
Ebbene sì, l'opera che ho letto - o meglio riassaporato con nuovo entusiasmo - a gennaio è proprio questa: La Tempesta, il penultimo testo presente nei cosiddetti Drammi Romanzeschi. Una delle mie preferite in assoluto.
Leggere i classici della letteratura per l'infanzia è un modo per coccolarsi anche un po'. È quel genere di lettura di cui anche un adulto, qualche volta, ha bisogno. Della collana di classici illustrati Rizzoli diretta da Benjamin Lacombe vi ho parlato più volte, e oggi voglio proporvi un altro titolo che ho scoperto per caso, grazie ad altre letture, che ho trovato una deliziosa e tenera coccola letteraria, focalizzata sull'amicizia. Sto parlando di “Il vento tra i salici” di Kenneth Grahame, con le meravigliose illustrazioni di Thibault Prugne.
Io non conoscevo questo testo, lo ammetto. Come dicevo, l'ho trovato tra le pagine di un'altra lettura che conservo ancora nel cuore come un tenero ricordo: “Buonanotte signor Tom”, di Michelle Magorian. Ma, poi, l'ho ritrovato anche in un libro che ho concluso pochi giorni fa: “Non avere paura dei libri” di Christian Mascheroni, di cui scriverò qualche riflessione nei prossimi giorni. E quindi ho deciso di sprofondare tra queste pagine, conoscendo così dei personaggi particolari, che grazie alla loro grande amicizia mi hanno donato qualche ora lieta e spensierata.