Nel 1816 a Villa Diodati, in una notte di quello che sarà conosciuto come l'anno senza estate, un gruppo di intellettuali e amici si riuniva in salotto a leggere storie di fantasmi. I loro nomi? Lord Byron, Mary e Percy Shelley, John William Polidori, insieme alla giovane Claire Clairmont. La lettura di quelle pagine gotiche risvegliò in loro una sorta di sfida: scrivere storie terrificanti, ed è proprio grazie a quell'esperienza che dalla mente di Mary Shelley e da quella di Polidori, vennero alla luce due libri fondamentali per il genere letterario in esame, Frankenstein e Il Vampiro.
Il libro in questione era Fantasmagoriana (ou recueil d'histoires d'apparitions de spectres, revenans, fantômes, etc., traduit de l'allemand par un amateur), un'antologia di otto racconti tedeschi di genere gotico, tradotti in francese dal geografo Jean-Baptiste Benoît Eyriès.
Cinque di queste storie erano tratte dai primi due volumi dell'antologia Gespensterbuch (1811) curata da Johann August Apel e Friedrich Laun, pseudonimo di Friedrich August Schulze.
Sicuramente c'è un titolo che spicca tra gli altri, e che oggi conosciamo soprattutto grazie all'arte del regista e genio creativo Tim Burton: La sposa cadavere.
Ma, attenzione! La narrazione di Schulze è differente dal film ma... a me è riuscita ugualmente a conquistare!
Avevo visto questo graphic novel tempo fa e me ne sono subito innamorata, almeno per la copertina e quelle poche tavole che avevo notato. Ci ho pensato spesso e avendolo trovato in biblioteca non ho più saputo resistere: dovevo leggerlo! Anche se non amo molto i libri che si soffermano solo sulle storie d'amore - pur essendo un elemento che a mio parere se ben trattato può donare quel qualcosa in più a un romanzo o fumetto - il mio animo romantico mi aveva portato a immaginare una splendida storia di quelle che toccano il cuore e perché no, fanno anche commuovere.
Ora, la storia d'amore non manca, ma devo ammettere che ci sono stati anche aspetti che mi hanno fatto provare un po' di fastidio, per questo non l'ho apprezzato del tutto. E vi giuro, che avrei voluto amarlo totalmente. Però, come dico sempre, ogni libro, film o serie tv, ogni opera d'arte o brano musicale, possono suscitare in noi emozioni contrastanti, proprio sulla base delle nostre esperienze e principi in cui crediamo fermamente, e il nostro personalissimo punto di vista.
Però una cosa la posso dire, i disegni di Jordi Lafebre sono meravigliosi. Vale la pena leggere questa sua opera anche solo per questo. Oggi, quindi vi racconto la storia di Zeno e Ana, che possiamo trovare tra le pagine di Nonostante tutto.
Quest'anno ho deciso di riprendere il mio progetto sulla letteratura italiana di ieri e di oggi, ampliandolo con due titoli al mese: uno scrittore e una scrittrice. Il mio è un modo per riuscire a leggere diversi libri che attendono da tempo nelle nostre librerie e ho capito che solo così riesco a trovare la motivazione giusta per farlo!
Ho iniziato questa nuova edizione di #UnaValigiadItalia con il libro Il cielo cade, di Lorenza Mazzetti, pubblicato da Sellerio Editore. Una storia che mette in luce, dal punto di vista di una bambina - che in fondo è l'autrice stessa -, l'Italia negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale.
Di violenza sulle donne si continua purtroppo a parlare ancora oggi. Sono tantissimi i casi e, chissà, forse non li conosceremo mai veramente tutti.
Il libro di cui voglio scrivere oggi è Destini in discesa, di Mariaflora Sartor, pubblicato da Golem Edizioni. Una lettura che mi ha molto scossa dentro, e che affronta temi come la violenza e l'alcolismo, ma soprattutto una riflessione su quanto i rapporti malati tra genitori possano andare a colpire profondamente proprio le piccole persone che dovrebbero amare e proteggere: i figli.
Tra le autrici italiane della narrativa contemporanea c'è una penna che si è incastrata con molta facilità nel mio cuore di lettrice: quella di Martina Tozzi. Di lei ho già scritto, consigliandovi la sua biografia romanzata su Mary Shelley (Il Nido Segreto), e il romanzo storico che riprende la storia vera delle ultime donne arse sul rogo con l'accusa di stregoneria in Francia (L'ultima strega). Quando ha svelato di aver scritto un'altra biografia romanzata sulla famiglia Brontë sapevo già che dovevo averlo e che lo avrei amato profondamente, e così è stato.
Non ho ancora letto tutti i romanzi delle tre sorelle e sapevo ben poco del loro fratello Branwell ma, così come è successo dopo la lettura de Il nido segreto, anche Per la brughiera - questo, il titolo - ha acceso una nuova curiosità in me. Spero di riuscire a recuperare i romanzi che mi mancano di Anne e Charlotte e magari di rileggere gli altri. Perché secondo me Martina non ha solo passione, ma anche una penna capace di far leva sulle emozioni: ti sembra davvero di conoscere queste figure storicamente esistite, di appassionarti alle loro vicende, di soffrire al loro fianco a causa di un destino beffardo. E i libri delle sorelle Brontë emergono così tanto da queste pagine che hai voglia di rileggerli o andare a riempire i vuoti.