Oggi torno a scrivere di un'altra piccola, importante, opera di Frances Hodgson Burnett: Nella stanza chiusa, pubblicata da Caravaggio Editore (che ringrazio per la copia), e inclusa nella collana I Classici Ritrovati. La traduzione è di Enrico De Luca e Giordano Milo.
Un racconto breve, concepito in soli quattro giorni nell'estate del 1903, che non può essere semplicemente inteso come una storia per bambini, ma tra le pagine l'autrice cerca di affrontare un tema doloroso che l'ha coinvolta in prima persona: la morte di bambini, in particolare di suo figlio Lionel (morto di tisi nel 1890).
Uno scritto che mi ha commossa e che ho molto apprezzato. In tutta sincerità, sono veramente felice di essere andata oltre i suoi romanzi più famosi, per scoprire nuove sfumature di una penna che amo molto.
La scrittura di Frances Hodgson Burnett mi ha sempre affascinato molto: sono rimasta incantata dal più famoso Il Giardino Segreto e la storia di Sara, ne Una Piccola Principessa mi ha sempre emozionato moltissimo. È una di quelle autrici che vorrei approfondire, perché dietro a dei romanzi 'per ragazzi' si nascondono, a mio parere, temi preziosi e ancora validi anche per gli adulti.
I due Frammenti d'Autore pubblicati da Caravaggio Editore (che ringrazio per la proposta e le copie), che voglio consigliarvi oggi, hanno un perfetto legame proprio con questo testo. Sono libriccini di poche pagine, dove l'autrice parla un po' di se stessa, del suo amore per i giardini, e di un rapporto speciale con un'anima preziosa, quella di una pettirosso... sì, proprio simile a quello che guida la piccola Mary alla scoperta del misterioso giardino.
Parlarvi di questo libro non è assolutamente facile. È un libro che può fare per la Palestina, un po' come Il cacciatore di Aquiloni ha fatto per l'Afghanistan: un testo straziante, ma allo stesso tempo così pieno d'amore che mi ha riempito il cuore. Ho provato rabbia, incredulità, delusione, amarezza, ma anche un sentimento molto forte, difficile da esprimere a parole. Susan Abulhawa nel suo romanzo Ogni mattina a Jenin è riuscita a donarmi un'immagine dei Palestinesi che non conoscevo: un popolo pieno d'amore, solidale, forte... ma soprattutto, che ama la vita e la propria terra, nonostante tutti i soprusi e gli orrori subiti e che continua ad affrontare ancora oggi.
Ecco. Il mio consiglio è di leggerlo, perché è importante aprire gli occhi.
Quest'anno vorrei essere più costante con i contenuti e provare anche a proporre qualcosa di diverso, oltre le mie personali opinioni sui libri letti. Il mio blog nasce come un diario delle mie passioni e, qualche anno fa, ho cercato di stilare alcuni punti per riflettere sulle cose belle accadute ogni mese. Perché si sa, è molto più facile ricordare i momenti bui anziché le piccole ma preziose luci. Avendo questo scopo, mi sono detta: perché non tornare a scriverci come un vero e proprio diario? Sia chiaro, non inserirò ovviamente cose troppo personali - non voglio ripetere errori di una me più giovane e ingenua - ma un riassunto delle cose belle del mese.
Partiamo da Gennaio! Un mese di riposo e recupero delle energie.
Pochi giorni fa è stato pubblicato il nuovo volume della serie fantasy-steampunk Monstress, di Marjorie Liu con le illustrazioni di Sana Takeda. Ormai sapete bene quanto io ami questa storia e mi sono subito tuffata tra queste pagine non appena ho ricevuto il libro (ringrazio di cuore Manuela e Mondadori Oscar Vault per la splendida opportunità).
Siamo giunti al settimo, ma la storia di Maika continua a emozionare. Tanti piccoli tasselli sono svelati, così come curiosità di alcuni personaggi che mostravano una certa ambiguità o si muovevano nell'ombra. Finalmente possiamo comprendere forse un po' di più certi atteggiamenti, anche se... come sempre ci lasciano con il fiato sospeso e tanta voglia di unire i vari pezzi che ancora mancano.
Il mio primo commento, voltata l'ultima pagina, è stato: voglio assolutamente leggere il prossimo! Speriamo di non dover attendere troppo.