Chi mi segue già da un po' conosce il mio amore per le opere della coppia Radice-Turconi. Durante l'ultimo Salone del Libro di Torino ho potuto prendere il loro ultimo lavoro, così da continuare il bellissimo viaggio tra disegni e parole ma soprattutto emozioni che sanno sempre darmi grazie alle loro storie.
Ed è proprio di storie che si parla, quelle narrate nei libri, ma anche quelle che affronti nella vita, volente o nolente, e che ti spingono a crescere, a volte forse troppo in fretta, come succede al piccolo Pedro, bimbo protagonista de... Il Contastorie.
Un vero e proprio viaggio interiore, di formazione, nell'Amazzonia Brasiliana degli anni Sessanta, che porteranno il bambino a fare i conti con la realtà, a provare una forte delusione ma anche tristezza proprio nei confronti di quel fratello maggiore che per lui è sempre stato un mito.
Si torna sempre dove si è stati bene.
Una frase scontata, forse, ma perfetta in questo caso.
Dopo aver letto e tanto amato “Il Porto Proibito”, ho deciso di tornare a Plymouth per approfondire la vita di alcuni personaggi, incontrarne altri che avevo solo salutato ed è stato bellissimo ritrovare, e conoscerne di nuovi. Eppure, anche chi non c'è più continua a manifestare la sua presenza nei ricordi di coloro che li hanno tanto amati, in una canzone suonata con un violino, o tra i versi di alcune poesie.
È passato del tempo dalla mia lettura dei due volumi de “Le ragazze del Pillar”, ma voglio lo stesso spendere qualche parola. E direi, finalmente!
Prima di andare un po' in montagna nel week-end ne approfitto per aggiornare anche oggi il blog con una delle mie ultime letture. In verità nel mio “programma di lettura” per il mese di giugno, questo graphic novel non era incluso, ma mi attirava da così tanto tempo che non ho saputo resistere alla sua voce ammaliante. Dei lavori della coppia Radice-Turconi, Il Porto Proibito sembra essere quello più amato dai lettori, e dopo averlo letto posso comprenderne il motivo. Anche se, in tutta sincerità dai tre graphic novel che ho letto non ho avuto delusione alcuna. Anzi. Tornare ai loro disegni, alla bellezza delle loro tavole, e alla poesia delle parole, per me è come sempre approdare a un porto sicuro. Certa, ormai, che alla fine della lettura avrò il cuore gonfio di emozioni.
Ho conosciuto per la prima volta Teresa Radice e Stefano Turconi con il bellissimo Graphic Novel “Non stancarti di andare” dove, traendo ispirazione da personaggi e fatti veri, ci è stata donata una storia d'amore, di rispetto per altre culture, di famiglia e altri sentimenti profondi, che assomiglia per la mole di pagine e per le tante parti scritte a un vero e proprio romanzo. Da lì, è sorto in me il desiderio di recuperare quante più opere possibili. Ho ancora in libreria Il Porto Proibito, ma quando ho visto l'uscita di La Terra, il cielo e i corvi, non ho resistito e ho preferito leggerlo prima.
Oggi voglio parlarvi proprio di quest'ultimo lavoro che ho adorato. Ancora una volta, prendendo ispirazione da qualcosa di reale - in questo caso le lettere del fratello del nonno materno di Teresa Radice disperso in Russia - hanno realizzato un graphic novel denso di emozioni, e ambientato nella Russia del 1943. Un periodo storico di cui ho avuto modo di leggere due anni fa, grazie a quella sorta di diario, di ricordi, di un uomo che è riuscito a toccarmi il cuore: Mario Rigoni Stern.
Leggo Graphic novel da pochi anni, ma ormai è un genere che mi piace moltissimo e che consiglio a tutti di provare. Non ne ho lette ancora tantissime, ma le ho amate tutte. Alcune però mi sono rimaste più radicate al cuore. Ve ne consiglio tre, ma menzioni speciali vanno anche a Maus (la prima che ho letto, sul tema della Shoah) e Le Malerbe (sul tema delle comfort women)!Quali altre vi consiglio? Ne ho scelte - ovviamente - tre. Tre temi diversi, tre stili diversi, tre storie meravigliose. © una valigia ricca di sogni Vincent Van Gogh, la tristezza dur
La vita l'amore sono le più forti di tutte le forze del mondo. Guardo questo graphic novel e mi chiedo se io abbia davvero la capacità di parlarne. Quando pensi al fumetto, visualizzi - molto spesso - tante immagini e poche frasi. Comunicare moltissimo attraverso i disegni, lasciare poco alla parola scritta. Lo concepisci come un libro da leggere tutto d'un fiato, in poche ore. Ma, non è questo il caso. O meglio, vorresti davvero leggerlo senza fermarti, però hai bisogno di respirare, di assimilare quanto hai letto e visto, perché la tua mente è colma di emozioni diverse e