Ho scoperto Sylvia Plath per caso, grazie alla lettura di un romanzo. Colpita, ho voluto buttarmi subito sul suo lavoro autobiografico in prosa - non essendo appassionata di poesia - “La campana di vetro” e me ne sono innamorata, pur affrontando temi non facili da gestire, come la depressione e i tentativi di suicidio. Mi sono poi dedicata ai Diari, tra le cui pagine e nei cui pensieri mi sono spesso ritrovata. Quando li ho letti ho avuto da un lato paura, dall'altro lato mi sono sentita compresa. E da lì ho iniziato a leggere anche altre opere su di lei, qualche poesia, fino a scoprire la pubblicazione di un altro racconto: “Mary Ventura e il nono regno”, che dovevo subito avere!
Ci sono libri con storie inventate che ti fanno viaggiare con la mente, ti trasportano lontano, ti emozionano e fanno piangere, o ridere, o arrabbiare.E poi ci sono le storie vere, i temi importanti, le realtà da conoscere, comprendere, non dimenticare e a cui donare molta attenzione. Tema di oggi: Storie vere, tematiche importanti. © una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice La campana di vetro, Sylvia PlathIl libro che mi ha permesso di conoscere Sylvia, di avvicinarmi a lei e comprenderla così tanto...Storia fittizia? In verità c'è tanto dell
Il tema di oggi è un po' personale: in quali libri ho ritrovato un po' me stessa?Le mie scelte sono tre libri diversi, tre generi differenti, tre letture in cui ho letto un po' di me.Un diario, un graphic novel, un romanzo. © una valigia ricca di sogni Diari, di Sylvia Plath.Credo che sia il libro da cui ho tratto più frasi. Intimo, personale, ma in moltissime occasioni mi è sembrato di leggere i miei pensieri. E se da un lato comprendevo Sylvia e mi sentivo a mia volta compresa, dall'altro ho sempre avuto un po' paura.Quella voglia di perfezione,
Io l'amavo, non ho mai smesso di amarla. Se il suicidio era la trappola con cui voleva catturarmi per fagocitarmi, inglobarmi in sé, e fare di noi un solo corpo, ci è riuscita. Uno sposo ostaggio della morte, legato in eterno alla sua sposa in un matrimonio postumo, inseparabile come voleva che io fossi per lei. Il suo nome è il mio nome. La sua morte è la mia morte. Sylvia Plath e Ted Hughes. Due nomi importanti. Una coppia di scrittori/poeti di cui si è molto parlato e di cui si continua a narrare. Se penso a loro, mi sovviene alla mente una frase di Shakespeare: “Le
È sempre complicato per me parlare di Sylvia Plath ma, allo stesso tempo, non posso fare a meno di leggere libri su di lei o scritti dalla sua penna. L'ho scoperta un po' per caso e ho iniziato dal suo unico romanzo: La Campana di Vetro. Un libro che ho amato, ma che fa ugualmente male. E poi ho puntato ai Diari. Ma, come potete vedere, non sono mai riuscita a scrivere qualcosa di più dettagliato a riguardo. Li ho letti in un periodo non facile e mi sono sentita così affine alla sua anima, da averne anche paura. Sì, un sorta di muto terrore di cadere nella trappola del suo demone inte
© Una valigia ricca di Sogni - Foto anche nel mio Instagram! ~ • Ho conosciuto Sylvia Plath leggendo un libro in cui si parlava di scrittrici morte suicide (Il libro delle verità nascoste di Amy Gail Hansen). Venivano citate la Woolf, altre ancora e lei. Subito ho voluto cercare qualcosa, e in libreria il primo libro che ho portato a casa con me è stato il romanzo semibiografico "La Campana di Vetro". Purtroppo la poesia è un qualcosa che non riesco a comprendere fin in fondo, per questo ho deciso di buttarmi su quel libro. Sono stata travolta. Totalmente coinvolta nella su
Ho deciso di aprire due piccole rubriche in questo blog. Ne avevo tante - troppe! - nel precedente, e in fondo ne avverto una mancanza. Non voglio però stabilire un giorno preciso in cui inserirle. Ma essere libera. Assolutamente libera da vincoli, anche perché non so mai quando ho il tempo giusto e l'ispirazione necessaria per portarle avanti. Quando ho aperto questo spazio mi sono data una sola regola: non avere per forza dei vincoli che possano farmi impazzire. Lasciarmi andare dall'ispirazione, pur basandomi sui temi che ho scelto di trattare: i miei piccoli sogni nella grande valigi
Lo so, il 2018 è iniziato da quasi un mese e io arrivo sempre tardi. Vorrei poter dare tutta la colpa della mia assenza a motivi esterni, ma la verità è che nel prendere questo blog come una passione, più che un lavoro (perché del resto, purtroppo per ora così non è), rimando sempre ogni possibile post e mi ritrovo con la testa piena di pensieri, mille idee da scrivere e nulla di concreto pubblicato. Dovrei forse modificare il mio pensiero. Vederlo come una sorta di lavoro, e iniziare a scrivere realmente ogni giorno, come consiglia anche King nel suo "On Writing" la mia ultima, s