Tra le autrici italiane della narrativa contemporanea c'è una penna che si è incastrata con molta facilità nel mio cuore di lettrice: quella di Martina Tozzi. Di lei ho già scritto, consigliandovi la sua biografia romanzata su Mary Shelley (Il Nido Segreto), e il romanzo storico che riprende la storia vera delle ultime donne arse sul rogo con l'accusa di stregoneria in Francia (L'ultima strega). Quando ha svelato di aver scritto un'altra biografia romanzata sulla famiglia Brontë sapevo già che dovevo averlo e che lo avrei amato profondamente, e così è stato.
Non ho ancora letto tutti i romanzi delle tre sorelle e sapevo ben poco del loro fratello Branwell ma, così come è successo dopo la lettura de Il nido segreto, anche Per la brughiera - questo, il titolo - ha acceso una nuova curiosità in me. Spero di riuscire a recuperare i romanzi che mi mancano di Anne e Charlotte e magari di rileggere gli altri. Perché secondo me Martina non ha solo passione, ma anche una penna capace di far leva sulle emozioni: ti sembra davvero di conoscere queste figure storicamente esistite, di appassionarti alle loro vicende, di soffrire al loro fianco a causa di un destino beffardo. E i libri delle sorelle Brontë emergono così tanto da queste pagine che hai voglia di rileggerli o andare a riempire i vuoti.