In questa seconda parte delle novità in libreria a settembre mi concentrerò, invece, su vari titoli della narrativa italiana e straniera. Come dicevo nel precedente articolo, se dovessero cambiare le date o comparire altri titoli degni di nota, aggiornerò tutto.
Iniziamo!
Oggi è la Giornata mondiale del libro (e dei diritti d'autore), ma non voglio soffermarmi ancora una volta su quanto sia bello leggere, sui libri che amo, sul mio adorato William Shakespeare (auguri, bardo del mio cuore), e via dicendo. Vorrei condividere con voi una di quelle letture che ritengo fondamentali per conoscere, comprendere, e soprattutto aprire gli occhi. Veramente, però.
Io sono stanca di un mondo che non solo si volta dall'altra parte, ma crede troppo ingenuamente (o forse stupidamente) alla propaganda falsa che ci vogliono imporre. Ecco perché ho iniziato a leggere diversi libri sull'argomento, da saggi, romanzi fino ad arrivare a questa sorta di reportage su un avvenimento realmente accaduto nel 2012 e che vede come vittime dei poveri bambini palestinesi molto piccoli. Ma non solo.
Grazie alla gentilezza di Giulia di Neri Pozza, ho potuto leggere una loro ultima uscita: Un giorno nella vita di Abed Salama. Anatomia di una tragedia a Gerusalemme, del giornalista Nathan Thrall.
Uno di quei romanzi che non vuole dare domande né risposte, né imporre un pensiero o una morale. L'autore narra le vicende avvalendosi di numerose fonti e interviste, e quello che emerge da queste pagine ti entra dentro, e ti spezza anche un bel po'.
Tra novembre e dicembre ho letto un libro che ho profondamente amato. Purtroppo dovendo correre nelle Marche per un motivo triste quanto importante, non sono riuscita a scrivere nulla. La copia che avevo letto è tornata in biblioteca e io ho atteso di ritrovarne una prima di spendere qualche parola a riguardo. La storia della piccola Francie e della sua famiglia mi è entrata così dentro, che ho desiderato con forza avere il libro con me. E qualche settimana fa sono riuscita a trovarne una al mercatino ed è subito tornata a casa con me. Quindi ci siamo, oggi posso finalmente farvi conoscere un titolo che riuscirà a emozionarvi e sicuramente a occupare uno spazio importante nel vostro cuore. Il libro s'intitola Un albero cresce a Brooklyn, scritto da Betty Smith.
Solitamente tendo a tenermi un po' distante dai titoli tanto acclamati e di cui tutti parlano. E, infatti, ho atteso del tempo prima di approcciarmi alla saga di Blackwater di Michael McDowell, pubblicata in Italia da Neri Pozza, in sei bellissimi volumi, illustrati dall'artista spagnolo Pedro Oyarbide. Li avevamo comprati proprio nei giorni delle rispettive uscite, ma ho avuto modo di leggerli solo tra gennaio e marzo. Non la ritengo un vero e proprio capolavoro, ma una cosa è certa: è riuscita a intrattenermi così bene che, dopo il secondo volume, non sono più riuscita a smettere di leggere. Divorando così i sei volumi uno dopo l'altro in pochi giorni. La vedrei benissimo come una serie tv o un film, anche se... personalmente non li guarderei! Diciamo che non sono proprio amante dello splatter e ci sono alcune scene che ho già fatto fatica a leggere. Ma, se amate l'horror, le storie dense di mistero, e con donne forti e indipendenti, e ancora, le saghe familiari, sicuramente dovete recuperarla - se non lo avete già fatto! -.
La fotografia è forse l'arte che più amo, non solo osservare, ma anche praticare. O perlomeno, un tempo era così. Ho trascorso diversi anni in compagnia della mia reflex, a catturare storie, momenti, sguardi, sorrisi, emozioni, arte e paesaggi. Ho ricevuto anche complimenti, seppur quasi sempre non mi sentissi convinta. Quanta frustrazione nel vedere quella foto con difetti, o così distante da come l'avevo immaginata! Poi, però, forse anche per la situazione che abbiamo vissuto negli ultimi due anni che ha scatenato una forte e spiacevole reazione in me - provo troppa noia e insofferenza nel solo uscire di casa -, ho avuto un blocco. La reflex riposa nella sua custodia dentro a un cassetto, nel silenzio. A volte provo come la sensazione di aver strappato via una parte di me. Ma non voglio forzarmi. Forse, un giorno, tornerà quella passione.
Ci sono libri che ti catturano sin dalla trama o anche dalla copertina. E forse, in qualche arcano modo, sai che sono le letture giuste per te, quelle che sapranno rispondere a tutto ciò che cerchi quando leggi. Uno di questi è sicuramente “Le stanze buie” di Francesca Diotallevi.
Del libro ne ho già parlato in una recensione scritta per Let's Book, ma per alcuni testi ci tengo a condividere qualche riflessione anche nel mio blog. Perché meritano, e anche perché in fondo è questo lo scopo del mio piccolo angolo virtuale: diffondere la bellezza, collezionare ricordi, farli scoprire anche a chi decide di leggermi.
E allora, se vi va, seguitemi e andiamo insieme nelle Langhe.
Sul sito di Let's Book pochi giorni fa è stata pubblicata la mia ultima recensione.
Ho avuto l'opportunità di leggere un libro che mi interessava moltissimo, in collaborazione con loro e la casa editrice Neri Pozza che ringrazio per la copia cartacea.
Conoscete le Comfort Women (Donne di Conforto)?
Sul mio blog ve ne ho parlato di già, avendo letto due libri sul tema. Oggi torno a condividere un altro consiglio per approfondire questa triste pagina di Storia.
Letto per il gruppo di lettura #Giappomania di ire_chan_ di Agosto. Se da un lato il 2020 è stato un anno difficile, a causa di questo virus che ha sconvolto le nostre vite, sul fronte letture sono molto felice per essermi approcciata anche a nuovi generi o culture diverse dalla mia. Ad Agosto, infatti, ho deciso di seguire un altro gruppo di lettura su Instagram incentrato sulla Letteratura Giapponese, una cultura di cui non ho mai letto nulla, ma che mi ha sempre affascinato. Il tema del mese era l'amore nelle sue varie sfumature, e così ho colto l'occasione per leggere un e-bo
Credeva che in quel mare non potesse succedere niente di peggio, credeva che niente potesse rivaleggiare con la malvagità della burrasca. Ma adesso sa che è follia credere che il male sia solo là fuori. Era qui, in mezzo a loro, camminava su due gambe, emetteva condanne con lingua umana. Il tema della caccia alle streghe mi ha sempre colpita molto. Sin dalle superiori ho iniziato a far ricerche, letture, ad avere una certa consapevolezza di quella tragica pagina nera della Storia - che ha riflessi anche nella nostra attualità. Quando ho letto la trama di questo libro, ne sono rima
Tra le opere di Shakespeare che più amo c'è sicuramente Macbeth. Una tragedia breve ma intensa, dove scorre il sangue e l'ambizione acceca la mente. Macbeth e la sua consorte sembrano essere annebbiati dal desiderio che quanto predetto dalle streghe diventi realtà, e sono disposti a commettere i più atroci delitti pur di arrivare al trono, seppur con conseguenze devastanti. Eppure, la figura di Lady Macbeth mi ha sempre molto affascinata. Spietata, a tratti forse folle, è lei una sorta di Eva la cui voce suadente spinge il marito a commettere delitti pur di diventare Re, colei che invit