Il mio viaggio nella letteratura della terra del Sol Levante prosegue. A Maggio dovevamo scegliere un libro che trattasse il tema dell'infanzia, dei bambini, ma anche delle fiabe. Facendo una ricerca, ho scovato questo titolo in biblioteca. Mai sentito, mai visto tra chi parla di libri e così ho voluto prenderlo. E sono felice di averlo fatto.
È uno di quei libri coccola, che trasmette al cuore un tripudio di tenerezza con un sottofondo però malinconico. Una storia vera che sicuramente noi occidentali non conosciamo, ma che in patria è diventato uno dei maggiori best-seller giapponesi di sempre.
Oggi vi parlo di una fiaba, di un racconto antico come il mondo.
Negli ultimi tempi sono tante le discussioni sulle fiabe della Disney, le critiche, le difese. A me, sinceramente fa tutto un bel po' ridere. Perché se si pensa alla vera essenza e origine di certe fiabe, c'è da rimanerci in quel caso davvero sconvolti. Altro che un bacio non consensuale, o dei corvi che offendono, o chissà che altro. Le vere fiabe, quelle che si narravano tra il popolo o le corti antiche, avevano temi e vicende che possono lasciare davvero il lettore di oggi senza fiato, sgomento, di fronte alle violenze, ai soprusi, agli incesti.
Ed è proprio questo tabù, l'incesto, uno degli elementi cardine di Pelle d'Asino, una storia che in verità non conoscevo ma che ho avuto modo di recuperare grazie a questo bellissimo libro illustrato pubblicato da Rizzoli e che il mio ragazzo mi ha regalato a Natale!
Quanto è difficile amarsi e prendersi davvero cura di sé?
Questa è una delle domande a cui penso spesso e che è emersa anche con la lettura di questo libro di poesie che ho recuperato all'inizio del mese.
In genere leggo poca poesia, perché ho sempre paura di non riuscire a comprenderla in maniera totale, di non essere poi capace di parlarne. Però ero molto attratta da queste piccole opere di Rupi Kaur, di cui tanto sentivo parlare, e ho colto l'occasione per conoscerla partendo, però, dall'ultimo testo pubblicato: home body, il mio corpo è la mia casa.
La notte del 26 aprile 1986 all'una, 23 minuti, 58 secondi, vi fu la prima di una serie di esplosioni che distrussero il reattore e il fabbricato della quarta unità della centrale elettronucleare di Černobyl'. Questo incidente è diventato il più grande disastro tecnologico del XX secolo.
Torno a parlare di Chernobyl, sì, ancora.
Quest'anno ho deciso di recuperare il libro da cui hanno preso ispirazione per la famosa serie tv: Preghiera per Černobyl' di Svetlana Aleksievič.
Se dovessi consigliarvi assolutamente una lettura sul tema, almeno tra quelle lette finora, questo sarebbe il primo titolo che vi direi. C'è un ma, però.
Vi inviterei prima a rispondere ad alcune domande: siete estremamente sensibili? Siete riusciti a guardare la serie tv?
La prima volta che ho letto questo titolo ho provato un mix di imbarazzo e curiosità.
I monologhi della vagina? Cosa sarà mai, mi sono chiesta. Complici le offerte de Il Saggiatore nel primo lockdown ho preso l'ebook ma solo lo scorso mese ho trovato il tempo di leggerlo. E mi si è aperto un mondo, oltre a donarmi tantissime riflessioni anche sulla persona che sono, sulla società o per estensione sul mondo in cui viviamo.
Questo libro lo ritengo importantissimo. Tutti dovrebbero leggerlo, uomini e donne. Perché attraverso questi “monologhi” teatrali Eve Ensler da un lato aiuta a riflettere sul nostro corpo, a farci aprire gli occhi sulle regole assurde della società, dall'altro dà voce a tutte quelle donne che sono state vittime di violenza, del potere del patriarcato, dell'impossibilità di essere semplicemente se stesse, abolendo quei tabù che la società impone.
Libro letto con il #Christaclub, un club di lettura creato dalla casa editrice E/O.
Sono sempre stata affascinata dalla figura di Cassandra, questa donna, veggente, che per non essersi concessa al Dio Apollo, ha subito da lui la terribile vendetta di non essere creduta. Cassandra che sa guardare oltre, al di là della finzione, che cerca di far aprire gli occhi ai Troiani, alla sua famiglia, non venendo però ascoltata.
Su di lei ho letto la rivisitazione fatta da Marion Zimmer Bradley nel suo romanzo La Torcia, ma nel mese di aprile mi sono unita al gruppo di lettura creato dalla casa editrice E/O e ho letto Cassandra, di Christa Wolf.
Esattamente un anno fa iniziava il mio lungo viaggio nel teatro del Bardo dell'Avon, e sono felice di questo percorso, soprattutto di non essermi mai fermata. Scoprire le opere di Shakespeare, non limitandomi solo a leggerle, ma andando a ricercare fonti e critiche, mi sta aiutando a conoscere ancora di più il suo teatro, apprezzandolo ulteriormente.
È un progetto lungo che concluderò solo nel 2023, ma è bello sapere che i sui drammi, le sue tragedie, le commedie, i poemetti e i sonetti mi accompagneranno ancora per molto tempo.
Questo mese l'ho dedicato alla prima delle “Commedie Romantiche”: Il Mercante di Venezia.
Questo libro mi attraeva con forza e ho avuto la splendida opportunità di leggerlo grazie alla mia collaborazione con Let's Book. Sul loro sito trovate già da alcuni giorni la mia recensione ma, come sempre, ho voglia di condividere qualche pensiero anche qui.
Negli ultimi mesi sto cercando di scoprire un po' quella che è la cultura orientale, in modo particolare la letteratura giapponese. Tuttavia, ho voglia di estendere la mia curiosità e l'interesse verso altre culture. Ecco che entra in gioco un perfetto Gruppo di Lettura di tre ragazze su Instagram che di volta in volta ci proporranno un titolo - a rotazione - della Letteratura Giapponese, Cinese e Coreana, più alcuni bonus. La mia speranza è di riuscire a seguirle, per scoprire un po' questi mondi lontani ma densi di fascino.
Piccola cartolina dall'Irlanda.
Oggi si vola in quella magica terra con una commedia davvero divertente di Oscar Wilde.
Per me non è nuova, conoscendo la storia grazie a un bellissimo film che vede il mio amato Colin Firth e Ruper Everett come protagonisti! Però è stato un piacere leggerla, staccando un po' da letture molto più impegnate e a tratti drammatiche.
Ammetto di avere un'anima tendente al tragico. Le mie letture spaziano sempre su temi importanti o su argomenti che possono commuovere, quindi consigliare libri che possano scatenare risate è difficile. In mio soccorso arrivano le opere teatrali, che sono un buon modo per staccare un po' dal dramma e sorridere. Anche se dietro alle risate si può nascondere una sorta di critica sociale e dei comportamenti umani. Come in questo caso, no?
Continua il mio progetto alla scoperta della letteratura italiana non solo di “ieri” ma anche di oggi.
Aprile ho voluto dedicarlo a un'autrice che ho scoperto solo negli ultimi anni, ma che mi ha rapita grazie al suo stile: Elena Ferrante.
La storia di Lila e Lenù mi ha coinvolta sin dalle prime pagine, portandomi nel rione di Napoli del dopoguerra, per poi veder crescere quelle due bambine, tra violenza, soprusi, tentativo di studiare e riscattarsi da una condizione di vita non facile. Un'amicizia forse un po' troppo particolare. In verità mi riesce difficile esprimere il termine amicizia per legare le due protagoniste: c'è troppa invidia, troppa cattiveria tra Elena e Lila. Momenti in cui ti accorgi che non riescono a far meno l'una dell'altra, e altri in cui pensieri e atteggiamenti ti spingono a chiederti: ma è davvero amicizia questa?