Di Iginio Ugo Tarchetti non avevo ancora letto nulla, anche se il suo romanzo Fosca è in libreria che mi attende da un po' e mi attira parecchio. Ma, complice una sfida di lettura - ossia dei libri che ha scelto per me il mio ragazzo -, ho deciso di leggere prima i suoi racconti fantastici. E devo ammettere che nonostante alcuni aspetti del suo stile non mi abbiano fatto impazzire, mi ha lo stesso molto colpita! Noi abbiamo un'edizione particolare, che racchiude al suo interno cinque racconti: I Fatali, La leggenda del castello nero (che dà il titolo alla raccolta), La lettera U (il mio preferito!), Un osso di morto e Uno spirito in un lampone.
Temevo di non riuscire ad amare questo libro e, invece, quanto è bello quando una lettura riesce a sorprenderti?
Avevo sentito parlare molto bene di Un amore, di Dino Buzzati da lettrici che stimo molto, e mi sono detta: perché non provare? Anche perché non avevo ancora mai letto nulla di suo. E sono felice di averlo fatto, perché l'ho apprezzato molto.
Grazie alla collaborazione con Roberto Nicolucci Editore ho avuto modo di poter conoscere, qualche tempo fa, la penna di un altro autore italiano del Novecento: Luigi Incoronato. Di due racconti vi avevo già proposto il mio articolo sul blog, ma di recente ho potuto continuare ad approfondirlo grazie a un altro testo pubblicato dalla medesima casa editrice: Compriamo Bambini.
Un frammento, uno spaccato sociale perfettamente realistico dell'Italia, in particolare della Napoli tra gli anni Cinquanta e Sessanta, con le sue tante, sottili, contrapposizioni. È un romanzo che parte da un tema - quello del traffico di bambini tra Napoli e l'America -, per poi estendersi ad altre riflessioni sull'epoca, soffermandosi sulla crisi dei valori a cui la società italiana, nel boom economico, sembra andare incontro.
Vorrei essere capace di essere più attiva e costante con i miei contenuti, ma la verità è che quando vivo periodi di forte stress emotivo non riesco a fare molto. Sto leggendo poco, spesso non ho così voglia di mettermi al pc, e l'unica cosa che vorrei fare è riposare. Ma bisogna comunque tentare di andare avanti, di reagire, di spronare se stessi a fare, per non cadere in un baratro dal quale poi è molto difficile risalire.
Così eccomi qui, a consigliarvi un bellissimo libro che ho letto di recente: La Madre, di Grazia Deledda. Non avevo mai letto nulla prima d'ora di quest'autrice ma mi sentivo sempre particolarmente attratta dai suoi testi. Finalmente ho trovato l'occasione giusta per leggerlo, grazie al progetto di Ambra (@sonosololibri), Dungeon of Readers. Altra tappa conclusa (Passo Corto), dunque, e porterò sempre con me una storia piena di tormento, a tratti gotica, e molto intima. Un libro che ho veramente adorato.
Diciamo che già ne ero rimasta estasiata al Salone del Libro, quando nello stand di Alessandro Polidoro Editore me ne hanno parlato in maniera così entusiasta - e con chiari riferimenti al Frollo di Notre Dame de Paris - che non ho resistito! E ho fatto decisamente bene. Ora ho una gran voglia di leggere altro di lei, premio Nobel per la letteratura. Ho già adocchiato qualche titolo, quindi, non mi fermerò qui!
Oggi vogliamo proporvi una realtà editoriale marchigiana (e qui, permettete da parte di chi scrive un po' di entusiasmo e amore per la propria regione!) che abbiamo scoperto di recente. In verità solo nell'edizione di ottobre del Salone del Libro di Torino abbiamo portato a casa due titoli, uno dei quali ho letto subito e profondamente amato, perché mi ha riportato nella mia amata Terra e tra le sue leggende (Nome non ha di Loredana Lipperini) e un altro (Non avere paura dei libri, di Christian Mascheroni) che cercherò di recuperare al più presto!
Hacca è una casa editrice fondata e diretta da Francesca Chiappa, che ci ha dedicato il suo tempo.
La primavera è la mia stagione preferita.
Porta con sé un profondo senso di rinascita. Vedere la natura riaccendersi di colori, mi conforta un po', mi fa star un po' meglio, anche quando il turbinio di pensieri negativi mi fa perdere il respiro e le forze.
Il 21 marzo del 1931 a Milano nasce Alda Merini, una delle più grandi poetesse italiane, di una forza e un'intensità rare.
Non sono un'esperta di poesia e, infatti, ne leggo molto poca perché ho sempre il terrore di non riuscire a comprenderla. Di lei ho letto tempo fa il volume “Fiore di poesia”, che presenta anche diversi aforismi, ma in questi ultimi giorni ho voluto dedicarmi anche alla prosa, per tentare di conoscere un po' meglio la sua storia e attraverso le sue parole almeno un frammento della sua anima.
Ci sono libri che ti catturano sin dalla trama o anche dalla copertina. E forse, in qualche arcano modo, sai che sono le letture giuste per te, quelle che sapranno rispondere a tutto ciò che cerchi quando leggi. Uno di questi è sicuramente “Le stanze buie” di Francesca Diotallevi.
Del libro ne ho già parlato in una recensione scritta per Let's Book, ma per alcuni testi ci tengo a condividere qualche riflessione anche nel mio blog. Perché meritano, e anche perché in fondo è questo lo scopo del mio piccolo angolo virtuale: diffondere la bellezza, collezionare ricordi, farli scoprire anche a chi decide di leggermi.
E allora, se vi va, seguitemi e andiamo insieme nelle Langhe.
Con un po' di ritardo sono giunta all'ultima tappa del mio splendido viaggio nella Letteratura Italiana. Un anno fa ho iniziato il progetto #unaValigiadItalia che sono riuscita a portare a termine con tanta felicità e anche emozione. Partendo da Primo Levi, ho avuto poi modo di scoprire e ri-scoprire la scrittura di diversi autori e autrici della nostra, meravigliosa, letteratura: Elsa Morante, Italo Calvino, Elena Ferrante, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Natalia Ginzburg, Giorgio Bassani, Elio Vittorini, Cesare Pavese, Dacia Maraini, Luigi Pirandello, fino ad arrivare a Umberto Eco, la mia lettura di dicembre. In verità sono riuscita a leggere anche altre autrici come Matilde Serao e Renata Viganò, quindi, direi che obiettivo centrato in pieno!
Quanto è interessante conoscere autori o autrici di cui fino a ieri avevi sentito parlare poco o nulla? Per me, moltissimo.
Approcciandomi quest'anno alla letteratura italiana, ho voluto scoprire - complice anche il progetto #1800edintorni di Manuela di @frammenti.classici su Instagram - una scrittrice di cui non sapevo assolutamente nulla, lo ammetto: Matilde Serao. Al Salone del libro ho comprato L'ultima fata da una nuova casa editrice tutta al femminile, Rina Edizioni, e in casa avevamo un libriccino vintage con la novella Tre Donne. E così ne ho approfittato, sono letture che si leggono in un soffio, e che non mi sono dispiaciute. Sicuramente vorrei approfondirla in futuro.
Manca solo il mese e questo mio progetto sarà giunto al termine. Se mi guardo indietro da un lato sono orgogliosa e felice di averlo ideato e portato a termine (be', quasi, manca l'ultima tappa), dall'altro un po' resta quella sorta di dispiacere nell'aver visto tanta acclamazione su Instagram per poi seguirlo veramente poco e niente. Però va così, e ormai ho capito che è inutile rimanerci male in quel social. O hai un determinato carattere, o se certe scelte non fanno parte di te, basta. Vai avanti per la tua strada, e continua ad arricchire quella valigia ricca di sogni, Marta.