Dopo aver amato Cassandra ho deciso di proseguire la mia conoscenza di Christa Wolf con un altro romanzo-saggio dedicato a Medea.
Ero rimasta molto affascinata da questa figura quando, lo scorso anno, ho dedicato del tempo alla lettura di due opere su di lei: la Medea di Euripide e quella di Seneca. Molto diverse, ma accomunate da uno stesso esito finale. Medea era un'infanticida, l'assassina di suo fratello, che per vendetta decide di togliere tutto a Giasone, l'uomo che l'ha tradita e messa da parte.
Come potete leggere nelle mie riflessioni delle due opere, avevo preferito la versione di Euripide, perché nonostante non giustificasse i suoi terribili atti, la rendeva molto più umana, una donna da comprendere. Eppure, dopo aver letto questo saggio di Christa Wolf, sono rimasta un po' sconvolta.
Libro letto con il #Christaclub, un club di lettura creato dalla casa editrice E/O.
Sono sempre stata affascinata dalla figura di Cassandra, questa donna, veggente, che per non essersi concessa al Dio Apollo, ha subito da lui la terribile vendetta di non essere creduta. Cassandra che sa guardare oltre, al di là della finzione, che cerca di far aprire gli occhi ai Troiani, alla sua famiglia, non venendo però ascoltata.
Su di lei ho letto la rivisitazione fatta da Marion Zimmer Bradley nel suo romanzo La Torcia, ma nel mese di aprile mi sono unita al gruppo di lettura creato dalla casa editrice E/O e ho letto Cassandra, di Christa Wolf.