Quando tre anni fa ho ideato il progetto #aTeatroconShakespeare mai avrei pensato di riuscire a portarlo a termine. Sapevo già che era un'impresa ardua, intensa, ma anche incredibilmente bella e appagante. Ebbene, sì. Sono riuscita a leggere tutte le sue opere (ne mancano due, a cui forse ha collaborato, magari in futuro le leggerò), e negli ultimi mesi mi sono dedicata anche ai suoi sonetti e poemetti.
Leggere poesia non è qualcosa che mi diletto a fare. Come dicevo anche in altri articoli, è un genere di cui non me ne intendo molto, e ho anche un po' di titubanza nel scriverne, perché mi rendo conto delle mie mancanze, dei miei limiti.
Però, ci tenevo a completare questo cerchio spendendo anche qualche parola sui suoi Poemetti, di cui sinceramente ho visto parlare poco. Chissà in quanti li avrete veramente letti!
Ho deciso di racchiudere tutto in unico articolo.
Partiamo da una premessa: io di poesia non so parlare.
È un genere a cui mi avvicino sempre poco, perché temo di non comprenderlo appieno e di non saper formulare pensieri concreti. Ma, nel mio progetto di recupero di tutti i lavori di William Shakespeare non poteva mancare anche la sua opera poetica di cui ancora non avevo letto nulla, se non qualche sonetto più famoso. Scriverne, quindi, non è facile per me. Mi sono affidata a testi di studiosi del Bardo, e poi semplicemente vi indicherò quelli che sono, per me, i suoi versi più belli, che hanno suscitato emozioni più profonde.
Aprile e Maggio li ho dedicati ai suoi Sonetti, 154 poesie che parlano d'amore e sentimenti. Una parte dedicata a un “giovane amico”, l'altra a una “Dama bruna”. Tra questi versi risuona l'Amore, ma anche lo scorrere inesorabile del Tempo, la Bellezza, la Poesia stessa, lo Sguardo, la rivalità di un altro poeta e altro ancora. Vi dico già che, anche se come me non siete così amanti del genere, è interessante scoprire anche questa scrittura del Bardo inglese. Ci sono sonetti davvero incantevoli.
Lettura di Marzo 2023 per il mio progetto #aTeatroconShakespeare
Con l'opera letta a Marzo ho concluso il mio viaggio tra i drammi di William Shakespeare. Ora non resta che affrontare la sua produzione poetica e poi questo mio progetto sarà concluso. In verità, lo definirei costantemente aperto: sì, perché ho già una lista di saggi, biografie e graphic novel che vorrei affrontare appena possibile!
Ho iniziato tutto con un Dramma Storico e si conclude nel medesimo modo. Alla fine della sua “carriera” il Bardo, con la collaborazione di John Fletcher, torna alla materia della Storia Inglese con la storia (o meglio il principio) di Enrico VIII. Un re piuttosto noto, no? Ma del resto come non trattarlo, essendo anche il padre della futura Regina Elisabetta I, sotto il cui regno Shakespeare ha iniziato il suo lavoro? E, infatti, si percepisce ancora una volta un sottile omaggio alla sua figura, ma anche al suo successore Giacomo I.
Lettura di Febbraio 2023 per il mio progetto #aTeatroconShakespeare
Come scrivevo ne La Tempesta in molti ritengono quest'opera l'ultimo lavoro di William Shakespeare, prima di ritirarsi a Stratford-upon-Avon dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Ci sono però altri drammi teatrali che sono stati collegati al Bardo, anche se in collaborazione con altri autori, come ad esempio John Fletcher.
L'ultimo Dramma Romanzesco, I due nobili congiunti (o cugini) è stato scritto quindi a quattro mani, alcuni sostengono che sia stato abbozzato in primo luogo da Shakespeare per poi essere rielaborato e completato da Fletcher. Effettivamente, a mio modesto parere si avverte un po' questa differenza di stili, anche se ci sono molti rimandi alle precedenti opere di Mastro Will. Molte riaffiorano in personaggi, situazioni, particolari, spingendoti quasi a pensare che abbia voluto riassaporare un po' tutto quello fatto nella sua vita teatrale.
Lettura di Gennaio 2023 per il mio progetto #aTeatroconShakespeare.
Tradizionalmente, La Tempesta è considerata l'ultima opera scritta da William Shakespeare. I testi seguenti, infatti, furono un lavoro in collaborazione con John Fletcher. Fu portata in scena, per la prima volta, a corte nel 1611 e qualche tempo dopo il Bardo tornò a Stratford-upon-Avon, sua città natale, dove morì nel 1616. Forse è anche per questo che, in seguito, in molti videro un riflesso di Shakespeare nel suo Prospero: così come, alla fine, Prospero rinuncia alla sua magia chiedendo un ultimo incantesimo da parte del pubblico, un applauso, così anche Mastro Will lascerà di lì a poco il teatro. Ma questa ovviamente è solo una delle tante riflessioni su questo personaggio su cui, ancora oggi, restano numerosi misteri.
Ebbene sì, l'opera che ho letto - o meglio riassaporato con nuovo entusiasmo - a gennaio è proprio questa: La Tempesta, il penultimo testo presente nei cosiddetti Drammi Romanzeschi. Una delle mie preferite in assoluto.
Lettura di Dicembre 2022 per il mio progetto #aTeatroconShakespeare
Sì, lo so, sono di nuovo un super ritardo.
Non è proprio un periodo così semplice e, a volte, non si ha semplicemente voglia di mettersi al pc a scrivere qualcosa. Tuttavia, cerco di recuperare un po' il tempo perso.
Oggi, in particolare, voglio scrivere dell'opera che ho letto a dicembre per il mio progetto sul teatro di William Shakespeare: Il Racconto d'inverno. Continua così la mia scoperta degli ultimi lavori del Bardo, dei Drammi Romanzeschi, quelle “antiche favole” che padre e figlia si raccontavano nella loro prigione, per indagare sul mistero delle cose. Ovviamente, come ho già avuto modo di menzionare nelle precedenti opere (vedi Pericle e Cimbelino ), il riferimento è al Re Lear, e alla sua amata figlia Cordelia.
In effetti, tutti questi ultimi drammi sono sempre accomunati da un padre e una figlia, e una moglie apparentemente morta. Non manca la tempesta che rappresenta il punto di rottura, il momento più tragico, l'allontanamento tra i due spesso per un errore, un comportamento malsano. Per arrivare poi alla riconciliazione finale.
Lettura di Novembre per il mio progetto #aTeatroconShakespeare.
Continua il mio viaggio nel teatro di Shakespeare e a novembre ho recuperato il secondo dei Drammi Romanzeschi: Cimbelino. Devo dire di essere particolarmente attratta da queste ultime opere del Bardo. Anche se, in questo caso, ho ritrovato tantissimi elementi già letti e presenti in molte sue opere precedenti. E la mia sensazione si è rivelata giusta: approfondendo un po' il dramma con la lettura del saggio su Shakespeare di Giorgio Melchiori, infatti, ci sono moltissimi riferimenti ad altri suoi scritti. Primo tra tutti Re Lear. Effettivamente, come scrivevo già nell'articolo su Pericle, Principe di Tiro, tutte queste ultime opere hanno un legame con Re Lear. Sembrano quasi quei racconti che padre e figlia narravano tra di loro nel buio di una prigione e che ora prendono vita, con sfumature di favole e interventi soprannaturali.
Lettura di Ottobre per il mio progetto #aTeatroconShakespeare.
Conclusi i Drammi Classici, con la tappa di ottobre sono finalmente approdata a quelli Romanzeschi (Romance), che conosco veramente poco, eccezion fatta per La Tempesta.
La prima opera che ho letto è stata Pericle, Principe di Tiro e devo dire che mi è piaciuta veramente tanto! L'ho divorata in poco tempo, sentendomi subito coinvolta dalle tante disgrazie che il protagonista e la sua famiglia devono affrontare. Prima di addentrarmi nell'opera vera e propria, volevo condividere alcuni spunti su questo nuovo gruppo di opere, riprendendo in parte alcuni concetti espressi nel volume dedicato a Shakespeare di Giorgio Melchiori.
Sono in super ritardo per il mio progetto sul teatro di William Shakespeare, ma non demordo!
A settembre ho letto l'ultimo dramma classico “Timone d'Atene” e devo dire che per temi mi è piaciuto davvero molto. Fa parte di una di quelle opere di cui non sapevo assolutamente nulla, ma mi ha sorpreso piacevolmente. Anche se secondo alcuni critici non è tutta opera del bardo, ma è stata scritta in collaborazione con Thomas Middleton, è riuscita a conquistarmi e a trasmettermi anche una sorta di profonda tristezza, riflettendo su quanto sia facile, anche oggi, rimanere delusi dal genere umano, dai falsi amici, dagli adulatori che al momento della tua caduta ti lasciano solo, incapaci di sostenerti. Persone fossilizzate solo a seguire il mero guadagno, il Dio Denaro.
Ultimamente non ho così tanta voglia di condividere riflessioni sulle mie letture. Ho come perso quella scintilla che mi permetteva di accedere al mio sito o ai social con l'entusiasmo di un tempo. E questo mese ho anche letto piuttosto poco, ma va bene così. Odio sforzarmi nelle cose. Tuttavia non voglio lasciare da parte il mio percorso nella scoperta del teatro di William Shakespeare, quindi, eccomi di nuovo qui a parlare dell'opera che ho letto ad agosto: Coriolano.
È uno di quei drammi di cui non conoscevo nulla, quindi per me è stata una prima lettura. Come spesso accade, sono rimasta molto colpita soprattutto dai personaggi femminili, in modo particolare da Volumnia, madre del protagonista, che ha una vera e propria influenza nei confronti del figlio.