Sono sempre stata fermamente convinta che le fiabe non siano solo mondi letterari da raccontare ai bambini, ma soprattutto quelle più antiche e sì, anche più famose, possano racchiudere profondi insegnamenti anche per gli adulti. Del resto se non ci soffermiamo sulle storie edulcorate dalla Disney, si possono scorgere elementi del macabro e del grottesco, e finali ben così distanti da quel 'felici e contenti' tanto declamato dall'azienda americana. Le fiabe di Hans Christian Andersen, ad esempio, racchiudono spesso una profonda malinconia, oltre a elementi legati alla fede ma anche al folklore. Sono racconti che bene o male tutti noi conosciamo, ma che trovo sempre bello poter rileggerle a distanza di anni, per scorgere magari delle sfumature nuove o diverse.
A inizio anno ho deciso di prendere da una delle nostre librerie uno dei volumi illustrati dai MinaLima e ho letto una fiaba ogni giorno, tornando forse un po' bambina, riscoprendo quelle più note e addentrandomi anche in storie meno conosciute.
Prendere consapevolezza è importante, così come non voltarsi dall'altra parte.
Sono mesi che guardo con orrore quel che accade in Palestina, mesi in cui mi sono ritrovata ad aprire gli occhi davanti a quella che è la verità. A volte bisognerebbe andare oltre quello che la propaganda mediatica ci racconta, per comprendere realmente ciò che sta accadendo. Io forse l'ho fatto troppo tardi, ma sicuramente ora ho una visione differente delle cose.
Mi sono spesso chiesta cosa potessi fare io da lontano, al sicuro nella mia casa. Mi sentivo davvero male a non poter compiere neanche il minimo gesto, oltre alla condivisione della voce degli oppressi, o a leggere libri che mi permettano di comprendere. Poi ho scoperto un progetto particolare. Ancora una volta sono stati i libri a mostrarmi la strada giusta. Ho iniziato a seguire, tra gli altri, il profilo Instagram di Cecilia Parodi e ho avuto modo di conoscere il suo lavoro: “Bahar Gaza. Il mare di Gaza”.
Tutto il ricavato andrà in supporto alla popolazione di Gaza.
Voi avete un animale guida? Uno di quelli a cui sentite di essere particolarmente legati? Io sono sempre stata affascinata dai gatti, creature di una bellezza incantevole, ma anche ricche di mistero. Nel caso del libro di cui voglio scrivere oggi, invece, c'è una volpe, una sorta di spirito protettivo che comparirà molto spesso nella vita del protagonista: Jacopo.
Quando Paolo Palladino mi ha presentato il suo romanzo breve Nello sguardo della volpe mi ha subito colpito per la trama: la storia di un'ossessione, intrisa di realismo magico in salsa romana. Leggendolo mi sono ritrovata a sorridere grazie ai momenti trascorsi nel Bar del Parchetto - grazie all'uso del dialetto romano, che personalmente amo moltissimo -, ma anche a essere totalmente coinvolta in questa spirale di incubi nei quali sprofonderà il giovane protagonista, fino ad arrivare a un finale che mi ha spiazzata e lasciata a riflettere per qualche momento. E devo dire che mi è piaciuto molto.
Siamo ormai agli sgoccioli del mese di febbraio, ma credo di essere ancora in tempo per proporvi un articolo diverso dal solito. Il mio intento è di riuscire ad arricchire il mio blog non solo di riflessioni sui libri letti, ma anche di qualche rubrica, come del resto ho fatto già in passato (pensiamo a #3libriperuntema - progetto che purtroppo ho messo un po' da parte - e alle 10 letture a tema, solo per fare due esempi).
Il mese di febbraio è anche conosciuto come Mese della storia dei neri, o meglio Black History Month, una ricorrenza osservata negli Stati Uniti d'America, in Canada e Regno Unito per celebrare l'importanza delle persone e degli eventi nella storia della diaspora africana.
Nel corso degli ultimi anni ho visto molti consigli a tema e, nel mio piccolo e con tutta la mia umiltà, ho voluto unirmi anche io questa volta, proponendo alcuni libri che ho letto e unendoli a film, serie tv e documentari a loro ispirati in un certo qual modo.
Ho accettato di leggere questo libro perché, in fondo, un po' mi sono rivista in Marta, nelle sue emozioni, in quella timidezza, in quella forte sensibilità che la caratterizza. Forse con il tempo sono diventata più dura, rispetto alla sua bontà d'animo evidente dalle sue parole, ma chissà, potrebbe anche essere una corazza che ho costruito per non rimanere ferita. Comprendo anche ciò che ha provato: non so se io abbia mai davvero vissuto un vero e proprio attacco di panico, ma ammetto che l'ansia l'ho provata anche sulla mia pelle, in più di un'occasione. In dei momenti sono stata molto male, in altri ho forse cercato di gestirla meglio. Comunque non voglio parlare di me, ma di un'altra Marta! Oggi vi consiglio il primo libro di Marta Preto, Un tocco delicato, nel quale racconta, come se fosse una sorta di diario, del suo attacco di panico e della sua rinascita.
Un libro che tratta un argomento non facile con grande delicatezza, un modo per lei visto come una terapia per le forti emozioni, ma anche un monito per tutti per comprendere l'importanza di chiedere aiuto, per poter vedere di nuovo i colori dopo un periodo di buio.
Oggi torno a scrivere di un'altra piccola, importante, opera di Frances Hodgson Burnett: Nella stanza chiusa, pubblicata da Caravaggio Editore (che ringrazio per la copia), e inclusa nella collana I Classici Ritrovati. La traduzione è di Enrico De Luca e Giordano Milo.
Un racconto breve, concepito in soli quattro giorni nell'estate del 1903, che non può essere semplicemente inteso come una storia per bambini, ma tra le pagine l'autrice cerca di affrontare un tema doloroso che l'ha coinvolta in prima persona: la morte di bambini, in particolare di suo figlio Lionel (morto di tisi nel 1890).
Uno scritto che mi ha commossa e che ho molto apprezzato. In tutta sincerità, sono veramente felice di essere andata oltre i suoi romanzi più famosi, per scoprire nuove sfumature di una penna che amo molto.
La scrittura di Frances Hodgson Burnett mi ha sempre affascinato molto: sono rimasta incantata dal più famoso Il Giardino Segreto e la storia di Sara, ne Una Piccola Principessa mi ha sempre emozionato moltissimo. È una di quelle autrici che vorrei approfondire, perché dietro a dei romanzi 'per ragazzi' si nascondono, a mio parere, temi preziosi e ancora validi anche per gli adulti.
I due Frammenti d'Autore pubblicati da Caravaggio Editore (che ringrazio per la proposta e le copie), che voglio consigliarvi oggi, hanno un perfetto legame proprio con questo testo. Sono libriccini di poche pagine, dove l'autrice parla un po' di se stessa, del suo amore per i giardini, e di un rapporto speciale con un'anima preziosa, quella di una pettirosso... sì, proprio simile a quello che guida la piccola Mary alla scoperta del misterioso giardino.
Parlarvi di questo libro non è assolutamente facile. È un libro che può fare per la Palestina, un po' come Il cacciatore di Aquiloni ha fatto per l'Afghanistan: un testo straziante, ma allo stesso tempo così pieno d'amore che mi ha riempito il cuore. Ho provato rabbia, incredulità, delusione, amarezza, ma anche un sentimento molto forte, difficile da esprimere a parole. Susan Abulhawa nel suo romanzo Ogni mattina a Jenin è riuscita a donarmi un'immagine dei Palestinesi che non conoscevo: un popolo pieno d'amore, solidale, forte... ma soprattutto, che ama la vita e la propria terra, nonostante tutti i soprusi e gli orrori subiti e che continua ad affrontare ancora oggi.
Ecco. Il mio consiglio è di leggerlo, perché è importante aprire gli occhi.
Pochi giorni fa è stato pubblicato il nuovo volume della serie fantasy-steampunk Monstress, di Marjorie Liu con le illustrazioni di Sana Takeda. Ormai sapete bene quanto io ami questa storia e mi sono subito tuffata tra queste pagine non appena ho ricevuto il libro (ringrazio di cuore Manuela e Mondadori Oscar Vault per la splendida opportunità).
Siamo giunti al settimo, ma la storia di Maika continua a emozionare. Tanti piccoli tasselli sono svelati, così come curiosità di alcuni personaggi che mostravano una certa ambiguità o si muovevano nell'ombra. Finalmente possiamo comprendere forse un po' di più certi atteggiamenti, anche se... come sempre ci lasciano con il fiato sospeso e tanta voglia di unire i vari pezzi che ancora mancano.
Il mio primo commento, voltata l'ultima pagina, è stato: voglio assolutamente leggere il prossimo! Speriamo di non dover attendere troppo.
Nel 1816 a Villa Diodati, in una notte di quello che sarà conosciuto come l'anno senza estate, un gruppo di intellettuali e amici si riuniva in salotto a leggere storie di fantasmi. I loro nomi? Lord Byron, Mary e Percy Shelley, John William Polidori, insieme alla giovane Claire Clairmont. La lettura di quelle pagine gotiche risvegliò in loro una sorta di sfida: scrivere storie terrificanti, ed è proprio grazie a quell'esperienza che dalla mente di Mary Shelley e da quella di Polidori, vennero alla luce due libri fondamentali per il genere letterario in esame, Frankenstein e Il Vampiro.
Il libro in questione era Fantasmagoriana (ou recueil d'histoires d'apparitions de spectres, revenans, fantômes, etc., traduit de l'allemand par un amateur), un'antologia di otto racconti tedeschi di genere gotico, tradotti in francese dal geografo Jean-Baptiste Benoît Eyriès.
Cinque di queste storie erano tratte dai primi due volumi dell'antologia Gespensterbuch (1811) curata da Johann August Apel e Friedrich Laun, pseudonimo di Friedrich August Schulze.
Sicuramente c'è un titolo che spicca tra gli altri, e che oggi conosciamo soprattutto grazie all'arte del regista e genio creativo Tim Burton: La sposa cadavere.
Ma, attenzione! La narrazione di Schulze è differente dal film ma... a me è riuscita ugualmente a conquistare!