Il velo strappato e altre storie, George Eliot, Louisa May Alcott, Charlotte Perkins Gilman, Edith Wharton

16 apr 2025

Libri

Secondo me è sbagliato definire questi racconti come classici dell'orrore e del mistero. Non c'è niente di così inquietante, ma le quattro scrittrici cercano attraverso le loro protagoniste di muovere una critica alla società Ottocentesca di cui erano figlie. 
Ho letto questa raccolta tempo fa, ma solo ora riesco finalmente a buttare giù qualche parola. 


Il velo strappato e altre storie racchiude quattro racconti minori di alcune tra le più grandi scrittrici dell'Ottocento: Il velo strappato, di George Eliot, Dietro la maschera, di Louisa May Alcott, La carta gialla, di Charlotte Perkins Gilman e La pienezza della vita, di Edith Wharton  (ho inserito le traduzioni dei titoli così come sono state scelte in questo volume, anche se si trovano forse più fedelmente come Il velo sollevato, Dietro la maschera - ovvero il potere di una donna, La carta da parati gialla e La pienezza di vita). 



© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


Quella sera il velo che mi aveva tenuta nascosta l'anima di Bertha - che mi aveva fatto trovare in lei sola, tra tutti gli esseri umani, la benedetta possibilità del mistero, del dubbio, dell'attesa - fu per la prima volta sollevato.


Il velo strappato, di George Eliot

Questo racconto è stato il mio primo approccio alla scrittura di George Eliot e, nonostante non sia stato il mio preferito - anzi, un pochino mi ha anche annoiato, lo ammetto - mi ha fatto venire voglia di conoscere i suoi romanzi più famosi. 


La storia è narrata da un punto di vista maschile, quello di Latimer, un uomo che dopo una misteriosa malattia si è ritrovato ad avere allucinazioni e visioni, il dono della veggenza. Questo lo porta anche a sapere in anticipo la data precisa della sua morte, ma prima cerca di lasciare in un certo senso anche al lettore la sua esperienza di vita, quasi a smuovere una sorta di empatia per il suo triste destino. Ci fa tornare indietro alla sua infanzia, segnata dalla morte della madre alla quale era profondamente legato. Sin da piccino aveva una natura sensibile ed era poco portato per le cose pratiche; ma il padre, che si occupa di lui, lo destina allo studio scientifico - non a lui, in verità, congeniale. Viene mandato così a Ginevra e qui conosce i due personaggi che si riveleranno molto importanti per le vicende: da un lato, Charles Meunier, il suo amico studente di medicina che ritroveremo poi nel finale, dall'altro lato la figura di Bertha Grant, una ragazza pungente, sarcastica, priva di fantasia, molto cinica, della quale si innamora, entrando anche in rivalità con il fratello maggiore.
Ma Bertha sembra tenerlo sotto il suo controllo, manipolarlo. O almeno così appare allo sguardo del narratore. 


Quello che poi poteva essere un dono - ossia il prevedere eventi futuri o leggere i pensieri altrui - si rivela, invece, una maledizione che lo porterà a un vero e proprio isolamento, a un grande solitudine e all'impossibilità di avere una connessione con gli altri. 
Oltre a ciò, pian piano quel velo che teneva nascosta la vera anima di Bertha, finirà per sollevarsi, lasciando intravedere la sua vera natura. 

È un racconto che, però, non è riuscito a colpirmi totalmente. Una storia che non mi ha pienamente coinvolta anche se, ripeto, vorrei leggere altro dell'autrice.


Io sono una strega, e un giorno il mio travestimento svanirà e mi vedrete come sono: vecchia, brutta, cattiva, perduta. State attento finché siete in tempo. Io vi ho avvertito e ora amatemi pure a vostro rischio e pericolo.


Dietro la maschera, di Louisa May Alcott

La mia cara Alcott colpisce ancora! Dimentichiamoci delle tenerissime sorelle di Piccole Donne, perché qui la protagonista è una vera e proprio antieroina capace di manipolare tutti con la sua intelligenza e arguzia! Questo è uno dei due racconti che ho più amato, coinvolgendomi dall'inizio alla fine. 



Protagonista è Miss Jean Muir, una giovane governante che viene assunta da una famiglia aristocratica, i Coventry, per prendersi cura ed educare la figlia più piccola, Bella. Sin da subito è trattata quasi con disprezzo dall'erede, che dimentica - forse volutamente - di andare a prenderla. Ma lei si presenta e appare come una fanciulla pallida, vestita con un semplice abito nero, e come ornamento una croce al collo. Magra, esile, scialba, Jean Muir si rende subito utile. Ma chi è davvero? 
Quando nessuno la guarda, quando il sipario è calato, può finalmente essere sé stessa: un'attrice che indossa la maschera di una donna mite e rispettosa, così come la società impone a certe donne, ma che in verità si rivela essere scaltra, arguta, e una perfetta manipolatrice. Con le sue doti attoriali, infatti, riuscirà a conquistare tutta la famiglia, provocando anche una certa rivalità tra fratelli, infatuati dal suo fascino, e lotterà con tutta sé stessa per ottenere i suoi desideri. 


Diciamo che potrebbe essere un personaggio negativo, ma in verità è facile appassionarsi alla sua storia e, forse, in qualche modo, essere dalla sua parte. Dietro quella maschera, infatti, si cela quello che tutte le donne potrebbero avere, se solo se ne rendessero veramente conto: un potere da utilizzare per andare contro la rigidità e la pressione sociale, e cercare di raggiungere il proprio successo e la serenità. Anche qui, quindi, scorgiamo una sorta di critica verso quella società patriarcale e repressiva, soprattutto nei confronti delle donne che dovevano avere dei ruoli ben definiti, attraverso un personaggio che sicuramente sorprende e lascia un bel segno nel lettore.
Davvero bello!


Qualche volta penso ci siano una gran quantità di donne dietro e qualche volta una sola, e lei va in giro carponi molto velocemente, il suo scorrere circolare fa tremare il disegno in ogni punto. Poi nelle zone di maggior luminosità s'arresta, e nei punti più scuri si attacca alle sbarre e le scuote con forza. E per tutto il tempo cerca di uscirne. Ma nessuno riuscirebbe a venir fuori da quell'ordito - ti soffoca; e penso sia per questo che possiede tante teste.


La carta gialla, di Charlotte Perkins Gilman

Di questo racconto ve ne avevo già parlato qui, ma vi lascio ancora qualche breve pensiero. Insieme a quello della Alcott, questo è sicuramente il mio preferito della raccolta. Ho amato profondamente la penna dell'autrice, la sua capacità di delineare in poche pagine, una storia forte, che va anche a criticare la società in cui viveva e soprattutto le cure sbagliate imposte alle donne per curare la loro salute mentale. Protagonista infatti è una donna che viene costretta da suo marito a vivere per qualche mese in una dimora di campagna per guarire dalla sua depressione post-parto. Le viene imposto di non avere legami sociali e anche di smetterla di scrivere - questa storia fa molto riferimento a quello che è veramente accaduto all'autrice stessa -.

Ma questa reclusione, questa repressione, non fa che peggiorare la situazione, portando la protagonista a cadere in un vero e proprio vortice di follia. Costretta a passare il suo tempo in una stanza decorata con una logora carta da parati gialla, ne diventa ossessionata: le pare di scorgere una - o forse più donne - dietro quella carta. Donne che vorrebbero essere liberate. Quella stessa libertà che, in fondo, vorrebbe trovare lei.
Bellissimo.


Non ho mai conosciuto quella pienezza della vita che ognuno di noi si sente in grado di provare: in vita ne ho avuto qualche barlume, come il profumo della terra che arriva talvolta a chi sta lontano in mare.


La pienezza della vita, di Edith Wharton

Anche in questo caso è la prima volta che mi avvicino alla penna dell'autrice, ma non vedo l'ora si scoprire altri suoi romanzi! Come per il racconto della Eliot, non ne sono rimasta del tutto convinta, ma comunque ne ho apprezzato la lettura.

Siamo in un altrove forse fin troppo perfetto: la protagonista, infatti, è appena morta e si ritrova in una sorta di paradiso in cui incontra lo Spirito della Vita. Costui le porge subito una domanda: Davvero non avete mai conosciuto la pienezza della vita? 
La donna rivela di non aver mai avuto rapporti così buoni con il marito: i loro passi erano diversi, così come le loro sensibilità. Lei, ad esempio, aveva un profondo amore per l'arte e la bellezza, capaci di farla commuovere profondamente, ma lui non riusciva a comprenderla. Dell'uomo le restano impressi il rumore dei suoi passi, lo sbattere di una porta... 
Come sorta di risarcimento per non aver avuto questa pienezza di vita le viene concesso di conoscere un'anima gemella con la quale condividere i suoi più segreti pensieri. Qualcuno con cui discorrere di tutto, sentendosi finalmente capita... ma... 

Ci troviamo di fronte a una donna in bilico tra la voglia di seguire i suoi più intimi desideri e il rispetto per quello che erano le convenzioni sociali.


Riflettendo su queste storie, quindi, è evidente che non si tratta semplicemente di racconti dell'orrore o del mistero, ma della voce di quattro donne che vivendo in una società repressiva, in cui dovevano avere un determinato ruolo di moglie, madre, o governante che rispetta il proprio lavoro e la propria classe sociale, cercano di ribellarsi o, perlomeno, criticare certe ingiustizie. È costante in ogni testo questo desiderio di liberarsi dalle costrizioni di una società che limita molto la loro vera identità.
Penne davvero vivide, che lasciano il segno. E ora non mi resta che riuscire a leggere molto di più.

IL LIBRO

Il velo strappato e altre storie
AA Autori Vari
Casa editrice: La tartaruga
Traduzione di: Francesca Avanzini, Simonetta Mustari, Bibi Tomasi, Laura Rossi
Pagine: 296
Anno di pubblicazione: 2007
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