Santo Cielo, di Éric Chevillard

13 mar 2025

Libri

Ti sei mai chiesto cosa ci sia dopo la morte?
Esiste davvero una distinzione tra Paradiso, Purgatorio e Inferno? E come è realmente l'aldilà?
Nel corso dei secoli molti hanno cercato di offrire la propria visione, ma quella di Éric Chevillard nel suo romanzo Santo Cielo - pubblicato in Italia da Prehistorica Editore - è senza dubbio originale e intrisa di ironia, pur non risultando affatto banale o superficiale.

Ho già avuto modo di approcciarmi alla sua scrittura con Rovorosa, una sorta di fiaba moderna con un finale che mi aveva lasciato decisamente senza parole. Ogni volta, però, so che potrebbe sorprendermi e non sono mai del tutto sicura di ciò che andrò a leggere.
Con la sua incredibile ironia, Chevillard è riuscito a suscitare in me una certa dose di risate, ma anche qualche riflessione tra una battuta e una piccola ginnastica spirituale!

Quando fu morto, Albert Moindre considerò la sua nuova situazione con perplessità. Non soffriva per le spaventose ferite che avevano quasi istantaneamente causato il suo trapasso e persino l'eventualità sempre preoccupante di penosi postumi con annessi handicap sembrava dover essere scartata. Si sentiva in piena forma e, a dirla tutta, più vispo rispetto a prima dell'incidente. 


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Inizia così Santo Cielo, romanzo che ha come protagonista Albert Moindre, un uomo di cinquant'anni, ingegnere manutentore di ponti trasbordatori, che è stato denocciolato da un furgoncino per le consegne di Olive e Datteri. Urtato fatalmente, ha perso la vita e ora si ritrova nell'aldilà. Ma com'è questo posto? Cosa succede al nostro corpo? Cosa diventiamo? Cosa possiamo concretamente fare? Riceveremo risposte alle nostre tante domande? Ci cresceranno le ali d'angelo o verremo buttati tra le fiamme dell'inferno? Sono molte le domande che si pone, e noi con lui. 
Albert si ritrova in una sorta di non-luogo che assomiglia, però, molto a una fredda sala d'attesa. Qui inizia a porsi le prime domande, lasciato solo e senza spiegazioni, tanto da arrivare a pensare che forse l'incertezza sia il suo castigo per l'eternità.

Privo di un corpo, di lui non resta che la pura voce. Non sembrano esserci né angeli né demoni, ma ben presto comprende di non essere solo. A lui si unisce un'altra voce, quella di Clarisse, un'anziana americana a cui è stato rubato il titolo di Miss Colorado 1931. È insieme a lei che si ritroverà a percorrere le varie stanze, guidati da una voce perentoria ma senza affetto, come priva di timbro, che li invita a seguirla. Siamo condotti, insieme al protagonista e alla donna, in quattro diversi luoghi, ognuno con un determinato scopo: l'Ufficio delucidazioni, l'Osservatorio, l'Assistenza reclami, e il Servizio ricompense. 
Non si tratta quindi dell'immagine di un vero e proprio paradiso come nell'immaginario comune, ma sembra più simile a un palazzo, a un ultimo piano di un grattacielo negli uffici di vetro di un'amministrazione pignola. Tutto appare come una formalità burocratica da seguire, per ottenere una ricompensa finale. Ma quale sarà la sua sorte?

Sono proprio strane, Albert, le tue domande. Pagheremmo per avere la facoltà dell'invisibilità finché poggiamo i piedi sulla Terra. Poi, quando finalmente ti è concesso questo privilegio, ecco che ti preoccupi di essere sparito dai radar, eccoti a sperare di stagliarti nel cielo su uno sfondo di luna come un gatto sul tetto.

Nell'Ufficio delucidazioni - il mio preferito - i morti possono soddisfare la propria curiosità. Verrà fornito loro un bilancio della propria esistenza, ma anche rivelazioni sorprendenti impossibili da conoscere in vita. Si presenta un elenco di eventi vissuti, ma anche di occasioni mancate, episodi fondamentali e altri meno rilevanti. Inoltre emergono risposte alle questioni che hanno sempre ossessionato Albert - e forse molti di noi - in vita.

Nell'Osservatorio, il pianeta Terra, il nostro mondo, si offre al suo sguardo. Albert può così vedere sua figlia Sidonie, la moglie Palmyre che lo aveva lasciato, ma altre persone conosciute nel corso della sua vita. Si muove in questo mondo pieno d'acqua, vaga in ogni anfratto e va anche alla ricerca dei suoi resti, che trova in un'urna di ceramica nera nell'armadio di sua figlia. Di lui resta solo la cenere e, quasi come un sottile gioco di ironia e presa in giro, un nocciolo di oliva.

Nella terza “stanza”, l'Assistenza Reclami, Albert può finalmente vuotare il sacco di rancori e insoddisfazioni senza timore né censura. Immaginate di poter esporre tranquillamente tutto ciò che non è andato bene nella propria vita terrena: i torti subiti, i problemi. In un fiume in piena di lagnanze, ricorsi, recriminazioni, Albert si chiede anche perché le sue poesie dedicate a una donna morta molto tempo prima della sua nascita, siano state rifiutate da un editore - anche se ben presto si capiranno le sue scarse doti -.

L'ultimo luogo è il Servizio ricompense.  Albert riceverà una giusta ricompensa sulla base del suo vissuto, o un castigo? Cosa accadrà?

Come dicevo, lasciata la vita terrena, Albert perde il suo corpo e diventa voce. Ed è come se fossimo davanti a una rappresentazione teatrale: immaginiamo un palco buio, nessuna presenza fisica, ma una voce, quella del protagonista, seguito da una seconda, quella di Clarisse, e anche altre più fredde, senza timbro particolare. Poi delle porte che sembrano come ologrammi destinati a svanire presto. Le tante riflessioni di Albert Moindre, che alternano frasi brevi a lunghi flussi di coscienza che quasi non ti fanno respirare - sia nella lettura che in un possibile ascolto - diventano un possibile riflesso di quello che anche noi potremmo pensare. Chi siamo diventati? Cosa resta di noi? Che cos'è davvero quel luogo? Cosa pensa chi resta sulla terra? Provano dolore o si sono già dimenticati di te? Cosa sarebbe potuto succedere se quella lettera fosse arrivata a destinazione? Se ci fossimo trovati in un determinato posto prima o dopo? Perché abbiamo dovuto sopportare certe cose? C'è un'altra vita dopo la morte? E la resurrezione dei corpi? Domande su domande, alle quali non troviamo risposta.

Certo che a volte gli uomini scoprono cose orribili sul proprio conto, a forza di cercare!


Il tutto è descritto con un grande umorismo e un'ironia spesso cinica, che diverte. Si alternano questioni filosofiche a riflessioni più personali o persino frivole. Certe frasi sono più ricercate, in altri contesti troviamo l'uso di parolacce. Tra un pensiero e l'altro, c'è anche la descrizione della piccola ginnastica spirituale: Albert proverà a ridere, pregare, piangere, fare la ruota, produrre un suono, mentire e anche avere un'erezione! Ma è davvero possibile se manca un corpo?

Con Chevillard non so mai cosa mi aspetta, ma a questo punto so che troverò sempre qualcosa di strano, forse, ma assolutamente originale! Mi aveva già sorpreso con Rovorosa, ma qui è riuscito a farmi ridere tantissimo. Ho notato anche un piccolo accenno a un altro suo libro - in cui ritroveremo proprio lo stesso protagonista -: tra i tanti nomi, infatti, cita Dino Egger, un personaggio che, se non ho capito male, non è mai esistito, ma su cui Albert vorrà scrivere una biografia. 

Se cercate una lettura diversa dal solito, allora, recuperate Santo Cielo!


IL LIBRO

Santo cielo
Éric Chevillard
Casa editrice: Prehistorica Editore
Traduzione di: Gianmaria Finardi
Pagine: 152
Prezzo: 15.00€
Anno di pubblicazione: 2022
Commenti
Ancora nessun commento.

TAGS