A volte i social ti permettono di scoprire profili molto interessanti.
Non so come ho trovato quello di Sabrine, ma sono rimasta subito colpita dal suo modo di divulgare l'arte. I suoi video ti permettono di accedere all'opera, mostrandone non solo la storia e i dettagli, ma anche le emozioni. Quando ho scoperto che aveva scritto un libro, l'ho subito inserito nella mia lista dei desideri. Per fortuna mia sorella e la sua famiglia me ne hanno fatto un bellissimo dono per Natale e così eccomi qui a parlarvi un po' di questo delizioso omaggio all'arte, che mi ha permesso di tornare non solo ai quadri già conosciuti e amati, ma anche di scoprirne altri di una bellezza straordinaria. L'arte e la letteratura riescono sempre a regalarmi emozioni difficili da trasmettere a parole. Ma ci proviamo.
Il libro che vi consiglio oggi è Nessun dipinto mi spezzerà il cuore, di Sabrine El Mayel in arte Je Suis Sabrine, pubblicato da Becco Giallo.
I Preraffaelliti, con Millais in prima linea, ci hanno insegnato che l'arte è più di una semplice rappresentazione della realtà: è un viaggio introspettivo, un'esplorazione dell'anima, un ponte tra il mondo visibile e quello invisibile.

Non posso definirmi un'esperta di arte, ma già nei miei anni da studentessa era una delle mie materie preferite. Nel corso degli anni e anche ora, mi piace trascorrere dei momenti nei musei, andando a visitare mostre specifiche e lasciandomi rapire dalla bellezza delle opere presenti. Ci sono, ovviamente, degli artisti che amo più di altri, ma sono sempre pronta a conoscerne di nuovi, ad approfondire anche quadri già visti. Questo di Sabrine è, secondo me, un ottimo volume non solo per chi è appassionato di arte, ma anche per chi vuole avvicinarsi a questo tema. L'autrice, infatti, con una prosa fluida e piena di passione la rende accessibile a tutti, in maniera coinvolgente, riuscendo a trasmettere l'intensità delle emozioni che l'arte stessa può suscitare: ombre e luci che vanno a tessere un sottile legame tra l'artista e colui che osserva. Invita, inoltre, a guardare oltre la semplice opera, andando a scoprire le storie nascoste e, perché no, anche tratti della vita dei vari artisti o artiste che ha preso in esame.
A tutto ciò si uniscono anche aneddoti e riflessioni personali, che rendono tutto più intimo e particolarmente appassionante.
Amo molto il modo in cui riesce a parlare di queste opere d'arte, associando a ogni quadro una storia e permettendo di riflettere sui temi, o sulle possibili interpretazioni che rimandano anche alla vita degli artisti, ai moti dell'animo. Una selezione davvero bella e curata. Alcuni dipinti li conosco, altri sono tra i miei preferiti in assoluto, altri ancora per me sono stati una scoperta meravigliosa.
L'unico “difetto”, se così posso definirlo, è che forse avrei voluto l'inclusione di più artiste (donne, insomma, in mezzo a tanti uomini). Tre le ventidue opere scelte, infatti, figura solo Frida Kahlo, ed è un po' un peccato, perché sono diverse le donne che hanno lasciato una bellissima impronta nel mondo artistico (da Artemisia Gentileschi, a Berthe Morisot o Élisabeth Vigée Le Brun, o alla stessa Elizabeth Siddal, solo per citarne alcune, ma sarei pronta a scoprirne molte altre!). Anche se tra queste pagine si dà comunque risalto a molte delle figure femminili rappresentate e questo l'ho molto apprezzato. Ma chissà, magari è solo il primo di altri volumi?
Arte ed emozioni, dicevamo.
Ogni capitolo ci porta in un mondo fatto di colori, ma anche sensazioni, in realtà fatte di gioie e sofferenze, di tumulti interiori e tragici eventi, di solitudine, di amore e morte, di intimità e intrusione.


Nel dipinto usato come copertina di questo libro, ad esempio, lo sguardo colmo di lacrime della giovane ragazza in lutto sembra chiedere un assordante e silenzioso aiuto a noi che osserviamo. Ne Il Gentiluomo fastidioso, di Berthold Woltze, siamo di fronte a uno scenario struggente che possiamo collegare anche alla nostra realtà: quella sorta di gabbia nella quale una donna si trova davanti all'insensibilità di un uomo che invade i suoi spazi in maniera del tutto inopportuna e insistente. L'arte che riflettere un'immagine nella quale possiamo ritrovarci, e con cui possiamo provare una forte empatia.
Ma l'arte può anche trasmettere tematiche sociali che fanno pensare, come davanti a matrimoni imposti, in cui non c'è un briciolo d'amore, (Matrimonio diseguale, di Vasily Vladimirovich Pukirev), o le disparità sociali e la povertà che possono spingere dei bambini a non poter avere la medesima educazione di altri (Alle porte della scuola, di Nikolai Bogdanov-Belsky), o ancora la triste storia di una giovanissima ballerina di quattordici anni scolpita da Edgar Degas.
Molti artisti vedono nelle loro creazioni artistiche un modo per esternare i propri tumulti interiori: ne Le due Frida, ad esempio, la Kahlo tenta di esplorare le profondità del suo tormento emotivo e la complessità dei suoi sentimenti per Diego Rivera, uomo amato ma che le è stato più volte infedele; o nella Notte Stellata, Van Gogh cerca di trasporre il turbinio dei suoi sentimenti contrastanti in poesie dipinte. I quadri di Vincent Van Gogh diventano una sorta di diario emotivo: la natura diventa un palcoscenico delle sue emozioni, il colore un linguaggio che esprime la sua anima tormentata. Così come accade anche ne L'urlo di Munch, in cui arriva al nostro sguardo tutto il senso di paura e smarrimento provato da quella figura senza sesso. O ancora, l'arte può trasformare il dolore in bellezza e divenire, nei momenti bui, una guida attraverso la tempesta dell'anima, come nelle opere del periodo blu di Pablo Picasso (La vita).
Ci sono quadri che cercano di riflettere la brutalità del potere politico nella storia (L'esecuzione di lady Jane Grey, di Paul Delaroche), o l'amore proibito di ballate medievali (L'incontro sulle scale della torretta, di Frederic William Burton), o ancora la solitudine dell'epoca contemporanea (I nottambuli, di Edward Hopper).
Ci sono immagini ricche di simboli che riflettono messaggi importanti: come nel bellissimo dipinto La verità che esce dal pozzo, di Jean-Léon Gérôme, in cui la Verità è rappresentata come una bellissima donna nuda che esce da un pozzo, che vuole rappresentare la profondità delle falsità da cui deve emergere. Per quanto la verità possa essere nascosta, alla fine emerge sempre, nuda e implacabile. O ancora una riflessione sulla nostra incapacità di proteggere l'innocenza, la visione di una maturità forzata, del peso dei sogni infranti e della fragilità umana, ne L'angelo ferito, di Hugo Simberg.
Anche ne Gli amanti, di René Magritte - quadro che amo moltissimo - c'è una simbologia dietro. Può sembrare un'immagine del tutto romantica, ma quei veli che nascondono i visi delle due persone, racchiudono forse un messaggio più profondo, che fa anche riferimento alla vita stessa dell'artista. Potrebbero riflettere il ricongiungimento dei suoi genitori che tornano ad amarsi in un'altra vita, un legame che supera i confini della morte.
L'arte ha il potere di elevare l'animo, di trasportarci in un mondo migliore. Un mondo dove la poesia trionfa sull'insensatezza, dove l'amore vince sull'indifferenza, dove la bellezza è ovunque. Basta saperla cogliere. (Pierre-Auguste Renoir)


Accanto alle tragedie, al dolore, ai temi sociali, l'arte potrebbe anche spingerci a osservare il mondo con occhi diversi, andando a cogliere la bellezza nei dettagli più semplici, a lasciarci trasportare dalla magia dell'amore (come nel caso di Oltre la città, di Marc Chagall). O può essere un modo, per un artista disprezzato per i suoi problemi fisici, come Henri de Toulouse-Lautrec di andare a trovare proprio nelle case a luci rosse di Montmartre il suo senso di libertà. Lì, tra quelle stanze che raccontano storie, può scorgere quelle guerriere della notte che sapevano trovare momenti di dolcezza nonostante le avversità. Nel suo Il bacio a letto, cerca di catturare non solo la bellezza fisica, ma anche l'essenza delle loro anime.
Una giovane ragazza è tra le acque. Attorno a lei il verde della vegetazione, i tanti fiori tratteggiati con cura. Ha gli occhi aperti, l'immagine della morte. Lei che ha dovuto subire l'orrore della perdita di un padre e del rifiuto dell'amore del suo Amleto. Ofelia, tra le acque. Elizabeth Siddal, che posa immobile, nonostante il gelo. Lei, musa dei Preraffaelliti, che resta immortale, ma che fa anche riflettere su quanto la ricerca della perfezione possa condurre a esiti fatali. Una musa sacrificata sull'altare dell'arte o un'immagine di bellezza intrecciata con il dolore e la sofferenza?
Lei che grazie all'abilità e al genio visionario di John Everett Millais resterà immortale. Lui cantore della bellezza e del dolore, continua a illuminare con la sua arte ancora oggi le nostre vite. E ci invita a guardare oltre la superficie delle cose, a scorgere la poesia nascosta nel mondo che ci circonda. L'arte diviene un modo perfetto per esplorare l'anima.
In questo volume, come dicevo, ho ritrovato molti artisti e dipinti che amo follemente: dall'Ofelia di Millais, all'arte di Magritte, Toulouse-Lautrec, Van Gogh e Paul Delaroche. Ma ho avuto la possibilità anche di scoprire altra bellezza che mi ha lasciato senza fiato, e spinta a voler approfondire molto di più le loro opere: cito soprattutto Woltze, Pukirev, Burton, Gérôme, e Gustave Doré, che conoscevo per la Divina Commedia, ma mi ha molto emozionato nella rappresentazione de I Saltimbanchi, nella quale traspare tutto il dolore e la desolazione di una coppia che vede morire tra le proprie braccia il loro bambino. Un riflesso di quanto le tragedie, quando non ci toccano personalmente, sono solo spettacoli fugaci, destinati a svanire nell'indifferenza.
All'inizio e alla fine del libro trovate anche alcuni dipinti dell'autrice stessa.
Mi sono permessa di dilungarmi, perché ho davvero apprezzato questo volume. Se amate l'arte, ma anche se provate anche solo un pizzico di curiosità, vi invito a leggerlo e a emozionarvi davanti a queste splendide opere che possono ancora parlare alla nostra anima.