Il fantasma della Roccaforte, di Rosa Mulholland

10 gen 2025

Libri

Il 2024 è stato l'anno che mi ha portata a leggere numerosi racconti. Forse perché non avevo la mente per pensare a romanzi molto più lunghi, forse perché accanto a saggi profondamente interessanti, ma anche estenuanti per i temi trattati (in primo luogo quel che sta accadendo in Palestina), avevo bisogno di storie più brevi, ma non per questo meno avvincenti. Da amante del gotico e del soprannaturale, delle ghost stories e delle case infestate, sono rimasta attratta da una delle nuove pubblicazioni di Galaad Edizioni, per la collana Lilliput. Una casa editrice che pubblica molti classici, spesso poco noti, e che merita particolare attenzione. Ringrazio anche di cuore per avermi inviato una copia.

Quello che amo fare, e ormai penso che si noti, è anche allontanarmi dai soliti autori e autrici, per scoprire qualcosa di nuovo. Di Rosa Mulholland, ad esempio, non sapevo nulla. Leggere il suo racconto “Il fantasma della Roccaforte” è stato, quindi, un modo per avvicinarmi alla sua scrittura, che ho molto apprezzato più che per la trama in sé - che ripropone in verità molti elementi classici del genere gotico -, per la descrizione dei luoghi e di ciò che accade, per questo sfondo onirico, che va a unire il mondo dei morti con quello dei vivi, e lo fa soprattutto attraverso non solo un gioco di ombre e di luci, ma anche tramite la potenza della scrittura, attraverso la quale si cerca di riporre rimedio a un male fatto e ritrovare, forse, così un po' di pace.

Se poi anche Charles Dickens apprezzava e incoraggiava la sua scrittura, forse un motivo c'è. Sarebbe bello poter leggere altro di lei, essendo anche stata un'autrice molto attiva, tra romanzi, racconti e poesie. 


Ebbi la sensazione di essere già stato in quella casa e che lì mi fosse successo qualcosa di orribile.



© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

John Thunder, capitano di un Reggimento in qualche parte del mondo, decide di tornare a casa, a Dublino, perché ha ricevuto in eredità diversi possedimenti, tra cui la Roccaforte, un'antica magione circondata da un parco nella campagna irlandese. Tornato in patria, ha occasione di rivedere alcuni dei suoi più cari amici, tra cui Frank O'Brien, un avvocato ormai in rovina, che è caduto in una profonda depressione, a causa delle difficoltà economiche che gli impediscono anche di sposare la sua amata Mary Leonard. 
John decide di invitare l'amico a recarsi proprio presso la Roccaforte, nel tentativo di recuperare la sua salute. Passano i giorni e poi le settimane, ma da Frank non ha notizie. Questo lo spinge a recarsi di persona presso la magione, in modo da sincerarsi delle condizioni effettive dell'amico. All'apparenza lo trova in ottima salute, eppure Frank è dominato da un'espressione assente, come se fosse sotto l'influsso di uno strano incantesimo, legato forse proprio a quella casa. Di notte, poi, si aggira come un sonnambulo nelle varie stanze.

Il nostro protagonista è subito accolto da una sensazione spiacevole: quella casa immensa, umida, vecchia e opprimente non gli trasmette nulla di buono. Grandi spazi oscuri. Mobili lasciati andare dall'influenza del tempo. Un custode diligente, ma di poche parole. E di notte, John non riesce a trovare riposo. Nell'oscurità gli pare di udire strani suoni: piedi che corrono avanti e indietro, il bussare incessante alle porte, il cozzare di piatti o l'eco di voci. All'improvviso una porta si spalanca, un servitore con una parrucca incipriata e una livrea di altri tempi, lo invita a uscire, perché la Signora lo attende.

Ed è qui che la realtà lascia il passo al sogno, all'aspetto onirico, irreale, soprannaturale. Quella casa immensa e ormai logora, si accende di nuove luci, di colori, di una moltitudine di persone che però John non può toccare, che non sembrano vederlo, ma che allo stesso tempo tentano di trasmettergli un oscuro messaggio. Qualcosa che riguarda un testamento, un'eredità. Ma anche una storia tragica, fatta di possessione, gelosia, violenza, di culle vuote e strani veleni, di bare di pietra nascoste in stanze chiuse, e ombre che gestiscono i movimenti. Il mondo dei vivi e quello dei morti sembrano essere strettamente connessi.

Non siamo di fronte a un racconto che fa così paura, e sicuramente non ha niente di così originale o diverso da altri racconti del genere, però la scrittura della Mulholland mi ha molto colpita, perché tramite le sue descrizioni sembra portarti lì, insieme a John, a percorrere le varie stanze, inseguendo spiriti di delicate fanciulle vestite di bianco, od oscure dame pronte a commettere delitti pur di ottenere i propri scopi. E ho trovato anche affascinante l'idea dell'ombra che sembra seguire i passi di una Lady, e muovere le sue mani. Di riservare alla parola scritta il compito di rimediare a qualcosa di grave che è stato commesso in vita. 

Insomma, un racconto molto piacevole, da leggere magari nelle serate invernali, perdendosi un po' in questo mondo onirico, in questo legame sottile tra mondi.

C'era qualcosa di spaventosamente immobile e vacuo nel suo sguardo, e come un velo sui suoi indumenti. L'ombra, non appena lei si muoveva, diventava più decisa e il suo contorno più distinto, e la seguiva come un servitore ovunque andasse.

Avete mai letto qualche lavoro di questa autrice irlandese?

IL LIBRO

Il fantasma della Roccaforte
Rosa Mulholland
Casa editrice: Galaad Edizioni
Traduzione di: Martina Speca
Pagine: 68
Prezzo: 9.00€
Anno di pubblicazione: 2024
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