Scrivere di questi due libri non è facile per me. Partiamo da una premessa: io non sono amante dello splatter o della violenza estrema. Se mi chiedessero di guardare film o serie tv con questi elementi, direi subito di no. Non riesco proprio a osservare certe immagini (già faccio fatica con quelle che provengono dalla realtà, che forse fa molta più paura di libri o formati cinematografici e televisivi). E allora perché li ho letti? Perché hanno attratto così tanto la mia curiosità, che dovevo saziarla. E, sinceramente, sono felice di averci provato.
Sì, sono letture molto disturbanti e anche difficili da digerire, soprattutto se siete particolarmente sensibili a certi temi (io lo sono, ma a quanto pare almeno con la pagina scritta riesco a superare il mio turbamento - be', più o meno -), però li ho trovati davvero molto interessanti. Soprattutto perché come nei libri di Stephen King, per fare un esempio, apprezzo molto quando si va ad analizzare quella che è la natura umana, anche nel suo lato più perverso, violento e ossessivo. Perché purtroppo l'uomo è anche questo, non possiamo più negarlo. E sì, anche l'immagine dell'innocenza può essere sporcata da abusi, violenze, solitudine, mancanza di ascolto, o forse semplicemente anche da giochi inquietanti, dal germe della follia, o anche da semplici errori.
Devo proteggerle. Devo sempre far sentire la mia voce. Perché è molto brutto non poter sentire la voce di qualcuno a cui si vuole bene. Io lo so.
Primi Delitti
Nel 1990 un libro fu soggetto a un'interrogazione parlamentare e condannato per istigazione a delinquere. Un libro pubblicato da Acme e che uscì in edicola nel novembre del 1989 come supplemento alla rivista Splatter. Nove racconti, inizialmente, buttati giù quasi come appunti per un possibile libro a fumetti, che poi vengono pubblicati in prosa. Ad essi, se ne aggiunge un altro nel 1997 nell'edizione di Castelvecchi, fino ad arrivare alla nuova uscita di D Editore.
Ma di cosa parlano questi racconti? Perché suscitarono un simile scandalo?
Protagonisti sono dei bambini o delle bambine, ma anche ragazzini/e che per vari motivi (gioco, rabbia, vendetta, sbaglio o necessità) arrivano a far del male, a commettere dei veri e propri omicidi. Nei confronti di nonne, fratelli, padri, ma anche suore, istruttori, babysitter. Incredibile per la società accettare una tale descrizione di queste creature considerate sempre innocenti, no? Ma quanta ipocrisia, in verità, si nasconde in un simile atteggiamento? I morti si possono sbattere in prima pagina, film e libri rischiano di essere vietati con l'accusa di essere diseducativi.
Se devo essere onesta è stato proprio questo punto di vista dei bambini che commettono i delitti più efferati ad avermi attratta. Ero sinceramente curiosa di comprendere come l'autore avesse portato sulla carta un simile tema. E, dal mio punto di vista, ci è riuscito molto bene. Come sempre accade quando si parla di racconti, può accadere che alcuni colpiscano più di altri, ma in generale sono rimasta molto soddisfatta da questa raccolta. Pur avendo i miei preferiti.
Primi delitti è considerata l'opera pioniera dello splatterpunk italiano e tutti i racconti sono scritti con uno stile privo di filtri, nulla viene edulcorato, anzi. È crudo, diretto, a tratti feroce, senza digressioni inutili. Sono voci di bambini e bambine che arrivano dritte al punto, lasciandoti addosso varie sensazioni: disturbo, sicuramente, inquietudine, incredulità forse, ma anche - almeno per me - una sorta di tristezza. Perché - ad eccezione di un racconto narrato in terza persona - sembra proprio di ascoltare le parole di questi personaggi, che sì, possono apparire alquanto inquietanti, ma dietro ci sono anche messaggi molto più forti.
Si parla di abusi e violenze, che molto spesso avvengono proprio in famiglia; di ossessioni e follia, che portano il soggetto a compiere atti terribili pur di ottenere l'oggetto del proprio desiderio. A volte troviamo bambini/ragazzini non ascoltati dagli adulti, lasciati soli, privi di protezione, che in qualche modo sono chiamati a difendersi, anche se con esiti pieni di sangue. Oppure c'è anche chi commette giochi sadici, chi vuole vendicarsi per il disprezzo subito per una qualche disabilità o differenza, o ancora chi, scegliendo di compiere quell'atto spregevole, trova quasi un modo per colpire sé stessa per non essere riuscita a difendersi.
Si avverte quindi una sorta di condanna non solo nei confronti della famiglia, ma anche della società, molto spesso fortemente ipocrita. Ci sono padri e madri che non sembrano ascoltare i propri figli, che sono i primi a mostrare la violenza, a segnare in maniera logorante e distruttiva coloro che invece dovrebbero amare. Ma ci sono anche delle persone che dovrebbero educare - suore o istruttori di nuoto - e che, invece, da un lato sono l'incarnazione del peccato e della perversione e ossessione religiosa, dall'altro lato usano metodi poco consoni per aiutare chi ha paura dell'acqua.
Si respira davvero tanta solitudine, in molti dei casi narrati.
Forse sono situazioni estreme, intensificate nella narrazione, ma siamo onesti: tutto ciò potrebbe benissimo avvenire nella realtà. E a volte non devi neanche guardare così lontano...
I miei preferiti sono: La mia bebisitter è un orco, Peccati originali, e Dal primo all'ultimo sangue. Tutti legati in un certo senso al tema dell'abuso e della violenza, proprio dalle persone che dovrebbero amarti e crescerti nel modo giusto. Giusto per citarne tre.
Nuovi Delitti
Chiudo gli occhi e rassegno le mie fragilità al fuoco.
Brucio sotto la pelle.
Brucio dentro, dove non c'è mai stata luce, né calore.
Solo silenzio buio.
Poiché sono sorda alla vita umana, persino a quella che mi tiene in piedi.
Sono passati 35 anni e Paolo Di Orazio ha ripreso in mano questo progetto, scrivendo dei nuovi racconti con i medesimi titoli del precedente volume. Cosa è accaduto a quei bambini e a quelle bambine 35 anni dopo (e in un caso, 27)? Qual è stata la loro vita, la loro sorte, come sono diventati?
Ma soprattutto, quanto il trauma subito ha influenzato la maturità?
Questo nuovo viaggio nei lati oscuri della psiche umana, devo ammettere che mi ha sconvolta ancora di più. Forse perché hai quasi l'impressione che un bambino può forse non percepire davvero quello che compie, mentre un adulto ha una maggior consapevolezza. Ma forse è anche un pensiero sbagliato.
Diciamo che i Nuovi Delitti mi hanno disturbato profondamente, pur apprezzando ancora una volta questa sorta di riflessione sulla società, sul marcio che c'è, su cosa sia davvero fonte dell'orrore.
Quei bambini/e sono cresciuti/e, ma la scia di sangue non è finita. Molti di loro hanno seguito percorsi psicologici che però non hanno aiutato. Altri continuano ad avvertire le cicatrici sulla loro pelle, come dei fantasmi che infestano la loro mente, dei traumi che non sono riusciti davvero a gestire e spesso, per bloccare tutto, scelgono di provare dolore o infliggerne ad altri. C'è anche chi, in un certo senso, accetta la sua componente malvagia, e compie il male per condannare la sua anima, per essersi macchiato in passato di un delitto atroce. Ci sono adulti in cui il bambino traumatizzato ancora grida di rabbia e che cercano una vendetta. Altri che finiscono per trasformarsi, forse, proprio nei loro aguzzini, o per ripetere azioni commesse dai propri genitori.
Reietti, quasi, che non riescono a re-integrarsi nel mondo, che restano ai margini. Adulti malati delle ossessioni infantili, intrappolati nei loro fantasmi, negli incubi della loro infanzia, ma perfettamente - o quasi - consapevoli di quello che commettono.
Ma è ancora una volta un modo per mostrare il marcio stesso della società. Basti pensare al direttore della RSA - nel primo racconto - che pur sapendo dei comportamenti illeciti del suo operatore nei confronti degli anziani, si volta dall'altra parte e lo copre, per non avere problemi; istruttori di nuoto che provano interessi morbosi nei confronti di ragazzini; o ancora scienziati, medici, direttori di circo, sadici o altri maniaci disposti a spendere moltissimi soldi per prendere un fenomeno da baraccone (permettete il termine, per non fare spoiler), anziché fare qualcosa per aiutare, giusto per fare degli esempi.
Le descrizioni continuano a essere crude, dirette, anche se qui forse c'è una spiegazione in più sulle motivazioni psicologiche che portano a compiere certi atti. È una discesa nel baratro della psiche umana, che purtroppo può benissimo avere anche i suoi lati più oscuri e devastanti, soprattutto se sottoposti a certe violenze, a traumi difficili da gestire anche una volta maturi.
Anche qui se dovessi scegliere tre titoli direi: La mia bebisitter è un orco, Peccati originali, e Immerso, non voglio! Ma ripeto, bene o male tutti i racconti mi hanno davvero lasciato qualcosa.
Entrambi i volumi sono arricchiti dalle illustrazioni dell'autore (alcune ve le mostro in questo articolo), sicuramente ben in linea con i testi.
Insomma, non ci resta che attendere il terzo e conclusivo libro per conoscere cosa ci aspetta nei Delitti finali!
I libri si possono leggere in modi diversi. Non per forza devi aver letto Primi Delitti per affrontare i Nuovi. Io, però, consiglio di leggerli uno di seguito all'altro, o perché no, magari leggere un capitolo di Primi Delitti e subito dopo il medesimo di Nuovi Delitti, così da vedere subito il legame tra le due storie. Poi, ovviamente, la scelta sta a voi - anche valutando, quanto riuscirete ad andare davvero fino in fondo in questa scia di violenza, sangue, cannibalismo e orrore.
E voi, conoscete la sua penna? Avete letto qualcosa?