Negli ultimi anni mi sono sempre sentita simile al Grinch. E non lo dico per moda, ma perché come lui inizio a trovare molto pesante il periodo natalizio. Mentre tutto il mondo inizia a tirare fuori maglioni a tema, luci, alberi e decorazioni già da inizio novembre, a me sale la nausea, un senso di disagio e malessere assurdo, insofferenza quasi. Rispetto chi riesce ancora a trovare la magia e forse nel profondo un pizzico li invidio, ma Dicembre per me è un mese molto pesante. Vi direi perché ho perso tre dei miei nonni proprio in questo periodo. Ma, in verità, è anche per altro.
Io non sopporto l'aspetto materiale e consumistico di questa festa. Secondo me è diventato tutto troppo eccessivo, falso, e si è perso il vero spirito del Natale. O forse semplicemente il mio cuore si è ridotto di tre taglie, chissà. Però vedere questa corsa sfrenata agli addobbi, ai regali - spesso costosi -, ai mille calendari dell'avvento da mostrare al mondo (perché ormai se non fai vedere a tutti quello che hai comprato o ti ha regalato il tuo fidanzato, non sei nessuno sui social), a me dà fastidio. Forse ciò è anche dovuto al fatto che non ho mai avuto chissà quanti soldi e non posso permettermi di fare grandi cose agli altri. Forse, forse, forse. Quanti forse...
Resto comunque dell'idea che il Natale non è i regali costosi e spesso fatti solo perché si deve e non perché lo si sente, la casa riccamente addobbata, l'anticipare le tradizioni perché devi mostrare tutto sui social. È altro. Sta tutto nello stare insieme alle persone che ami, nel condividere momenti, piccoli istanti di gioia. Nel preparare un pasto tutti insieme, nel giocare o semplicemente ridere. Nel far felici le persone amate con un regalo a cui hai pensato veramente, e non solo fatto tanto per. E se possibile, trovare il modo di donare qualcosa a chi sta soffrendo, a chi ha meno fortune di noi.
E, in fondo, è anche questo che una storia come quella del Grinch cerca di far comprendere.
Torniamo a Il Grinch, di Dr. Seuss, dunque!
Ne aveva visti tanti, pensò, troppi Natali!
Tutte quelle mattine che ogni volta erano uguali,
coi Non-so-chi-bambini che correvano sui regali
strillando a squarciagola.
BACCANO! URLA! SCHIAMAZZI!
Un fracasso infernale, da diventare pazzi!
Siamo nella città di Chi-non-so e gli abitanti del luogo, i Non-so-Chi, sono cordiali e allegri, ma soprattutto amano profondamente una festa più di ogni altra: il Natale. Ogni anno, in quel periodo speciale, si dedicano ad addobbare le case e le strade, tra luci, regali, urla e schiamazzi. Per poi unirsi insieme a festeggiare, tra tavolate piene di prelibatezze e canti gioiosi.
Tutti amano il Natale. Tranne uno.
Il Grinch vive chiuso nella sua grotta sul monte Briciolaio e odia quella festa. Per lui il Natale è solo un grosso, orrendo, guaio! Non si sanno bene i motivi. Forse, per le scarpe troppo strette, o magari per quel suo cuore troppo piccolo, di almeno tre taglie in meno.
Ogni anno è costretto a sopportare sempre le stesse cose. Urla, canti, addobbi, luci, regali, un fracasso infernale capace di farlo diventare pazzo! Ma gli sovviene un'idea splendidamente orrenda: indossare i panni di Babbo Natale e portare via ogni cosa. Ogni regalo, albero, lucina, cibo. Tutto ciò dovrà essere buttato nel grande immondezzaio!
Grazie al suo fido cane Max, vestito da renna, proprio alla vigilia scende in città per attuare il suo piano. Riuscirà a rovinare tutto? O forse comprenderà il vero senso del Natale?
La storia nata dalla penna di Theodor Seuss Geisel - conosciuto con lo pseudonimo di Dr. Seuss -, scrittore, pubblicista e fumettista statunitense, si legge in un soffio, scritta in versi e arricchita dalle splendide illustrazioni dell'autore stesso, ci trascina in questa splendida avventura. Una lettura perfetta da raccontare ai bambini, o magari in cui perdersi anche da adulti, soprattutto se ci sentiamo noi stessi dei veri e proprio Grinch, o se abbiamo amato moltissimo la trasposizione cinematografica con Jim Carrey nei panni di questa scontrosa creatura.
C'è da dire, però, che tra libro e questo film ci sono alcune differenze.
Prima tra tutti proprio la spiegazione del motivo per cui Il Grinch odia il Natale. Nel film, infatti, assistiamo a un vero e proprio atto di bullismo, di emarginazione, e assenza d'amore. Tutto ciò lo porta ad avere un cuore molto più piccino del normale. E anche la bimba Cindy-Chi-Lù ha tra le pagine un ruolo molto più marginale. Ma credo che sia anche normale: con il poco 'materiale' delle pagine, il film sarebbe stato fin troppo breve. E in tutta sincerità a me piace moltissimo come lo hanno portato sullo schermo.
Molto più fedele al libro è, invece, il cartone Come il Grinch rubò il Natale o Il Grinch e La favola di Natale del 1966. È proprio con questo lungometraggio che il burbero protagonista diventa... verde! Nelle illustrazioni originali - alcune potete vederle in questo articolo - il Grinch era in bianco e nero, con alcune tonalità rosate o rosse.
Ne esiste anche una nuova versione, del 2018.
“Forse” pensò “Il Natale non viene dai negozi, dagli empori, dai market o dagli altri servizi.
Forse ha un significato più profondo e vitale...
Chissà se è proprio questo il vero senso del Natale!
Sono felice di aver recuperato anche questo testo - grazie al Gruppo di Lettura di Maliconlime -, perché pur avendo amato moltissimo il film - forse il mio preferito di Natale - non avevo mai letto il libro da cui ha preso ispirazione. Una lettura breve, ma a mio parere anche profonda, che svela ancora di più il vero significato del Natale. Che, come dicevo all'inizio, non è dato da regali, addobbi, decorazioni varie, ostentazione e lussi, bensì da qualcosa di molto più importante: la bellezza dello stare insieme, della condivisione.
Vi consiglio questa lettura, magari da fare proprio in questi giorni.