Mi sono avvicinata alla lettura de Il fantasma dell'Opera di Gaston Leroux ormai quasi dieci anni fa, complice il mio amore per i musical (avevo visto, infatti, la trasposizione cinematografica del 2004 e il video della versione teatrale di Londra in occasione del venticinquesimo anniversario). Ho amato la storia di Erik, di quest'Angelo della Musica dall'aspetto mostruoso, capace di infliggere morte e dolore, ma forse desideroso solo di un po' di compassione e amore. Una di quelle figure mostruose della letteratura che a me affascinano sempre moltissimo, proprio per il loro lato umano.
Ricordo, però, che avevo letto un'edizione con una traduzione che non mi aveva per nulla soddisfatto e sognavo di trovare una versione anche bella da vedere. In mio soccorso è arrivata una delle mie case editrici del cuore, ABEditore, che accanto a un'ottima traduzione, ha unito anche un'edizione cartacea davvero splendida, con tanto di illustrazioni che ci portano proprio in quel teatro dell'Opera di Parigi, tra palchi e sotterranei. Se non avete ancora letto questo splendido classico della letteratura francese vi consiglio di recuperare proprio la loro versione!
Aveva un cuore enorme, tale da contenere tutto del mondo e alla fine dovette accontentarsi di una cantina.
Parigi, 1880.
Si dice che il teatro dell'Opéra Garnier sia infestato da un fantasma. C'è un palchetto, il numero 5 per la precisione, che non può essere prenotato. Lettere minacciose arrivano ai nuovi direttori, che sembrano riderci su, non potendo credere a un simile elemento soprannaturale. Eppure quando il capo macchinista viene trovato morto, tutte le voci bisbigliano È il fantasma! Ma chi è davvero questa figura che si muove nell'ombra?
Biglietto alla mano, addentriamoci a piccoli passi all'interno del teatro parigino, andando ad indagare, con l'autore stesso, la tormentata, tragica, e appassionante storia del Fantasma dell'Opera, del suo amore impossibile per la bella Christine Daée, ingenua soprano scandinava, e del giovane visconte Raoul De Chagny di lei innamorato e ricambiato. Un complesso triangolo amoroso, in cui s'insinuerà - in aiuto - anche la particolare figura de Il Persiano. Ma tra palco, sotterranei, camerini si muovono tanti altri personaggi, che tra una risata e un urlo di terrore, riescono ad appassionare il lettore/spettatore, grazie a un classico che nel corso degli anni è riuscito a lasciare il suo segno nel tempo. Questo anche grazie alle varie trasposizioni teatrali e cinematografiche che ne sono state tratte.
Ma facciamo un passo indietro.
Torniamo al protagonista di questa storia: il Fantasma. Chi è davvero?
È una voce ammaliante che s'insinua nella mente della dolce Christine, ragazza orfana cresciuta con le leggende del caro padre, violinista. Lui le narrava la storia dell'Angelo della Musica, che visita almeno una volta nella vita tutti i grandi musicisti e gli artisti. Un giorno, le disse, avrebbe toccato anche lei. Ed è così che l'ingenua soprano immagina che quell'Angelo sia arrivato, inviato dall'amato padre.
Una voce. L'Angelo della Musica. Il bon genie, il genio capace di manipolare voce e musica e ispirare la stessa Christine a far emergere il suo talento, la sua anima.
Ma è anche Il signore delle botole, colui che dimora nei sotterranei del Teatro dell'Opera che, anni prima, ha contribuito ad erigere. Lui che si muove tra intricati corridoi, passaggi segreti e... stanze delle torture. Lui capace di incantare con il suo canto, ma anche di far impazzire chi osa intralciare i suoi piani.
Un musicista. Un Angelo. Un Genio. Un Fantasma... o forse, più semplicemente un uomo.
Esatto, Christine... non sono né angelo, né genio, né fantasma... io sono Erik!
Erik, il bambino sfigurato, ripudiato anche dai suoi stessi genitori.
Erik, l'uomo dal volto coperto da una maschera. Di una magrezza scheletrica, profondi occhi scuri, simili a buchi neri, e la pelle tesa sulle ossa, giallastra, un naso piccolissimo, quasi inesistente. Un uomo? Un mostro!
Erik, l'emarginato, che potrebbe emozionare con il suo talento, ma trova infine il suo regno nei sotterranei di un teatro.
Tormentato, malvagio, pericoloso, manipolatore, assassino. Ma in lui si scorge anche tanta solitudine. Figlio di un mondo che non può accettare la bruttezza, che lo reputa un mostro da tenere lontano. Erik, che forse cerca solo un po' di compassione, un briciolo di amore.
Sono diversi i personaggi che affollano queste pagine, ma Erik è forse la figura più bella uscita dalla penna di Leroux. Un'anima così complessa che da un lato fa paura e può essere facile da disprezzare. In fondo uccide, rapisce, tortura, manipola e tormenta Christine, pretende amore da lei. Ma allo stesso tempo, è altrettanto semplice provare per lui pietà.
Erik fa parte di quel gruppo di mostri della letteratura che provocano una particolare miscela di emozioni. Repulsione per l'aspetto fisico, ma anche una sorta di compassione per la loro sorte e storia. Sia in passato, durante la mia prima lettura dell'opera, sia ora, mi sono ritrovata a pensare soprattutto a due personaggi che possiamo, in qualche modo, associare al Fantasma: Quasimodo, da un lato, disprezzato ed emarginato da tutti per il suo aspetto e innamorato della bella Esmeralda che però, come Christine, inizialmente prova una vera e propria repulsione per quell'essere; e poi, la Creatura di Frankenstein, nata dal fanatismo dell'uomo di scienza che si crede un Dio, e poi abbandonata, disprezzata, allontanata da tutti, quando chiedeva solo un briciolo di amore. Sono quelle figure della letteratura che a me affascinano particolarmente e restano impresse nel cuore.
Il fantasma dell'Opera è una storia che parla di amore, di gelosia, di ossessione e morte. Spicca l'amore ingenuo e sincero tra due giovani, Christine e il suo Raoul, ostacolato dall'azione crudele di Erik.
Ma è anche un bellissimo romanzo che profuma di Teatro, uno dei luoghi che più amo. Leroux ci ha donato un'analisi minuziosa dell'Opéra, con descrizioni accurate di spazi e aneddoti - spesso anche riferiti ad avvenimenti realmente accaduti, creando così una storia molto verosimile. Ci porta sul palco o tra poltrone e palchetti, pronti ad assistere alle opere liriche, ma anche dietro le quinte, nei camerini degli artisti e dei direttori, o tra i cunicoli, muovendoci tra l'azione dei macchinisti, ma scendendo anche più in profondità. Verso i sotterranei, nel laghetto, nell'oscura dimora dell'Angelo della Musica che nell'ombra ascolta e vede tutto e può tessere i suoi oscuri piani, quando non è impegnato con la creazione della sua opera lirica finale.
Mentre scrivo queste riflessioni, ascolto le canzoni del musical, e mi perdo a sognare di essere proprio lì: in quel bellissimo teatro, in un'atmosfera di mistero, intrighi, passione... tra sogni, musica, amore, oscurità. Be', nella speranza che non mi caschi un enorme lampadario sulla testa!
Mio caro, c'è una virtù nella musica che non fa permeare niente dal mondo esterno se non quei suoni che ti arrivano al cuore.
Il fantasma dell'Opera fu pubblicato per la prima volta en feuilleton nel quotidiano Le Gaulois tra il 1909 e il 1910, e anticipa quello che sarà il genere poliziesco. Gaston Leroux, infatti, era un giornalista e questo suo tratto si avverte in questa indagine sui vari misteri che circondano il teatro. Che cosa succederà a Christine? Quale sarà la sorte dei due innamorati? Che fine farà il Fantasma dell'Opera?
Non vi resta che prendere in mano questo bellissimo romanzo per scoprirlo. Io vi consiglio proprio questa edizione, perché come sempre c'è un'ottima cura in tutti i vari aspetti. Sono tante, infatti, le illustrazioni che arricchiscono il testo, facendoci ancor più sprofondare nella storia e tra gli spazi del teatro stesso. Fate e fatevi un regalo.
Piccole curiosità: per scrivere il suo romanzo, Leroux si è ispirato anche a eventi storici e leggendari legati al teatro parigino. Come la vicenda di un pianista sfigurato a causa di un incendio, nel quale ha perso la sua amata ballerina, e che si è rifugiato proprio nei sotterranei. O la caduta del lampadario durante il Faust di Gounod, nel 1896 che portò alla morte di una donna, o, ancora un macchinista trovato morto. Tutti elementi misteriosi che possono collegarsi benissimo alla maledizione di un presunto fantasma, che va, infatti, a riproporre tra queste pagine.
Dal libro al teatro... al film.
Sono tante le opere teatrali e cinematografiche ispirate al romanzo. Non sto a elencarle tutte, anche perché ne ho viste ben poche e non so darvi indicazioni precise.
Dal punto di vista teatrale sicuramente il musical più conosciuto, che continua a emozionare ancora oggi, è quello scritto da Andrew Lloyd Webber (musiche e libretto), Charles Hart (testi delle canzoni) e Richard Stilgoe (libretto e testi aggiuntivi), portata in scena per la prima volta nel 1986.
Una curiosità: sapevi che è stato realizzato anche un seguito dell'opera intitolato Love Never Dies?
Portato in scena per la prima volta a Londra nel 2010, con testi di Glenn Slater e Charles Hart e libretto di Andrew Lloyd Webber, Glenn Slater e Ben Elton. La trama di questa produzione riprende in parte quella di Il fantasma di Manhattan, scritto da Frederick Forsyth nel 1999, concepito come un seguito sia del musical originale che del romanzo di Gaston Leroux da cui è tratto. Non vi svelo però di più. Personalmente, come sempre accade, non sopporto granché i seguiti di quei classici che per me hanno già il giusto finale (vedi anche il seguito di Via col Vento).
Per quanto riguarda il cinema, il primo film tratto dal romanzo è quello muto del 1916, conosciuto anche come Das Gespent im Opernhaus; seguito da quello - altrettanto muto - del 1925 diretto da Rupert Julian, con Lon Chaney nel ruolo di Erik (dopo aver interpretato Quasimodo nel film Il Gobbo di Notre Dame del 1923).
Una curiosità: Lon Chaney si occupò lui stesso del trucco per il Fantasma e il suo aspetto fu così mostruoso - e quindi, direi in linea con la descrizione che ne dà Leroux -, che si dice abbia fatto gridare e svenire molti spettatori.
Io per ora ho visto solo la trasposizione cinematografica del 2004 dell'omonimo musical teatrale composto da Andrew Lloyd Webber, con la regia di Joel Schumacher e con Gerard Butler, Emmy Rossum e Patrick Wilson nei ruoli rispettivamente de Il Fantasma, Christine e Raoul. A me è piaciuto davvero molto, ho anche apprezzato il doppiaggio italiano, anche perché amo tantissimo le voci di Luca Velletri e Renata Fusco! Forse la rappresentazione di Erik è un po' troppo bella rispetto alla descrizione vera e propria, ma merita!
Voi avete visto qualcosa? Avete avuto la fortuna di vederlo a teatro? Io purtroppo non sono mai riuscita... neanche quando lo hanno portato in Italia, purtroppo.
Scoprite che sono composto interamente di Morte... dalla testa ai piedi; che è un cadavere che vi ama, che vi adora e che non vi lascerà mai più! Mai! farò ingrandire la bara, Christine, per dopo, quando saremo alla fine del nostro amore...