Credo di poter ormai affermare che Frances Hodgson Burnett sia tra le mie autrici classiche preferite. Di tutti i libri letti finora, non sono mai stata delusa. Sì, sono spesso storie intrise di bontà d'animo, dolcezza, gentilezza, a tratti forse caratteristiche un po' troppo accentuate, più simili a fiabe che alla realtà, eppure i suoi piccoli personaggi riescono sempre a entrare nel cuore, a lasciarti una dolce carezza, una tenera sensazione voltata l'ultima pagina. Ho letto diversi suoi lavori, altri ne voglio recuperare, ma oggi vi parlo un po' di uno dei suoi titoli più famosi: Il piccolo Lord.
Ecco, io avevo un'edizione un po' datata in casa, quindi diciamo che non la consiglierei per la traduzione, e anche perché la povera Frances è diventata Francesco, però, recuperate qualche versione più recente e lasciatevi riempire il cuore d'amore da questo angioletto pieno di ingenuità e bontà.
La comparsa di Cedric fu come un raggio di sole fra le tenebre; e alla vista di lui, il vecchio conte sentì in cuore una dolce commozione che non aveva mai provato.
Protagonista di questo romanzo è Cedric, un bambino americano di sette anni. Il piccolo vive negli Stati Uniti con sua madre, alla quale è legato da un profondo affetto. Suo padre è morto qualche anno prima. Era il figlio minore del Conte di Dorincourt, uomo freddo, burbero, altezzoso, ed egoista, che non ha mai riservato un trattamento d'amore ai suoi figli. L'anziano inglese aveva rotto tutti i rapporti con suo figlio nel momento in cui quest'ultimo aveva scelto di sposare un'Americana; rifiutandosi anche di conoscere la moglie e il loro bambino. Per lui, del resto, gli americani sono solo dei selvaggi. Quando, però, il figlio maggiore viene a mancare, il piccolo Cedric diventa l'erede di tutte le fortune del nonno, acquisendo il titolo di Lord Fauntleroy.
Cedric viveva in una piccola casa con la sua dolce mamma e amava spendere il suo tempo nella bottega del droghiere Mr Hobbs - sempre pronto ad attaccare l'avarizia dei nobili inglesi - e andando a trovare il suo amico Dick, il lustrascarpe. La sua vita cambia, però, quando viene convocato dal nonno sconosciuto per recarsi in Inghilterra e ricevere l'educazione da nobile. Il bimbo viene anche separato da sua madre, costretta a vivere in una casa vicina. Eppure non si perderà mai d'animo. Tramite la sua innocenza, generosità e bontà, ma anche grazie al volere di sua madre, che mai gli fa conoscere gli aspetti più oscuri dell'animo umano - impedendo a tutti di svelare i motivi per cui il nonno non la vuole vedere -, il bambino riuscirà a far breccia anche nel gelido cuore del Conte, che si ritroverà a provare sentimenti nuovi, a rivedere molte delle sue convinzioni, anche nei confronti del popolo che vive nelle terre di sua proprietà in condizioni terribili.
Dopo Mary e la piccola Sara, Burnett ci porta a conoscere un altro bambino dal tenero animo, che riesce a colpire i cuori di tutti i personaggi, compreso - forse - anche quello del lettore. Una storia per ragazzi, che però può essere anche una splendida lettura per chi, come me, a volte sente il desiderio di buttarsi su letture più dolci, sognando forse un mondo in cui la violenza sia messa da parte, lasciando spazio alla generosità del cuore umano. Forse dovremmo tutti ritrovare un po' quell'ingenuità dell'infanzia, che non ci fa scorgere il brutto dell'uomo e del mondo; ma può insegnare a guardare tutto in maniera anche diversa. Perché un gesto di gentilezza può fare tanto. Basta poco per far tornare a sorridere qualcuno: non voltarsi dall'altra parte, cercare di ascoltare l'altro, capire le sue difficoltà, tendere una mano e dare aiuto soprattutto se si hanno disponibilità.
Non è facile accettare un personaggio come l'anziano Conte. Quest'uomo rancoroso, burbero, geloso degli affetti, ma anche freddo, distante. Un uomo che non è riuscito a essere un padre per i suoi figli, che ha distrutto un rapporto con il figlio prediletto solo perché non ha voluto accettare una scelta d'amore; che giudica con troppa facilità il diverso da sé (l'americano, visto come selvaggio, approfittatore, violento, volgare...), e che prova anche una sorta di gelosia per l'amore immenso che quel bambino, verso il quale prova sempre più affetto, prova per la sua mamma. Forse anche perché avendo vissuto una vita lussuosa, ma arida interiormente, quando si accorge che qualcuno può nutrire affetto nei suoi riguardi, lo vorrebbe egoisticamente tutto per sé.
L'affetto era per lui cosa tanto nuova, che, nel suo cuore egoista, avrebbe voluto essere lui il solo pensiero di Cedric.
Eppure, il cambiamento che avviene, fa sorridere. L'assurda dolcezza di Cedric scalda davvero il cuore. Teneri sorrisi nascono. E voltata l'ultima pagina ti accorgi di quanto possano fare bene anche queste storie, all'apparenza forse un po' stucchevoli, ma di cui soprattutto nei momenti più duri della vita, riescono davvero ad aiutare tanto.
Ancora una volta Frances Hodgson Burnett mi ha colpita. Nonostante la mia edizione con una traduzione un po' antica, e non sempre apprezzata, ho amato questo libriccino. E ve lo consiglio. La mia versione è anche arricchita da diverse illustrazioni del pittore Alberto Micheli.
Se poi non l'avete ancora vista, vi consiglio la trasposizione cinematografica del 1980, con Rick Schroder come Cedric e Alec Guinness nel ruolo del Conte. Mentre leggevo le pagine di questo libro, immaginavo proprio quegli attori. Però, ho visto che ci sono numerose altre versioni.
Insomma, se cercate una piccola coccola letteraria, un classico di squisita tenerezza, questo è il libro giusto per voi.
Avete letto qualcosa di questa autrice? Io spero di riuscire a buttarmi tra le pagine di Una piccola principessa nel corso del prossimo mese.