Esce oggi in libreria il secondo volume della serie, di quattro volumi, Melvile di Romain Renard, un poliedrico artista belga, autore di fumetti, scenografo, grafico e musicista che ci fa tornare in questa piccola quanto oscura e immaginaria cittadina americana. Se nel primo graphic novel ci ha permesso di conoscere la storia di Samuel Beauclair, scrittore che vive tra sensi di colpa e con il peso di dover essere come suo padre, qui troviamo una storia che si sviluppa parallela alla prima. L'autore ci descrive la vita di Saul Miller, brillante universitario e professore di astrofisica, che vive riparato nel folto della foresta, con pochi amici, una donna con cui ha un flirt, e una bambina alla quale trasmette le sue conoscenze sull'universo e le stelle. Ma l'arrivo di due cacciatori minerà l'apparente serenità della sua esistenza.
Prenditi cura dei tuoi sogni, Mia. Perché non si avverano che una volta sola. Dopo, è troppo tardi, è il turno di un altro.
Saul Miller è tornato a Melvile, il paese natale che ha lasciato molto tempo prima per andare a studiare all'università. Lui è l'unico che ha potuto abbandonare quel luogo di poche anime, per trovare una via diversa, avere così un'istruzione che forse in qualche modo lo potesse elevare da una realtà volgare piena di barbari, d'illetterati. E, in effetti, tutti a Melvile hanno finito per chiamarlo Il Professore.
L'uomo vive riparato nella foresta. Una catena blocca l'accesso a eventuali cacciatori, impedendo loro di svolgere la loro crudele attività nella sua proprietà. È qui che trascorre la sua pensione, permettendo a ben poche persone di far parte della sua vita. Due amici, Beth e Daniel, che vivono a poca distanza da lui. Lei che sogna di avere un figlio, lui che continua a parlare di UFO ed extraterrestri. E poi ci sono Paz, una donna con cui sembra avere solo un flirt, e sua figlia Mia, una bambina di undici anni, di cui si occupa volentieri quando la donna lavora. Saul trasmette tutto il suo sapere alla piccola, parlando non solo di natura, terra, alberi secolari, ma anche rivolgendo lo sguardo verso l'alto, oltre il cielo, verso l'universo. Discorrono di stelle nelle notti d'estate. Di come osservandole si possa scorgere forse anche il proprio passato, come risalendo la corrente di un fiume.
Ma quando due cacciatori cercano di forzare le catene, volendo passare nel suo territorio, l'apparente serenità dell'uomo è spezzata. Una semplice, seppur violenta, discussione degenera in qualcosa di più grande. Una risata inquietante, un gioco perverso, un tormento che spinge a perdere il senno. Tutto precipita. Il mondo di Saul sembra esplodere, fino ad arrivare al grande incendio che ha scosso Melvile, anche nel primo volume. Un fuoco che, però, ha il potere forse di chiarire le cose, di far luce nel buio.
Saul Miller è un uomo di mezza età che non sa più chi sia veramente, che si interroga sulle sue origini, ma anche sull'immagine che ha deciso di creare di sé, e dietro la quale si chiude nella speranza di poter coltivare quel suo sogno, ma anche scosso da un profondo tarlo interiore. È un uomo orgoglioso, che preferisce isolarsi, forse pensando in un certo senso di essere migliore degli altri, perché ha studiato.
Come dicevo, la sua storia si muove parallela a quella di Samuel Beauclair che, infatti, possiamo scorgere in almeno due occasioni. A unire le due esistenze c'è poi anche l'incendio che scuote la cittadina. Un fuoco che fa paura, ma che permette anche di rendere più nitidi i problemi, di trovare forse una qualche via di fuga, redenzione o forse perdono. O altro ancora?
Melvile, infatti, questa città di neanche cinquecento anime, diventa una sorta di specchio sull'animo degli abitanti. È soprattutto in questo bosco con le sue strane visioni, nell'incendio e nell'acqua del fiume, che i vari protagonisti vanno a scontrarsi con il proprio passato, con ciò che tormenta la loro anima, con l'orgoglio e le proprie azioni.
Anche in questo caso, poi, siamo di fronte a un testo dal taglio cinematografico e fortemente introspettivo. Scorrendo le tavole di questo graphic novel, spesso mute, dai pochi colori dal nero al blu, dal rosso al seppia, sembra quasi di vedere una sorta di film dalle sfumature noir, dove si alternano momenti di serenità - come quelli trascorsi con Mia, Paz, Beth e Daniel - caratterizzati da una certa luminosità, ad altri molto più oscuri dove il tormento, la paura, i turbamenti interiori, danno luogo a una violenza anche molto cruda.
Lei vive nelle sue stelle e io sono la persona che la riporta sulla terra, che le ricorda quello che è realmente.
Ancora una volta, in questa misteriosa cittadina, prendono vita le emozioni umane. Il senso di colpa, una sorta di sindrome dell'impostore, la rabbia nel vedere le proprie illusioni rischiare di infrangersi in mille pezzi. Ma, accanto al protagonista, anche noi lettori ci ritroviamo a chiederci: quanto di quello che leggiamo e guardiamo è vero? Quanto è frutto di una cieca illusione? Anche perché, come dirà un personaggio: non bisogna sempre credere a quello che manda il bosco, in quel momento la foresta può provocare visioni.
Ho amato moltissimo le illustrazioni. Già dalla prime pagine, quando non ci sono parole, ma solo cieli pieni di stelle, universi, e pianeti, si resta estasiati dal suo tratto, per poi passare alla bellezza degli alberi secolari, della foresta, spesso però spezzata dalla crudeltà umana. Questa serie la vedrei davvero come un possibile film, uno di quei thriller psicologici che tengono un po' con il fiato sospeso, ma che allo stesso tempo ti portano a indagare l'animo umano. Su quanto sia facile aggrapparsi a un desiderio, a una certa immagine di sé, anche se non corrisponde alla realtà. Su quanto a volte vogliamo credere di essere diversi da quello che siamo veramente, quasi nel tentativo di mettere a tacere quella vocina che ci logora dentro. Quel cancro che ci fa ricordare di quanto in realtà siamo piccoli e mortali, con tutti i nostri difetti, le paure, le difficoltà.
La trama mi ha colpito un po' meno rispetto al primo volume, e purtroppo il finale mi ha lasciata un po' spiazzata, con la testa ancor piena di domande. Diciamo che, quando leggiamo, mettiamo anche una buona dose di impressioni soggettive, e a me il senso di sospensione che alcuni testi mi lasciano, purtroppo non riesce sempre a convincermi del tutto. Se nella storia di Samuel mi sembrava tutto piuttosto chiaro - a tratti, forse anche scontato, ma comunque interessante - qui, forse anche per un problema mio, non sono riuscita a trovare risposta ad alcune immagini. O forse, semplicemente, una vera e propria chiave non c'è.
È comunque una serie che mi sta davvero piacendo, soprattutto per il tratto dell'autore, per i misteri che circondano questo villaggio, per l'indagine psicologica dei singoli protagonisti. Resta la curiosità di scoprire i prossimi due volumi, anche per comprendere come saranno collegati ai precedenti.
Insomma, è un graphic novel che vi consiglio di recuperare. Questo volume è anche arricchito con una mappa che ci permette di meglio visualizzare Melvile e i luoghi che appartengono ai vari personaggi incontrati fino ad ora.
Aggiungo che, parlando di due vite diverse, non bisogna per forza partire dal primo volume, anche se lo consiglio. Perché è interessante andare a scoprire i punti in comune, e anche scorgere Samuel tra queste pagine dedicate a Saul.
Ringrazio di cuore, ancora una volta Valentina per la copia. Se volete acquistarlo, lo trovate anche qui.