La libertà è una cosa seria, di Flavia Florindi

21 ott 2024

Libri

Per voi cosa è la libertà? E la giustizia?
Sono due domande a cui forse non è poi così facile e scontato dare una risposta e le uso per introdurre il libro che mi è stato gentilmente inviato dall'autrice stessa, e che ringrazio di cuore: La libertà è una cosa seria, di Flavia Florindi, pubblicato di recente da Edizioni Piuma. 
Si tratti di un distopico per ragazzi, ambientato in una Trieste divisa in due zone molto diverse. Ma tra queste pagine si affrontano anche temi molto importanti e interessanti: la giustizia e la libertà, come ho anticipato, ma anche la famiglia, le amicizie, la politica, le differenze sociali, e anche argomenti come la disforia di genere. È anche un romanzo di formazione, perché Tommaso - il giovane protagonista di questa storia - dovrà affrontare una sorta di avventura che lo porterà a crescere e a rivedere molte cose in cui credeva. Insomma, una lettura che ho molto apprezzato, non tanto per la trama in sé - il cui finale può essere facilmente intuibile -, ma proprio per i messaggi che trasmette e le possibili riflessioni che può lasciare voltata l'ultima pagina.

...poi c'è il Territorio Libero di Trieste, e nessun luogo è libero come la mia città.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Siamo in una Trieste divisa in due zone totalmente differenti e contrapposte, una città separata da un muro, come la storica Berlino. Il romanzo inizia nella zona A, il Territorio libero di Trieste, quella più ricca, benestante, tecnologica, considerata quasi una vera e propria patria della libertà. Qui, è quasi tutto concesso, anche ciò che altrove è ritenuto illegale. Tutti possono bere, fumare e drogarsi liberamente, anche i bambini; si vedono tanti animali esotici, i bambini vengono portati al guinzaglio, la gente ha il diritto di ottenere quel che desidera, purché rispetti la libertà degli altri. Sembra un luogo idilliaco, ma è veramente così?
È qui che vive Tommaso, un ragazzo di sedici anni, nipote del Governatore. Il giovane è scosso da una rabbia e da un senso di colpa molto forti, che lo portano a scagliarsi contro sua madre, accusandola di aver tradito il padre, ma anche in un certo senso contro sé stesso. Suo padre Filippo, infatti, è morto durante una delle sue scalate sul monte Gora, e l'ultimo ricordo che ha di lui, è il litigio avvenuto tra loro. 

Suo zio ha come obiettivo la riunificazione delle due zone, ma anche di commemorare il ricordo del fratello, con una scalata. E lo invita a partecipare. 
Ma... la corda si spezza e Tommaso precipita nella zona B, nella Repubblica popolare di Trieste. In quel luogo arretrato, povero, chiuso, duro e anche violento. Covo di terroristi, a quanto dicono. Qui tutti sono vestiti uguali, mangiano tutti le stesse cose, sembrano avere le stesse disponibilità pur svolgendo mestieri diversi. Sguardi chini, regole precise. Eppure, è davvero così terribile come mondo? 

A salvarlo sono due persone: il guardaboschi Michele, e sua nipote Aligia. Una ragazza all'apparenza scontrosa, che continua a bofonchiare parole in sloveno e a guardarlo con un occhi di sfida; ma che in verità condivide con lui il medesimo dolore: la perdita di un padre. I due potrebbero benissimo denunciarlo, ma in verità si occuperanno di lui, cercando anche una soluzione per farlo tornare a casa. Saranno proprio loro e questa difficile esperienza a portare Tommaso a rivedere le sue credenze, a riflettere, insieme al lettore, su cosa siano la vera libertà e la giustizia. 

... a volte la giustizia può essere ingiusta. Come la libertà.

Lo sviluppo della trama in sé potrebbe essere facilmente intuibile, non ho trovato nulla di così originale - seppur mi abbia affascinato molto l'idea di questa Trieste divisa in due -, però quello che più mi ha colpito e ho apprezzato di questo romanzo sono proprio i temi trattati. Flavia Florindi, attraverso le avventure di Tommaso e di Aligia, fa molto riflettere su cosa sia davvero la libertà. 
La libertà è una cosa seria. Dice, a un certo punto, la ragazza osservando le assurdità di un mondo considerato totalmente libero. 
Cosa è davvero la libertà? Un mondo in cui puoi fare tutto quello che desideri, ma dove sei - in verità - rigidamente controllato e dove tutti sono chiusi in sé stessi, vittime di una frenesia tossica che tiene incollati agli schermi tecnologici, dove non si dà nulla per niente e tutti si fanno gli affari propri? O una realtà visibilmente più rigida e violenta, in cui però c'è chi è disposto anche a mentire e a rischiare la propria vita per solidarietà anche davanti a uno sconosciuto? Dove ci si guarda ancora negli occhi?
E cos'è la giustizia?

Sono tematiche importanti che offrono vari spunti di riflessione, anche in relazione al nostro presente. Quanto è facile, infatti, credere di vivere in un paese pieno di libertà, quando, invece, ogni giorno ci ritroviamo a scontrarci con una serie di leggi che vanno proprio a minare quei diritti e quel senso di giustizia che dovremmo tutti ricevere? O in un mondo che ci sembra evoluto, tecnologico e avanzato, ma dove tutto è mosso da una propaganda che distorce la realtà, e fa apparire gli uomini come tante macchine pronte a ripetere all'infinito gli stessi slogan assurdi e violenti? E poi magari andiamo a volgere lo sguardo verso altri luoghi, ritenuti da tanti covo di terroristi, dove invece la libertà si scorge anche solo guardando le persone negli occhi: famiglie che forse stanno perdendo tutto, ma che mantengono la loro dignità, la solidarietà, un profondo rispetto per la vita, per la giustizia. Persone che sono controllate, uccise, bombardate, ma che in verità sono molto più libere di noi, che viviamo in condizioni migliori, ma che spesso non abbiamo quasi la possibilità di esprimere realmente i nostri pensieri.  E giorno dopo giorno perdiamo anche quelle libertà sui nostri corpi, su chi desideriamo amare, sui nostri sogni, le nostre vite.

Con i miei pensieri forse sono andata un po' fuori dal concetto del libro, ma credo che una lettura sia davvero degna di nota quando oltre alle emozioni e alla bellezza di trama o personaggi, riesce a trasmetterti anche profonde riflessioni che non riguardano solo le pagine di un libro, o la storia di Tommaso e Aligia - in questo caso -, ma anche quello che è poi il nostro mondo, quello che proviamo nel profondo.

A tal proposito, condivido con voi anche questo estratto che secondo me rappresenta bene tutto il messaggio del libro:

Ascolta: la giustizia è desiderare qualcosa per gli altri come per te stesso, no? Lo hai detto tu. Ma se ad altri mancano dei diritti che tu hai, allora la giustizia non è più giusta. Se a te piace la gonna pantalone va bene. Però se un'altra persona sta male al pensiero di indossarla, dovrebbe poter avere il diritto di scegliere un altro vestito. Avere più diritti per tutti non vuol dire averne di meno tu. Se non ti servono, non li usi. Ma magari altri possono farlo.

Tornando alla nostra realtà, mi sono sempre chiesta quale sia il problema se qualcuno ha un desiderio che non va a ledere l'altro. Se qualcuno vuole amare qualcun altro del suo stesso sesso, che male c'è? Se c'è chi si sente stretto nel suo corpo, e vuole scegliere una vita diversa, che fastidio ti dà? Se una donna non vuole avere figli, perché imporli? Perché giudicare i sogni degli altri? Sono sempre stata dell'idea che finché non si va a fare del male all'altro, ognuno debba avere il diritto di scegliere cosa fare della sua vita. Senza giudizio, senza obblighi, senza leggi restrittive. Forse per me è questo il concetto di libertà, e allo stesso modo di giustizia. E quel confine di cui parla anche Aligia, per me sta proprio nel cercare di realizzare i propri sogni ed essere sé stessi, senza però andare a recare danno all'altro. E, invece, siamo sempre più davanti a un mondo dove da un lato la troppa libertà ha portato le persone a essere meno solidali, più chiuse, a tratti anche violente; dall'altro lato il potere cerca di imporre limiti, spezzando sogni, voci, desideri, la possibilità di essere semplicemente sé stessi. Mi sono dilungata, lo so. E spero che tutto questo ragionamento abbia un senso.

È una lettura per ragazzi (età consigliata dai 15 anni), ma che potrebbe essere interessante, da questo punto di vista, anche per gli adulti. Appunto per i pensieri che possono essere tratti fuori, ma anche per i temi trattati. Come dicevo, si parla anche dell'amicizia, della disforia di genere, c'è un pizzico di amore. Si affrontano i rapporti burrascosi con i genitori, fatti di incomprensione e rabbia; si analizza il potere, e quanto possa essere marcio in verità; o ancora le differenze sociali. Il tutto scritto in modo chiaro, lineare, non pesante, pur trattando argomenti molto forti.

Ma voi lo sapevate che è esistito davvero Il Territorio Libero di Trieste? Dopo la Seconda Guerra Mondiale, infatti, l'area triestina fu divisa in due zone fino al 1954 circa. La zona A, sotto il controllo occidentale, e la zona B, ossia il resto della provincia, sotto il comando jugoslavo. Successivamente, Trieste e un piccolissimo numero di comuni sono rimasti all'Italia, tutto il resto alla Jugoslavia. Da questa curiosità e non solo nasce questa storia, che vi invito sinceramente a scoprire!

Torno quindi alla mia domanda iniziale: che cosa è per voi la libertà? E la giustizia?


Per acquistare il libro.

IL LIBRO

La libertà è una cosa seria
Flavia Florindi
Casa editrice: Edizioni Piuma
Pagine: 256
Prezzo: 18.00€
Anno di pubblicazione: 2024
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