Non avevo mai letto nulla di Valerio Evangelisti. Complice una sorta di gioco fatto con il mio compagno, nel quale ha scelto lui dei libri che dovrei leggere quest'anno - spoiler, sto fallendo anche in questo progetto, visto che me ne mancano parecchi da recuperare - ho finalmente fatto non solo la conoscenza con la sua scrittura, ma anche con uno dei suoi personaggi più famosi: l'inquisitore Nicolas Eymerich.
Vi capita mai di rimanere sorpresi nel restare affascinati proprio dal personaggio negativo e spregevole? Ecco, non avrei mai immaginato di provare una sensazione simile proprio con un inquisitore, ma devo dire che forse l'aspetto più bello di questo romanzo è proprio la descrizione di Nicolas Eymerich. Intollerante, spietato, manipolatore, ma anche colto e intelligente, il vero protagonista di questa storia riuscirà sicuramente a colpire il lettore.
Lontano, sopra le torri dell'Aljaferia, sembrava incombere una gigantesca figura femminile. Era fatta di nuvole e di luce, eppure la si distingueva nettamente. Un volto nobile e severo, una figura slanciata avvolta in una tunica bianca, una mano protesa a reggere un attrezzo indistinguibile. Fu questione di un attimo e la figura svanì nel pulviscolo solare.
Nicolas Eymerich, inquisitore è il primo romanzo della serie incentrata su questo personaggio creato dalla penna di Valerio Evangelisti e ispirato alla figura realmente esistita di Nicolau Aymerich, inquisitore domenicano spagnolo.
Il romanzo si sviluppa su tre linee narrative perfettamente connesse: una ambientata nel Medioevo dove seguiamo le avventure di Eymerich come inquisitore; una nel presente, e una in un possibile futuro. Siamo davanti a una storia che mescola abilmente il romanzo storico a quello fantascientifico.
Medioevo, Regno di Aragona, 1354.
Alla morte del precedente Inquisitore Generale, il suo posto viene preso dal giovane e spietato Nicolas Eymerich, che deve indagare su una misteriosa setta di neopagani, infiltrati nella corte aragonese. Perché nella cisterna del palazzo ci sono dei neonati bicefali senza vita? Che cos'è quell'apparizione di una figura femminile gigante in cielo che scorge lo stesso inquisitore?
Presente.
Marcus Frullifer è un fisico che elabora una teoria scientifica volta a spiegare i fenomeni paranormali. L'uomo si ispira alla teoria degli psitroni di Dobbs, delle particelle simili a neutrini, eccitate dall'attività cerebrale umana e proiettate da un cervello all'altro.
Futuro. 2194.
A quanto pare le teorie di Frullifer hanno avuto i risultati attesi, e si possono effettuare anche viaggi interstellari. Seguiamo, infatti, quello dell'astronave psitronica Malpertuis verso Olympus, un pianeta dimenticato dove ancora sembra manifestarsi la presenza di dei pagani.
All'apparenza storie diverse, in verità, come dicevo, strettamente interconnesse l'una all'altra, in maniera molto particolare.
Ammetto con sincerità che ho apprezzato molto la parte storica relativa a Nicolas Eymerich, una figura spietata, inquietante, perfida, ma allo stesso tempo colta e che spicca tra le pagine. È uno di quei personaggi sicuramente negativi, che però riesce a creare un fascino particolare e oscuro nei lettori.
Sono rimasta anche colpita dall'omaggio evidente che Evangelisti dedica a Jean Ray e al suo romanzo Malpertuis. L'astronave, infatti, ne porta il nome, ma ci sono molti elementi in comune con la storia tratteggiata dall'autore belga e che, per me, è stato un piacere ritrovare tra queste pagine.
Non ho trovato, invece, altrettanto entusiasmante la parte che riguarda il presente e i tentativi di Marcus Frullifer di far comprendere e accettare la sua teoria scientifica. È sicuramente l'aspetto che ho trovato forse anche un po' noioso del romanzo.
La donna, che strinse gli occhi arrossati come se non riuscisse a sopportare tanta luce, era irriconoscibile. I capelli scarmigliati erano coperti di brandelli di ragnatele, la veste che indossava era intrisa di escrementi. Nella ciotola ai suoi piedi non si vedeva traccia di cibo...
Tuttavia, come primo approccio alla scrittura di Valerio Evangelisti, è sicuramente positivo! In particolare, ho apprezzato moltissimo le descrizioni storiche, non solo del protagonista assoluto della storia, l'inquisitore, ma anche nel tratteggiare gli orrori delle torture e i rituali pagani che sempre mi affascinano, amando molto il tema.
Si parla di potere, di manipolazione, dello scontro sempre complesso tra scienza e fede, tra ragione e mistero. Un romanzo sicuramente ricco di elementi, che, ad eccezione di alcuni passaggi, riesce a intrattenere molto bene il lettore, desideroso di comprendere appieno i vari collegamenti tra i tre piani temporali.
In casa abbiamo tutti gli altri romanzi della saga, quindi, son curiosa di proseguire presto il viaggio.
Voi avete mai letto qualcosa di Valerio Evangelisti? Che cosa ne pensate del suo ambiguo, quanto complesso Inquisitore?