Il lascito dei morti, di Daniela Franceschi e Simone Valtorta

5 Sep 2024

Libri

Maledizioni, un'oscura piaga che colpisce le donne incinte, feti deformi pronti a divorare le loro madri, senz'anima e cimiteri in cui il soprannaturale sembra divenire reale e sconvolgere la mente. Vite mosse da un terribile gioco di carte, e un gatto nero dagli occhi topazio, che sembra essere l'incarnazione del Male. È stato pubblicato da poco il seguito de La memoria delle ceneri, di cui vi ho già parlato nel blog, e ho avuto la possibilità di leggerlo. Oggi, quindi, cerco di riflettere un po' su Il lascito dei morti, il nuovo romanzo neogotico scritto a quattro mani da Daniela Franceschi e Simone Valtorta, pubblicato da Tabula Fati. Un ringraziamento a Daniela, in particolare, per la copia. 

Poi voltò la carta a sinistra della donna di coppe. Era l'asso di spade. Sollevò la carta, in modo che la punta della spada fosse rivolta verso il basso. La posò sulla donna di coppe, sul bordo superiore, facendola poi scorrere lentamente fino a coprire del tutto l'immagine della donna. Si accarezzò la corta barbetta caprina: «Si dia inizio ai giochi!».


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Nell'agosto del 1985, Vivienne Fabre, psicologa di Parigi - che abbiamo avuto modo di conoscere già nel primo romanzo - arriva a Château Saint Gervais, un piccolo paesino provenzale, per assistere sua cugina Claire, prossima al parto. La donna è turbata, soprattutto per le lettere ricevute da quella che per lei è come una sorella. Parole piene di paura per la cosa che sta crescendo nel suo ventre che sembra divorarla, e per i tanti incubi che tormentano le sue notti. Ma all'arrivo qualcosa di terribile l'attende: sua cugina è morta dando alla luce un bambino deforme, che è vissuto solo qualche istante, prima di seguire sua madre in quel tragico destino.

Vivienne è sconvolta. Dopo aver perso i suoi genitori quando era molto piccola, ora ha dovuto dire addio anche all'ultima persona a lei cara, sua cugina, sua sorella, la persona alla quale era più affezionata. Dopo un attimo di turbamento, però, la donna decide di volerci vedere più chiaro, soprattutto quando si accorge che molte donne della famiglia Dudekem - del marito di Claire - hanno subito il medesimo destino nel corso dei secoli. Che cosa è accaduto realmente? Perché i bambini nascono con quelle deformità e muoiono quasi subito? Qual è il legame con la peste che ha sconvolto il paese nel 1720-22 e il successivo male di cui è difficile trovare risposta? 


In questo secondo volume, seguiremo Vivienne in questa sorta di indagine, tra biblioteche e archivi, ma anche cimiteri in cui sembrano esserci misteriose apparizioni, anche inquietanti. Un uomo dall'aria antica, che sembra una sorta di principe delle fiabe, dei bambini mostruosi che vogliono divorare le persone e condurle con loro sotto terra. Ma Vivienne dovrà anche rapportarsi con le persone che Claire amava: il marito, Èmile, sconvolto per la perdita dell'amata, suo fratello Serge e la moglie Margot. Amici o nemici? E soprattutto con l'oscura maledizione che sembra aleggiare attorno alla loro famiglia. 

E ancora, come nel precedente romanzo, a muovere le vite dei personaggi, come se fossero dei burattini sotto il suo controllo o ingranaggi di un immenso meccanismo di cui rimane sconosciuto il fine, è la presenza di questo misterioso uomo, dalla corta barba caprina, vestito elegante con una spilla d'oro a forma di spiga di grano. Con lui, un inquietante gatto nero dagli occhi color topazio, che sembra l'incarnazione del male. 

Riuscirà Vivienne a comprendere cosa sia successo e a salvare non solo sé stessa, ma anche la piccola Alexandra Marie, figlia della sua cara Claire?

All'improvviso, da dietro la finestra spuntò la creatura. Era un feto enorme, con due occhi piccoli e crudeli, e una bocca irta di minuscoli denti aguzzi; dalle labbra appena accennate pendevano brandelli di carne sanguinolenta. Appoggiò le mani al vetro della finestra e cominciò a battere, battere, battere, sempre più forte, come se volesse romperlo. Per entrare.

Il finale aperto de La memoria delle ceneri mi aveva lasciato con molte domande circa la natura del misterioso uomo e del gatto nero, e del loro legame con Vivienne. Non ho trovato le risposte che cercavo in questo secondo volume, ma sono certa che tutto potrà divenire più chiaro nell'ultimo libro di questa trilogia neogotica, a mio avviso, davvero interessante. In questo secondo romanzo, però, possiamo approfondire meglio la storia di Vivienne, la psicologa che aveva aiutato una madre e le sue bambine tre anni prima, e che per tutta la vita continua a cercare risposte sul motivo dell'improvviso cambiamento di suo padre, dopo aver letto oscuri libri di una libreria antiquaria, e che lo portarono poi alla morte. Ma come mai l'uomo e il gatto puntano il suo sguardo proprio su di lei? Ammetto, che la curiosità resta tanta!

Se devo essere sincera, ho qualche difficoltà nel condividere la mia semplice opinione su questo libro, perché sebbene si veda un miglioramento non solo nello stile, ma anche nella struttura della storia e dei personaggi, il primo volume mi aveva coinvolto di più, forse proprio per il tema dell'odio e della vendetta, di quanto lasciarsi trascinare da sentimenti così negativi rischi solo di logorare dentro, di distruggere la tua vita e quella delle persone che ami. Un concetto che in un certo periodo della mia vita, ho sentito anche mio. 

Tuttavia, anche Il lascito dei morti ha degli aspetti molto interessanti. Anche in questo caso c'è un filo conduttore che lega una famiglia, generazione dopo generazione. Un gesto compiuto per fare del bene, ma che si è tramutato in un certo senso in un'opera del Male, una catena difficile da spezzare. Se nel primo ci si sofferma soprattutto sui concetti di odio e vendetta, qui i temi sono l'ossessione per la conoscenza, che spinge l'essere umano ad andare troppo oltre anziché diffidare della ricerca di una sapienza che non è destinata all'uomo; ma si parla anche di follia.

Molte sono le descrizioni inquietanti, soprattutto quando vengono descritti gli incubi di Claire, ma anche nel momento in cui Vivienne arriva nel cimitero degli appestati, dove si trovano i resti dei senz'anima, i neonati deformi morti poco dopo la loro nascita. Non manca quindi la componente soprannaturale, il mistero, e l'ossessiva presenza del Male che s'insinua proprio nelle anime delle persone ferite, disperate, prede dell'odio e della follia. Un male che rischia solo di causare altre vittime. 

Forse, però, avrei voluto saperne di più di Pape e Yâšûd (il gatto nero)... ma vedremo nel prossimo capitolo come gli autori concluderanno tutto!

Secondo me l'idea resta davvero interessante e, anche se come ho detto, mi sono sentita più coinvolta dal primo romanzo, è una serie che se amate il genere neogotico può essere recuperata. Io, intanto, resto in attesa del terzo volume, nella speranza di avere tutte le risposte! 

Dal suolo venne fuori una testa, simile a quella di un neonato, ma con due occhi rossi infossati nelle orbite e una bocca irta di denti aguzzi.
«Vieni, Vivienne» biascicò l'essere, «vieni con noi.»
Alla sua destra emerse un altro di quei feti deformi. «Vieni, ti faremo conoscere la verità. La verità ti farà libera nel regno del silenzio.»
Una terza creatura sorse dal terreno dietro la prima. «La verità che tu ricerchi noi ti daremo, se udir vorrai la voce dei senz'anima.»

IL LIBRO

Il lascito dei morti
Daniela Franceschi, Simone Valtorta
Casa editrice: Tabula Fati
Pagine: 152
Prezzo: 12.00€
Anno di pubblicazione: 2024
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