Questa casa editrice, in verità, è una scoperta del mio compagno, alla quale mi sono avvicinata poi anch'io con molta curiosità. Ci sono stati presentati alcuni titoli particolari, ma ho trovato molto interessante parlare con il direttore editoriale, Emmanuele Pilia, soprattutto perché oltre a discutere di editoria, abbiamo toccato anche il tema della Palestina.
Oggi, quindi, voglio farvi conoscere D Editore!
Chi siete e cosa vi caratterizza e vi distingue dagli altri?
D Editore è una casa editrice di stampo libertario e nasciamo come casa editrice di saggistica: l'idea era quella di riuscire a importare temi, autori e autrici che hanno difficoltà a penetrare nel dibattito culturale italiano, non soltanto per tematica affrontata, ma anche per il tono di voce. Infatti quello che cerchiamo di fare è quello di avere un tono sicuramente divulgativo e pop, ma anche molto punk, graffiante. Siamo infatti dell'idea che, nonostante i temi legati alla filosofia anarchica, al comunismo e simili, siano realtà vive e vitali, in verità purtroppo ci vengono raccontati troppo spesso in modo moralistico... Insomma, come una rottura di coglioni interminabile! Come movimenti, siamo riusciti a rendere noiosi anche scopare e drogarsi, e questo perché non riusciamo a toglierci di dosso questa tendenza classificatoria tipica dell'atteggiamento accademico. Non voglio dire che siamo antiaccademici nel senso avanguardista del termine, però effettivamente questo approccio ha portato a un impoverimento del dibattito. Quasi subito ci siamo poi resi conto che lo stesso discorso può essere affrontato non solo con un saggio, ma con una storia e così, per esprimere al meglio questi temi, abbiamo deciso di aprirci anche alla narrativa e al fumetto.
Ammirazione, Orgoglio e Sogno.
Qualcosa di altre case editrici che ammirate e/o che avreste voluto fare voi.
L'ammirazione che possiamo provare è verso la Resistenza Palestinese, perché in un contesto come questo, quello che facciamo noi è davvero poco importante. Parliamoci chiaro, siamo delle persone estremamente egocentriche e non facciamo nient'altro che tirarci delle seghe a vicenda, delle grandissime pacche sulle spalle che ci diamo tra di noi per farci vedere quanto siamo bravi, in realtà noi stiamo giocando... L'unica ammirazione che posso provare è verso le persone che, nonostante il martirio di questi 80 anni, continuano a resistere a uno Stato che è dichiaratamente neo-nazista.
Qualcosa di cui siete particolarmente orgogliosi.
Il progetto di cui siamo più orgogliosi è qualcosa che arriverà a breve: la traduzione di un libro di Leila Khaled, la fondatrice del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. È un libro molto intenso, toccante ed emotivo. Se tutto va bene uscirà il prossimo autunno.
Il Sogno nel cassetto.
Il sogno nel cassetto è riuscire a partecipare alla Fiera del Libro a Gerusalemme, con tanti amici, compagni e compagne, fratelli e sorelle di quei territori.
Pro e contro di questo Salone 2024
PRO: C'è stato il sole, il tempo è mite e non fa troppo caldo.
CONTRO: Hanno messo una struttura togliendo parcheggi sia agli utenti sia a noi espositori. Hanno fatto un'idiozia chiudendo il cancello alle bandiere palestinesi, poi ripulendosi la faccia permettendole l'ultimo giorno. A livello culturale una certa focalizzazione su influencer - chi li segue non è detto che legga libri - e narrativa italiana, in controtendenza rispetto agli ultimi Saloni, penalizzando i settori trainanti, assieme alla letteratura per bambini, il fumetto e la saggistica, scelta che nessuno ha capito sinceramente. A livello logistico effettivamente c'è stato un calo: non voglio dare tutte le colpe alla nuova gestione, perché ci sta un errore alla prima esperienza.
Se volete scoprire il loro catalogo questo è il Sito.
Canali Social:
Tra i titoli consigliati abbiamo presto Amnesia, di Douglas Anthony Cooper; ma ci hanno colpito anche Primi Delitti e Nuovi Delitti di Paolo di Orazio.