Freme la vita. I sogni di Goffredo Mameli, di Francesco Randazzo

11 giu 2024

Libri

Quando la casa editrice Graphofeel mi ha proposto questo libro ho subito accettato perché desideravo da tempo poter approfondire temi e personaggi del Risorgimento. La figura di Goffredo Mameli l'associavo sempre e solo al nostro Inno, ma non mi sono mai soffermata molto sulla sua storia. Se vi affascina, vi consiglio questa biografia romanzata di Francesco Randazzo che al di là delle fonti storiche accertate, ha provato a focalizzarsi soprattutto sull'aspetto umano di questo ragazzo, morto a soli ventuno anni, mosso da profondi ideali di libertà: Freme la vita. I sogni di Goffredo Mameli.

C'è in lui una fame di vita e d'avventura sorprendenti. Il ragazzo gracile e malaticcio, tenuto in casa fino ai dieci anni, è diventato un giovane volitivo, affascinante (le donne impazziscono per lui), paladino della libertà, seduttore di coscienze, cantore della rivoluzione.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Roma, 3 giugno 1849. 
Goffredo Mameli viene colpito alla gamba dal fuoco nemico, durante l'assedio a Villa Corsini occupata dai Francesi. La Repubblica Romana sta per soccombere, mentre il giovane poeta viene portato con urgenza all'ospedale della Santissima Trinità dei Pellegrini. 
Inizia così questa biografia romanzata che mescola verità storica e fantasia dell'autore, che cerca di andare a rivelare il 'ragazzo' nascosto oltre il simbolo, con tutte le sue fragilità, tentando di donare al lettore una figura più vera, più umana. 

Mentre giace sul letto, seguito da medici e le tante donne, infermiere volontarie, ed eroine di guerra anch'esse, Mameli oscilla tra sonno e veglia. Sogni e pensieri lo portano lontano, a Genova, dove è nato e cresciuto, al suo passato. Attraverso l'uso di capitoli brevi, veniamo trasportati anche noi tra presente e passato, con un occhio anche al futuro - nel finale -, seguendo la formazione di questo ragazzo, e scoprendo pian piano il suo spirito indomito, impetuoso, il suo coraggio rivoluzionario. 

Figlio della marchesa Adelaide Zoagli Lomellini e dell'Ammiraglio della marina sarda Giorgio Mameli, compie i primi studi sotto la guida di sua madre, a causa della sua cagionevole salute. Successivamente viene iscritto alla scuola dei Padri Scolopi, dove studia con impegno dimostrando sin da subito le sue doti di poeta. Dall'infanzia, lo vediamo poi partecipare attivamente alla vita sociale e politica del tempo, ma anche vivere il suo primo impossibile amore con Geronima, una relazione ostacolata come nella tragica storia di Romeo e Giulietta, che porta la giovane a dover sposare un altro uomo per volere della sua famiglia. 

Patriota, poeta, cantore della rivoluzione, paladino della libertà... amico di Garibaldi e di Mazzini, ha influenzato molto la cultura del tempo, divenendo un vero e proprio simbolo della rivoluzione contro l'invasore. Mosso da nobili ideali, sognava un'Italia unita, un'Europa orientata ai valori dell'uguaglianza e della fraternità tra popoli, e al principio di autodeterminazione e libertà. 

Quello che è arrivato fino a noi è sicuramente il suo Inno, quel Canto degli Italiani, musicato da Michele Novaro, che ancora oggi facciamo risuonare e cantiamo con passione. Il nostro Inno, scritto da un giovane che ha dato la sua vita per la libertà. 

Scherzavano spesso tra loro, a Goffredo divertiva la parlata romanesca e molto colorita di Righetto, che non aveva nessun riguardo anche quando fingeva deferenza verso un interlocutore di più alta levatura sociale. Era schietto, arguto, spiritoso, anche troppo sfacciato a volte; ma con una naturalezza così innocente che non si poteva se non prenderlo a ben volere. A Righetto invece piaceva quel giovane, perché anche se parlava forbito, spesso con paroloni altisonanti, con lui era scherzoso e alla mano.

Uno degli aspetti che più ho amato di questo lavoro, è il personaggio di Righetto, un ragazzino orfano di dodici anni, che il Mastro fornaio di Trastevere ha salvato dalla strada, prendendolo a lavoro nella sua bottega, e che nel corso di questa storia va a disinnescare con stracci bagnati e a raccogliere - insieme ad altri bambini - bombe inesplose da consegnare tra le file della Repubblica Romana. Questo però metterà a rischio la sua vita e, infatti, lo porterà proprio a conoscere Mameli, creando dei momenti molto intensi, tra i tanti la spiegazione del famoso Inno. Attraverso questo personaggio - che in realtà non ha mai incontrato Mameli -, l'autore vuole restituire un'anima popolare, attraverso un sentimento d'amicizia e fratellanza con il giovane altolocato poeta e restituirgli così umanità fanciullesca. Due giovani differenti, ma ugualmente appassionati, affamati di vita nonostante la morte sia sempre più vicina.

[Una curiosità: Righetto e la sua cagnolina Sgrullarella sono realmente esistiti. Ho trovato la sua triste storia girando per il web. Il piccolo purtroppo non riuscì a disinnescare una delle bombe in tempo, e anche lui fu considerato una sorta di simbolo, un eroe bambino che ha dato la sua vita in difesa della Repubblica romana. Al Gianicolo nel 2005 è stata inaugurata una statua dedicata a Righetto, affiancato dalla sua fedele cagnolina].

Come dicevo, però, i sogni di questa versione di Mameli non si fermano al passato, ma si rivolgono anche al futuro. Sul finale, attraverso una narrazione quasi teatrale o cinematografica, siamo davanti a un mondo diverso, in cui i sogni di Goffredo Mameli, questo giovane poeta e patriota, sembrano divenire realtà. Quel 2 giugno 1946 gli Italiani sono chiamati a votare tra Monarchia e Repubblica. 
Repubblica, sia. 

Spiriti di donne, uomini e bambini sono lì, a osservare quel futuro di gioia. Quella libertà tanto sperata, che rischiamo di perdere con un soffio.

Bisognerebbe forse riscoprire in noi l'animo di questo giovane rivoluzionario, e comprendere anche quanto il voto sia importante. Scrivo queste mie parole a poca distanza dalle ultime elezioni, i cui risultati mi hanno molto sconfortata. Non solo per chi è stato votato, ma soprattutto con quel dato allarmante dell'astensionismo. Sono convinta che, anche se comprendo la sfiducia che ormai è evidente nei confronti di tutti i partiti che non riescono a rappresentarci, non andare a votare sia veramente grave. Basta un niente, davvero un niente, per tornare a un triste passato o per perdere questo nostro privilegio. E allora, a cosa è servito quello che è stato fatto? A cosa sono servite le lotte e le rivoluzioni? È l'unico nostro potere. E trovo assurdo non usarlo. 

“Quel ragazzo è un simbolo!”, gridò uno, “salvate almeno lui, se non per questa Repubblica sotto assedio e quasi vinta, per la Repubblica che verrà!”

Tornando al libro, ho trovato la scrittura di Randazzo molto evocativa, ma anche teatrale o cinematografica, per certi versi. Non sempre mi ha del tutto convinta, ma alcune descrizioni mi hanno sicuramente toccato. Il finale, ad esempio, mi ha molto ricordato la conclusione del musical de I Miserabili, quando tutti i morti tornano sulla scena, cantando insieme una sorta di inno che profuma di pace, libertà, liberazione. Sentimenti che, in fondo, avevano Goffredo Mameli e tutti gli uomini e le donne che hanno lottato contro l'invasore. 

Il volume è poi arricchito da diversi riferimenti storici, che vanno dalla cronologia della vita di Mameli, ad alcune memorie di Garibaldi, fino ad arrivare alla Costituzione della Repubblica Romana, che è un po' un anticipo di quella che sarà poi la nostra Costituzione. Elementi che sicuramente servono per approfondire meglio non solo il personaggio storico in sé, ma anche quel determinato periodo. 



IL LIBRO

Freme la vita. I sogni di Goffredo Mameli
Francesco Randazzo
Casa editrice: Graphofeel
Pagine: 200
Prezzo: 16.00€
Anno di pubblicazione: 2024
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