Poco più di una settimana fa ho percorso la mulattiera che da Sant'Ambrogio di Torino porta alla Sacra di San Michele. Lungo il percorso ho trovato più di una volta un segnale: due papaveri rossi e una frase “sentieri della resistenza”. Avevo portato con me un libro certa che avrei trovato il giusto modo per fotografarlo. Così è stato. Osservando quel sentiero, nonostante la stanchezza, ho provato a immaginare il passato, a pensare che sì, lì, proprio tra quelle montagne, quei boschi, giovani uomini ma anche giovani donne hanno lottato strenuamente per combattere contro la dittatura, per abbattere l'orrore del nazismo e del fascismo, e opporsi all'occupazione al grido dell'Italia Libera e Antifascista! Penso sempre con orgoglio e ammirazione a tutti loro. Al loro coraggio, alla loro forza, perché pur sapendo perfettamente a quali pericoli sarebbero andati incontro, hanno scelto spesso anche volontariamente di fare qualcosa e non voltarsi, semplicemente, dall'altra parte. Come ogni anno, dico GRAZIE A VOI, dal profondo del cuore.
Oggi c'è ancora bisogno di parlare di Antifascismo, a quanto pare.
E non smetterò di farlo. Quest'anno ho scelto di leggere una raccolta di storie su alcune Partigiane che hanno contribuito, anche in prima linea, a combattere e liberare la nostra Italia dall'orrore del nazi-fascismo.
Donne che alla fine della guerra sono state, in molti casi, inghiottite dall'oblio pur avendo dimostrato il medesimo coraggio degli uomini. Donne combattenti, ma anche assistenti, staffette, organizzatrici, infermiere e altro ancora. Donne Partigiane che meritano di essere giustamente ricordate.
Il libro che vi voglio presentare è intitolato, appunto, Partigiane ed è stato pubblicato dalla casa editrice People, con la prefazione di Johannes Bückler e la postfazione di Teresa Vergalli.
Perché non sappiamo quasi niente delle donne della resistenza?
È questa una domanda che una ragazza porge a Nilde Iotti, prima donna a essere eletta Presidente della Camera dei Deputati. Una domanda da cui partire, effettivamente. Quando si pensa alla resistenza, spesso si tende a concentrarsi solo sul ruolo attivo e armato dei tanti uomini che hanno lottato e combattuto per la libertà e la liberazione della nostra amata terra dalla dittatura fascista e nazista. Tuttavia, si tende troppo spesso a dimenticare come anche le donne abbiano contribuito moltissimo per raggiungere un simile risultato, rischiando molte volte anche loro la vita, subendo le peggiori torture. Donne non costrette a farlo, ma che scelsero di adoperarsi in vari modi per sostenere i compagni e uscire fuori da un orrore simile.
Chi pensa ancora con una sorta di assurda nostalgia al fascismo, forse non ha mai davvero capito cosa sia stato. E a me, queste persone danno veramente il disgusto.
Ogni volta che arriva il 25 aprile io penso a tutte quelle persone che hanno rischiato la loro vita o, in molti casi, perdendola, hanno subito le peggiori torture, dovendo anche vivere in condizioni misere, e ci hanno così permesso di affrontare una vita più dignitosa, in cui pian piano abbiamo potuto essere liberi di esprimere le nostre opinioni, di manifestare il nostro voto, di non subire più l'atrocità della dittatura e l'orrore della guerra.
Tra queste persone, c'erano anche le donne: 100.000 si schierarono contro il fascismo in aiuto dei partigiani; 35.000 furono partigiane stesse, 4653 furono arrestate e torturate, 2750 deportate e 2900 uccise. Numeri che parlano. Numeri importanti, da non rimuovere dalla mente, e tornare a far riemergere dalla foschia della storia.
In questo volume diversi autori hanno dato voce a queste donne, scegliendo una narrazione in prima persona e riprendendo alcune frasi che tali donne scrissero in alcuni dei loro libri, o dissero in altre occasioni.
- Ursula Hirschmann e Ada Rossi, attiviste, inviate al confine o seguendo i loro mariti, contribuirono anche alla stesura e alla diffusione del Manifesto di Ventotene, documento fondativo dell'Unione Europea. Anche dopo la guerra continueranno il loro attivismo soprattutto per le donne.
- Carla Capponi, nome di battaglia “Elena”, la ragazza col fucile in spalla. È stata, infatti, pronta a impugnare anche le armi, e partecipò a molte azioni a Roma e Palestrina, tra cui l'attacco di via Rasella. Fu insignita della medaglia d'oro al valor militare, ed eletta alla Camera dei Deputati nelle liste del PCI nel 1953 e nel 1972. [Libro da recuperare: Con cuore di donna]
- Ada Prospero Marchesini Gobetti, partecipò all'azione partigiana soprattutto tra le montagne della Valle di Susa e in Val Germanasca, anche con suo figlio Paolo. Fondatrice di uno dei Gruppi di Difesa della Donna. Ottenne la medaglia d'argento al valor militare e fu anche vice-sindaco di Torino finita la guerra. [Libro da recuperare: Diario Partigiano].
- Lidia Menapace, staffetta nel territorio di Novara e della Val d'Ossola, portava esplosivo, distribuiva la stampa clandestina, aiutava ragazzi ebrei a raggiungere il confine con la Svizzera. Nome di battaglia: “Bruna”. Fu eletta in Senato nel 2006 con Rifondazione Comunista e non smise mai di essere attivista per il femminismo e il pacifismo. [Libri da recuperare: Io, partigiana. La mia resistenza | Canta il merlo sul frumento. Il romanzo della mia vita.]
- Teresa Mattei svolse il suo ruolo di staffetta a Firenze e a Roma. La violenza dei tedeschi la pagò sulla sua pelle di donna, in quanto fu presa, picchiata e violentata da cinque nazisti. Nome di battaglia: “Chicchi”. Fu una delle 21 donne elette nell'Assemblea Costituente il 2 giugno del 1946, la più giovane. Ha avuto un ruolo importante nella stesura della Costituzione e si occupò anche dell'Unione Donne Italiane. Inoltre, contribuì a far adottare la mimosa come simbolo della Giornata internazionale delle donna.
- Renata Viganò, partigiana soprattutto con il ruolo di staffetta e infermiera in Romagna e nelle valli di Comacchio, seguendo suo marito Antonio e portando con sé il figlio di sette anni Agostino (chiamato Bu). Scrisse pezzi dedicati alle donne per la stampa clandestina. Nome di battaglia: la Contessa. [Oltre al bellissimo romanzo L'Agnese va a morire - che vi consiglio con tutto il cuore! -, altri romanzi da recuperare: Matrimonio in brigata | Mondine | Donne della resistenza | Una storia di ragazze].
- Nilde Iotti, prima donna a essere eletta come Presidente della Camera dei Deputati il 20 giugno del 1979, ha fatto parte della Commissione dei 75, il gruppo di deputati che doveva redigere la Costituzione. 70 uomini e cinque donne: oltre lei, Maria Federici, Angela Gotelli, Lina Merlin, Teresa Noce. Si è occupata dei Gruppi di difesa della donna e pe l'assistenza ai combattenti per la libertà. Leggendo la sua storia - e quella di altre - c'è da rimarcare la presenza di una Resistenza Civile - soprattutto da parte delle donne - accanto a quella armata. Fatta di stesura, stampa e distribuzione di volantini di propaganda contro nazisti e fascisti, attività di staffette, ma anche scioperi, manifestazioni e altro ancora. Ha continuato a battersi sempre per i diritti delle donne.
- Marisa Ombra, sin da giovanissima aiutò il padre Celestino, comandante partigiano, nei territori di Asti e delle Langhe, non solo nell'uso della macchina da scrivere per realizzare volantini contro la guerra e contro il fascismo, ma anche partecipando attivamente come staffetta, coordinatrice di una cellula dei Gruppi di Difesa delle Donne, e divenne poi, dopo il conflitto, funzionaria dell'Unione donne italiane. Nel corso degli anni si è battuta per molte questioni di genere: dal diritto all'aborto, alla contraccezione, contro la violenza sessuale e a favore della parità salariale, insomma, battaglie per l'uguaglianza, l'autodeterminazione e la libertà delle donne. [Libro da recuperare: Libere sempre. Una ragazza della resistenza a una ragazza di oggi].
- Miriam Mafai, partecipa alla resistenza romana distribuendo volantini contro l'occupazione nazista e nell'immediato dopoguerra inizia a lavorare, prima per la Commissione alleata di controllo e poi per l'ufficio stampa di Mauro Scoccimarro, ministro dell'Italia occupata per poi diventare funzionaria del PCI. Giornalista, saggista, è stata eletta alla Camera dei deputati nel 1992 nelle liste di Alleanza Democratica. Ha raccolto storie di donne, e mi ha fatto molto riflettere la frase “però in fondo è stato bello [...] forse perché ognuna di noi divenne, nel pericolo e nella miseria, più padrona di sé stessa”. Finita la guerra, le donne dovevano ritornare al loro ruolo di mogli e madri, miti, dolci e sottomesse, oscurate anche nelle sfilate per la Liberazione... [Libri da recuperare: Pane nero. Donne e vita quotidiana nella seconda guerra mondiale | Una vita, quasi due].
- Teresa Vergalli (postfazione), a soli 16 anni partecipa alla Resistenza come staffetta nella zona di Reggio Emilia. Organizza e dirige uno dei Gruppi di difesa delle donne. Ha accompagnato anche capi e comandanti da una zona all'altra della provincia. [Libri da recuperare: Una vita partigiana | Storia di una staffetta partigiana].
Quelli che vi ho riportato sono solo alcuni spunti per conoscere queste donne, solo alcuni importanti esempi delle tante partigiane che hanno lottato e che purtroppo spesso hanno perso la loro vita per salvare il Paese dall'occupazione. Ho appuntato anche alcuni dei loro libri, per poterle approfondire magari in futuro.
Diciamo che, quindi, Partigiane è un piccolo ma prezioso volume da cui iniziare per far emergere dall'oblio della Storia la voce di alcune donne, per poi però proseguire con altri testi.
Non dimentichiamo mai quello che hanno dato anche per noi.
Forse, dobbiamo tutti trarre da loro un importante insegnamento prima che sia davvero troppo tardi.