Solitamente tendo a tenermi un po' distante dai titoli tanto acclamati e di cui tutti parlano. E, infatti, ho atteso del tempo prima di approcciarmi alla saga di Blackwater di Michael McDowell, pubblicata in Italia da Neri Pozza, in sei bellissimi volumi, illustrati dall'artista spagnolo Pedro Oyarbide. Li avevamo comprati proprio nei giorni delle rispettive uscite, ma ho avuto modo di leggerli solo tra gennaio e marzo. Non la ritengo un vero e proprio capolavoro, ma una cosa è certa: è riuscita a intrattenermi così bene che, dopo il secondo volume, non sono più riuscita a smettere di leggere. Divorando così i sei volumi uno dopo l'altro in pochi giorni. La vedrei benissimo come una serie tv o un film, anche se... personalmente non li guarderei! Diciamo che non sono proprio amante dello splatter e ci sono alcune scene che ho già fatto fatica a leggere. Ma, se amate l'horror, le storie dense di mistero, e con donne forti e indipendenti, e ancora, le saghe familiari, sicuramente dovete recuperarla - se non lo avete già fatto! -.
Acqua nera, è da lì che vieni. Acqua nera, e lì tornerai.
Siamo a Perdido, in Alabama, nel 1919. È la domenica di Pasqua ma c'è poco da festeggiare: la cittadina, infatti, a seguito di un'alluvione è stata sommersa dalle acque dell'omonimo fiume. Un'acqua scura, putrida e stagnante logora ogni cosa. Protagonisti della storia sono i Caskey, una famiglia di ricchi proprietari di boschi e segherie, guidati dalla matriarca Mary-Love. Una donna forte, scontrosa, possessiva e determinata a cui nessuno, fino a quel momento, riesce a tener testa. Ma, oltre a questo tragico fatto, a scombussolare tutta la loro vita è anche il ritrovamento, presso l'Osceola Hotel, di una misteriosa donna dai capelli ramati, apparsa all'improvviso, che s'insinuerà ben presto nella vita dei Caskey, in particolare nel cuore del devoto figlio di Mary-Love, Oscar. Elinor Dammert, questo il suo nome. Ma chi è veramente? Perché non si sa nulla di lei? Quale oscuro passato cela? Elinor sarà l'unica a riuscire a opporsi a Mary-Love, scatenando sin da subito una serie di lotte e scontri all'interno della famiglia, che proseguiranno anche per i successivi anni, fino ad arrivare al 1958 con un'altra alluvione, come un cerchio che si chiude.
Durante tutti quegli anni assisteremo a diversi mutamenti: dalla creazione di una diga tesa ad arginare la potenza distruttiva dei due fiumi, il Blackwater e il Perdido, a una serie di matrimoni, morti, nuove vite, separazioni e unioni, allontanamenti e ritorni. Non mancherà una forte componente soprannaturale, ma anche la violenza descritta spesso in maniera così dettagliata da lasciarti senza fiato. Come dicevo, infatti, ci sono anche alcune descrizioni piuttosto splatter di cui tener conto, e che a me hanno anche un bel po' disgustato (non amando questo aspetto, ma trovandolo comunque adeguato alla narrazione).
Dopo gli effetti della Seconda Guerra Mondiale, ci sarà un periodo di fortuna che porterà ancora più soldi nelle casse della famiglia Caskey. Non mancano poi una casa inquietante, morti strane e misteriose, e acque rossastre e melmose pronte a portare via anche corpi di innocenti (e non solo).
Ma in quel brevissimo istante Frances Caskey aveva visto una faccia emergere lentamente dalla superficie; era larga e color verde pallido, con gli occhi sporgenti e senza naso. E, per quanto mostruosa, qualcosa in quella faccia le era familiare.
Blackwater è sicuramente una saga che è riuscita a intrattenermi benissimo, che mi è piaciuta molto pur non ritenendola un capolavoro. Alcuni aspetti, forse, potevano essere maggiormente chiariti, ma forse l'autore ha volutamente deciso di giocare con una sorta di ambiguità, lasciando un senso di mistero soprattutto su questa figura chiave, che per me - nel bene e nel male - resta il personaggio migliore: Elinor.
Un altro aspetto che ho molto amato è la presenza di numerose donne forti, indipendenti, coraggiose, a volte anche eccessive nei loro comportamenti, capaci di manipolare gli uomini a loro piacimento e seguendo i loro scopi. Effettivamente, gli uomini presenti non hanno un carattere così forte: anzi, appaiono soprattutto sottomessi alle rispettive madri, mogli e figlie, con caratteri piuttosto deboli, o in altri casi mossi da una violenza indicibile.
La domanda che, però, resta sempre in sospeso è: chi è il vero mostro? Chi il vero cattivo?
C'è da essere sinceri, queste figure femminili hanno caratteri davvero assurdi, strani, a volte ben poco rispettosi degli altri. Eppure, tramite questi personaggi con le loro ombre e le loro luci, l'autore riesce anche a scatenare una serie di risate, accanto ai momenti di forte tensione e descrizioni capaci di lasciarti con il fiato sospeso.
La serie è composta da sei volumi (seguendo quello che era stato il volere dell'autore per la prima pubblicazione):
- La Piena
- La Diga
- La Casa
- La Guerra
- La Fortuna
- Pioggia
Se volete, attualmente si può trovare anche un cofanetto - sempre opera del medesimo illustratore - che li racchiude tutti.
Il mio volume preferito è stato sicuramente il terzo, La Casa. Quello che più mi ha coinvolto in assoluto e scatenato forse una maggior “ansia”. Tra i personaggi, oltre a Elinor, restano sicuramente impresse l'arcigna Mary-Love, ma anche le due figlie di Elinor, Frances e Miriam, come se fossero una sorta di riflesso delle due 'Matriarche'. Ad essere del tutto sincera, forse è proprio Miriam quella che ha il miglior sviluppo narrativo. Inizialmente appare molto odiosa, sulla scia della nonna Mary-Love che l'ha cresciuta viziandola parecchio, ma poi riesce pian piano a insinuarsi, a suo modo, nel tuo cuore. Anche Grace mi è piaciuta molto!
E la casa aveva anche un odore particolare, un misto della sabbia cotta dal sole che la circondava, dell'argilla rossa dell'argine, del Perdido che scorreva oltre il terrapieno, dell'umidità trattenuta dalle mura spesse e dalle stanze grandi e buie, dei cibi preparati da Zaddie in cucina, e di qualcosa che era arrivato quand'era vuota e non se n'era mai andato.
Come dicevo, secondo me sarebbe perfetta portata sullo schermo! Del resto McDowell è stato anche un affermato sceneggiatore televisivo, autore tra l'altro di svariati episodi per serie antologiche come Un salto nel buio, I racconti della cripta e Alfred Hitchcock presenta. Mentre per il cinema scrisse le sceneggiature di Beetlejuice e Nightmare Before Christimas e il copione dell'Occhio del male.
Concludo con una menzione speciale per le bellissime copertine illustrate da Pedro Oyarbide: non guardatele in maniera superficiale. Oltre a essere, a mio avviso, davvero splendide, troverete tantissimi indizi su quello che ogni volumetto racchiude al suo interno. Osservate con attenzione ogni singolo elemento, anche quelli sul dorso, ma attenzione ai possibili spoiler!
Insomma, Blackwater per me è stata una storia che è riuscita a intrattenermi splendidamente, che mi ha avvinghiata alle sue pagine senza darmi quasi il tempo di respirare. Mi ha totalmente coinvolta, ammaliata dai personaggi - soprattutto femminili! - e rapita dallo scorrere dei due fiumi, le cui acque nascondono misteri tutti da scoprire. È una storia che mi ha sorpreso, a tratti spiazzato, ma anche fatto ridere in più di un'occasione, ma non mancano anche dei momenti forse un po' più emotivi, o scelte che fanno male e non sempre si riescono a comprendere. Una saga ambigua, strana, densa di mistero ma anche di rapporti familiari un po' controversi, che mi sento sicuramente di consigliare e sono felice di aver letto! Non qualcosa di perfetto, per me, ma sicuramente difficile da mettere giù!