Dumas è Dumas.
Questo è inutile negarlo. Da quando ho iniziato a conoscere la sua scrittura ne sono rimasta subito attratta; colpita dal modo in cui riesce a intrattenere il lettore, portandolo a scorrere pagine e pagine con estrema facilità e voracità. Ma a volte, può succedere di rimanere un po' delusi. E io credo che sia meglio essere onesti, anche e soprattutto quando abbiamo la possibilità di ricevere libri da Case Editrici. Ho avuto, infatti, la possibilità di leggere una biografia che lo scrittore francese ha dedicato alla figura di Napoleone, e che Roberto Nicolucci Editore ha pubblicato in un'elegante edizione di recente. Ma sebbene per alcuni aspetti sia riuscita a toccarmi, emotivamente parlando, non è stata una lettura facile da portare a termine. Questo non significa che non lo consiglio, anzi. Anche perché, sono sempre dell'idea che ciò che potrebbe non piacere a me, possa essere apprezzato benissimo da qualcun altro. Quindi, se l'argomento vi interessa, se amate l'autore e vi affascina questo personaggio storico, allora, date una possibilità a questo libro!
Il 15 agosto 1769 nacque ad Ajaccio un bambino che ebbe dalla famiglia il nome di Bonaparte e dalla sorte quello di Napoleone.
Ammirato o disprezzato, Napoleone Bonaparte resta comunque ancora oggi una delle figure più importanti e particolari della Storia. Su di lui sono emersi tanti aneddoti e/o leggende, alcuni veri altri meno, e sicuramente si è scritto molto a riguardo, oltre a produrre una serie di opere cinematografiche in tempi più recenti.
Anche Alexandre Dumas (padre), un enfant du siècle - ossia uno dei protagonisti della generazione che è figlia della Rivoluzione e dell'epopea napoleonica - ha deciso infine di scriverne una biografia dando spazio non solo al Genio Politico e all'abile Stratega militare, ma anche al semplice Uomo, capace di salire all'apice della gloria, ma anche con facilità di declinare.
Dumas inizia a narrare le vicende della vita di Napoleone partendo proprio dalla sua nascita, il 15 agosto del 1769 ad Ajaccio, in Corsica. Le pagine in cui racconta aneddoti della sua infanzia sono tra le più interessanti, perché permettono anche di scoprire un po' come sin da bambino ci sia in lui quella sorta di scintilla che lo porta ad avere una vera e propria passione per la strategia militare e i numeri, che conserverà e migliorerà più avanti, assumendo ruoli importanti dapprima nelle fila dell'esercito francese e poi come Imperatore. Il piccolo Napoleone è un bimbo straniero, dall'accento còrso, e per questo è canzonato spietatamente dai suoi compagni della Scuola Miliare di Brienne-le-Château - in cui accede all'età di nove anni -. Questa sorta di barriera che si sviluppa tra lui e gli altri ragazzi, lo porta però a far emergere i primi germogli del suo genio. Curiosi sono gli avvenimenti citati, come quando in un inverno molto nevoso, propose un gioco particolare: un'esercitazione militare ricavando, nella neve con pale e vanghe, le fortificazioni di una città destinata a essere difesa dagli uni e assalita dagli altri.
Ricordi d'infanzia che poi torneranno alla mente di quei bambini ormai diventati adulti, quando le mura di vere città iniziavano a cadere dinanzi alla maestria dello stratega Napoleone.
... quando si scrive la biografia di un Giulio Cesare, di un Carlo Magno o di un Napoleone, la lanterna di Diogene non serve più a cercare l'uomo: l'uomo viene trovato dalla posterità e appare agli occhi del mondo in tutta la sua luce. Quello che occorre invece seguire è il cammino da lui percorso prima di salire sul suo piedistallo e più le tracce che ha lasciate in certi momenti della vita sono tenui o meno note, più suscitano la curiosità di essere conosciute.
La storia prosegue ovviamente ponendo particolare enfasi sulla serie di battaglie per cui Napoleone divenne noto: dalla Campagna d'Italia, alla spedizione in Egitto, dalle battaglie di Marengo, alla vittoria di Austerlitz e via via fino ad arrivare alla campagna di Russia e poi alla famosa ultima battaglia di Waterloo, che rappresentò il punto finale del suo declino, con conseguente esilio all'Isola di Sant'Elena (senza tralasciare ovviamente il precedente all'Isola d'Elba e i Cento Giorni).
Da Piccolo Caporale, Napoleone assume pian piano diversi ruoli sempre più importanti: Generale, Primo Console, fino a divenire Imperatore dei Francesi.
Il problema - almeno per me - di questa narrazione è che Dumas si focalizza eccessivamente nei dettagli delle singole battaglie, con una serie di elenchi e di nomi che facilmente rischiano di essere dimenticati. Numeri, nomi, descrizioni minuziose che se da un lato mettono sicuramente in chiaro la strategia di Napoleone, il suo amore per i numeri, e il suo modo di gestire uno scontro, dall'altro lato appesantiscono la lettura. Mi è sembrato come di tornare indietro, a quelle pesanti lezioni di storia ricche di numeri, date, elementi, che purtroppo a me annoiano molto. E mi dispiace dirlo, perché mi aspettavo una lettura molto più avvincente, come quelle che era riuscito a darmi finora.
Tuttavia, oltre alla parte della sua infanzia, ho apprezzato molto la fase del declino dell'Imperatore dei Francesi, nel quale emerge tutta la sua fragilità di uomo. In quelle ultime pagine quasi si spoglia di quell'aurea di genio ed è facile provare finalmente quell'emotività che forse cercavo. Un uomo lasciato solo, prigioniero non solo di un'isola ma anche nella sua stessa casa, che pian piano viene spogliato di ogni cosa, con crudeltà e senza rispetto per le sue ultime volontà, anche dopo che di lui rimane solo un corpo senza vita.
«Poiché le potenze alleate hanno dichiarato che l'imperatore Napoleone è il solo ostacolo al ristabilimento della pace in Europa, l'imperatore Napoleone, fedele al suo giuramento, dichiara di rinunciare per sé e per i suoi eredi al trono di Francia e d'Italia, poiché non vi è sacrificio personale, neppur quello della vita, che egli non sia pronto a compiere per la Francia.»
Una piccola curiosità che riguarda Dumas ma che lo lega in un certo senso a Napoleone: sapevate che il Generale Alexandre Dumas - padre dello scrittore - ha avuto modo di conoscere proprio Napoleone? Pensate che è a lui che il Direttorio voleva proporre di reprimere l'insurrezione realista di Parigi nel 1795, ma l'ordine era arrivato troppo tardi (Dumas non era a Parigi) e così il suo posto fu preso dal militare di origini còrse che da quel fatto iniziò a costruire la sua carriera. I due poi si incontrarono in altre campagne, ma il generale Dumas non aveva esitato a opporsi a quell'uomo troppo ambizioso e autoritario, e Napoleone lo costrinse al ritiro, segnandone così la fine. Chissà cosa sarebbe accaduto se l'ordine del Direttorio fosse arrivato in tempo. Napoleone avrebbe lo stesso avuto la gloria?
Concludendo: non posso definirlo un brutto libro, naturalmente. Ci sono state alcune parti - come dicevo - molto interessanti, e sicuramente per chi è affascinato dalla penna di Dumas e dalla figura di Napoleone è un libro da non perdere. Se poi vi piace la descrizione minuziosa delle battaglie, magari a voi appassionerà di più! Purtroppo per me è stata una lettura abbastanza ardua - forse anche complice un periodo non facile -, ma ne riconosco comunque il valore letterario.