Quest'anno ho deciso di riprendere il mio progetto sulla letteratura italiana di ieri e di oggi, ampliandolo con due titoli al mese: uno scrittore e una scrittrice. Il mio è un modo per riuscire a leggere diversi libri che attendono da tempo nelle nostre librerie e ho capito che solo così riesco a trovare la motivazione giusta per farlo!
Ho iniziato questa nuova edizione di #UnaValigiadItalia con il libro Il cielo cade, di Lorenza Mazzetti, pubblicato da Sellerio Editore. Una storia che mette in luce, dal punto di vista di una bambina - che in fondo è l'autrice stessa -, l'Italia negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale.
Il cielo sta per cadere, il cielo cade; noi stiamo con le braccia in alto a sostenere il cielo.
Siamo in Toscana, durante gli ultimi anni del Fascismo. Penny e Baby sono due sorelline che alla morte dei genitori vanno a vivere nella villa degli zii Wilhelm e Katchen, a cui vengono affidate. La storia è narrata dal punto di vista di Penny che con parole semplici e il suo sguardo infantile sul mondo, racconta la vita quotidiana dell'epoca, scandita da un'educazione fortemente influenzata da un lato dalla religione cattolica e dall'altro dalla propaganda fascista. Penny ama la canzone delle Piccole Italiane e guarda con ammirazione e una sorta di affetto il volto del Duce, vedendo in lui un uomo buono. Le piccole, incuranti degli effetti della Storia, giocano tranquille con le cugine e gli amici, tra giochi particolari, fioretti, penitenze e dispetti. E cercano costantemente un gesto di affetto da quel loro zio forse un po' burbero e apparentemente distante.
Inoltre, sia Penny sia Baby, a causa delle parole del parroco, hanno il terrore che l'anima dello zio possa andare all'inferno: solo perché lui è ebreo.
La quotidianità della famiglia è spezzata dall'incursione di soldati tedeschi, che stuzzicano la curiosità dei più piccoli, fino a quando, però, le cose non scivolano sempre più verso un vero e proprio orrore.
Come dicevo, la storia è narrata dalla voce di Penny: lo stile è quindi acerbo, infantile, semplice, con tante ripetizioni di pensieri e avvenimenti. È in fondo la vita di due bambine orfane che cercano di vivere spensierate, con la tipica curiosità tutta infantile, l'ingenuità, i sogni e le paure. Ma anche la voglia di poter essere veramente amate come membri effettivi di quella nuova famiglia.
Purtroppo forse proprio per lo stile non sono riuscita a provare molto coinvolgimento emotivo. A tratti ho avvertito noia, nonostante io ne riconosca l'importanza dal punto di vista dei temi toccati.
Per quanto si dica che la vera mamma e il vero papà sono insostituibili, io non posso proprio capire come potrei mai voler bene alla mia mamma più che a Katchen, o voler bene a papà più che allo zio.
Tuttavia lo ritengo un libro molto importante per conoscere un'altra triste pagina di storia italiana: la Strage della famiglia Einstein o Strage di Rignano, avvenuta il 3 agosto del 1944 a Rignano dell'Arno.
Lorenza Mazzetti, con questo suo lavoro, ha tentato di rendere omaggio proprio a sua zia Nina, alle cugine Luce e Annamaria e allo zio Robert Einstein, cugino del più famoso Albert. Una famiglia spezzata dalla furia nazista, forse proprio per colpire indirettamente il famoso scienziato simbolo dell'opposizione nazista in America. Lorenza e sua sorella Paola si salvarono perché non erano ebree e non avevano il cognome Einstein.
È, quindi, un libro che vuole descrivere quegli anni di gioia e allegria vissuti all'interno di una famiglia che le aveva accolte come 'uguali', per poi essere ritenute 'diverse' dalle SS al momento della morte.
Una storia che sinceramente non conoscevo e che credo sia importante ricordare.