Di Ray Bradbury avevo letto e amato il suo splendido romanzo distopico Fahrenheit 451 ma, avendo altri titoli in casa, ero molto curiosa di scoprire nuove sfumature della sua penna. Visto il titolo ho deciso di leggerlo in autunno, e mi è stato detto che iniziava il 24 ottobre, quindi perché non aprirlo proprio quel giorno? Sì, nel frattempo è passato quasi un mese, ma io ho bisogno di tempo per buttar giù le mie riflessioni sui libri letti. Purtroppo non sono una macchina, né una persona troppo superficiale (da un lato ammiro chi riesce a scrivere velocemente tutto).
Tornando al libro, oggi voglio consigliarvi Il Popolo dell'Autunno, un romanzo dalle tinte oscure e horror, pagine illuminate da una profonda amicizia tra due ragazzi, e da un rapporto un po' complicato tra un padre e suo figlio, ma soprattutto un originale e interessante scontro tra il Bene e il Male. Una storia che mi ha colpito molto, anche per la bellezza della prosa, per l'amore che si respira per i libri e le storie, per riflessioni che forse possono riguardare un po' tutti noi.
Un anno la Vigilia di Ognissanti venne il 24 ottobre, tre ore dopo la mezzanotte.
James Nightshade e William Halloway sono due ragazzi di quasi quattordici anni della provincia americana. A prima vista non potrebbero essere più diversi, eppure sono uniti da una forte amicizia che li lega da una vita. Vicini di casa, compiono gli anni a distanza di un minuto. Will un minuto prima della mezzanotte, il 30 ottobre, Jim un minuto dopo, il 31. Will ha i capelli color del grano, l'animo buono e una famiglia unita, anche se non riesce ad avere un vero e proprio rapporto con il suo anziano padre, Charles. Jim dai capelli delle castagne scure dell'autunno e gli occhi verdi, invece, vive da solo con sua madre: una donna fin troppo presente, forse a tratti oppressiva, dalla quale spesso scappa per trovare un anelito di libertà. Inoltre, a differenza dell'amico, Jim aspira a diventare grande in fretta. Un ragazzo dell'estate orientato verso l'autunno dell'esistenza.
Ragazzi che corrono leggeri, quasi sospinti da un vento impetuoso. Un vento che trasporta pensieri, musica e odori: cos'è quell'odore di zucchero filato che si accorgono di sentire all'improvviso? In una giornata di ottobre, qualcosa di sinistro sta per accadere, un evento che spingerà i due ragazzi a crescere di colpo, a fare quel salto dalla pubertà all'età adulta.
È sempre il vento, uno degli elementi che sarà costantemente presente tra queste pagine, a portare con sé misteriosi volantini con su scritto: Il Grande Spettacolo Pandemonio di Cooger & Dark, il circo delle marionette, il Luna-Park meraviglioso arriverà tra poco.
Eppure, il fischio di questo treno!
Vi erano raccolti i gemiti di tutta una vita, di altre notti di altri anni passati: l'ululato dei cani che sognavano alla luna, il respiro dei venti freddi come fiumi attraverso i ripari dei portici, in gennaio, che agghiacciavano il sangue, mille sirene antincendio che gemevano o, peggio! I frammenti del respiro, le proteste di un miliario di persone morte o morenti, che non volevano morire, i loro ansiti, i loro sospiri dispersi sulla terra!
Alle 3 del mattino del 24 ottobre, i ragazzi sono attirati fuori dalle loro case dal misterioso suono di un treno in lontananza. Lesti lo raggiungono, trovandosi davanti a uno spettacolo fatto di ombre, di un organetto suonato dal soffio del vento, di un oscuro Luna-Park che appare quasi all'improvviso.
A quella stessa ora, anche un uomo è ancora sveglio, immerso nel suo luogo preferito, la biblioteca di cui ne è custode: Charles Halloway. Il padre di Will è un uomo di cinquantaquattro anni tormentato dai rimpianti, logorato da una costante tristezza. Una di quelle persone che teme di aver perso tempo nella sua vita, così mosso dalla ricerca di una possibile perfezione, che lo ha spinto a prendere in mano le cose forse troppo tardi. Charles si sente vecchio e non riesce a instaurare un vero e proprio rapporto con quel figlio così giovane, nel quale si riflette come in uno specchio rotto. Charles è anche l'uomo che cerca risposte nei libri e spesso ve ne trova, anche nella tragedia imminente che ben presto rischierà di minare le loro esistenze.
Siete amanti dei Luna-Park o dei circhi? Diciamo che quello che viene presentato tra queste pagine, rischierà di farvi perdere in un vero e proprio incubo. Il Luna-Park di Cooger & Dark ha al suo interno strane figure, che hanno l'essenza delle ombre: spettri bianchi e neri che si muovono silenziosi al chiarore della luna. Sono strani i loro nomi: troviamo infatti L'Uomo Illustrato sulle cui braccia le immagini sembrano prendere vita; La Strega della Polvere, cieca e veggente, capace di leggerti il futuro ma anche di porre fine alla tua vita; il Nano, lo Scheletro, l'Uomo Elettrico, la Donna più bella del mondo e altri ancora. Ma puoi anche smarrirti nel Labirinto degli Specchi, che rischia di farti affogare nelle tue paure; o salire su una strana giostra che gira anche in senso inverso.
La sostanza dell'incubo è il loro pane. E l'imburrano con il dolore. Regolano i loro orologi con il tarlo della morte e valicano i secoli.
In quell'ultima settimana di ottobre due ragazzi e un uomo, che conserva ancora dentro di sé il suo io bambino, dovranno affrontare incubi, dolore e paure, e forse ne usciranno tutti in maniera diversa.
È un romanzo che parla di Vita e di Morte, di Bene e Male. Apparentemente può sembrare il solito banale concetto, eppure Bradbury riesce ad affrontarlo in maniera, a mio avviso, molto originale. Ci fa, inoltre, riflettere insieme ai personaggi su quanto il Male si nutra proprio dei tormenti dell'animo umano, del dolore, del pianto, dei rimpianti, della tristezza, ma anche delle nostre paure. Ma ci si può opporre, con gesti di gentilezza, con un sorriso, con una risata capace di distruggere anche gli incubi più oscuri e terrificanti.
E poi? Poi ci invita anche a cercare di accettare la vita per quella che è, senza ancorarsi troppo a un passato che ormai è svanito, ma anche cercando di non avanzare troppo verso un futuro pieno di incertezze. Vivendo, così, con piena consapevolezza, il proprio presente.
Come dicevo ho amato molto la sua prosa, che ha l'intensità, a mio avviso, anche della poesia, attraverso l'uso di immagini evocative e particolari. Anche in questo romanzo, come in Fahrenheit 451, torna l'amore e l'importanze dei libri e delle biblioteche, che spesso rappresentano un mezzo per trovare una possibile soluzione al problema. Per le sue atmosfere oscure e misteriose, è sicuramente una lettura molto adatta a questo periodo autunnale. Inoltre, ho davvero amato i personaggi descritti, provando un moto di sincero affetto per Charles, Jim e Will.
Davanti a loro si stendeva il labirinto della biblioteca.
Fuori, nel mondo, non accadevano molte cose. Ma qui, in quella sera speciale, in una terra costruita di carta e di cuoio, poteva accadere qualsiasi cosa, e sempre qualcosa accadeva. Ascoltate e sentirete diecimila persone che urlano con voci così alte che soltanto i cani rizzano le orecchie. Un milione di persone puliscono i cannoni, affilano le ghigliottine; i cinesi, in file di quattro, marciano eternamente. Invisibili, silenziosi, sì, ma Jim e Will avevano il dono delle orecchie e dei nasi, oltre al dono delle lingue. Quella era una fabbrica di spezie di paesi lontani. Qui si stendevano deserti sconosciuti.
Leggendo soprattutto questo libro, ho ripensato molto ad altri romanzi che ho amato, di autori, che in fondo, si ispirano molto a Bradbury: da un lato La vita di un ragazzo, di Robert McCammon, dall'altro IT di Stephen King. In tutti e tre i casi, ci sono dei ragazzi come protagonisti che si ritrovano a dover fare i conti con degli aspetti soprannaturali, ma soprattutto con il Male che trae linfa vitale dalle paure, dalla disperazione; ma anche i rapporti padre-figlio sono molto presenti. Ora capisco perché, soprattutto McCammon ringrazia la penna di Ray Bradbury. Sono quindi tutti e tre volumi che vi invito a leggere, se ne apprezzate i temi, o anche solo per scoprire tre penne diverse unite da temi comuni e storie bellissime che sicuramente possono lasciare un segno nei vostri cuori di lettori.
Ho anche scoperto che la Disney ne ha tratto un film intitolato Qualcosa di sinistro sta per accadere, nel 1983.
Alla fine riprendere il titolo originale dell'opera, Something wicked this way comes, ripreso a sua volta da uno dei versi del Macbeth di William Shakespeare. Questa è una curiosità che da amante del Bardo ho davvero molto apprezzato!
Per questi esseri, l'autunno è una stagione normale, l'unica stagione e non è per loro altra scelta. Da dove vengono? Dalla polvere. Dove vanno? Verso la tomba. È sangue che scorre nelle loro vene? No: è il vento della notte. Che cosa pulsa nella loro testa? Il verme. Che cosa parla attraverso le loro bocche? Il rospo. Che cosa guarda attraverso i loro occhi? Il serpente. Che cosa ode attraverso le loro orecchie? L'abisso tra le stelle.
... guardati dal popolo dell'autunno.