Quando si pensa a Louisa May Alcott viene subito in mente il suo romanzo più famoso: “Piccole Donne”, un'atmosfera di famiglia e buoni sentimenti, di amore, anche perdita, di vuoti che si riempiono, di calore. Negli ultimi anni, però, ho deciso di avvicinarmi ad altre sfumature dell'autrice, quelle più gotiche e apparentemente oscure. Come nel caso de “Il fantasma dell'abate, la tentazione di Maurice Treherne”, ma non solo!
Ma chi era questa splendida donna e scrittrice?
Louisa May Alcott non si è limitata solo a usare la penna, ma è stata anche molto attiva in diversi contesti: con la sua famiglia ha aiutato molti schiavi a fuggire attraverso la cosiddetta Ferrovia Sotterranea, è stata infermiera durante la Guerra Civile, e si adoperò molto anche per i diritti delle donne. Fu la prima donna a votare a Concord nel 1879.
Diciamo che il suo romanzo più famoso è stato scritto soprattutto per una questione di soldi, e una sorta di compromesso - fu il padre a convincerla, così che avrebbe potuto pubblicare anche lui un suo trattato filosofico -. Ma di lei c'è anche molto altro da dire.
Grazie alla casa editrice Galaad, che ringrazio di cuore per la copia, ho potuto leggere un racconto lungo dove l'autrice tratta tematiche di genere e la violenza psicologica e fisica sulle donne. Temi ancora, purtroppo, fortemente attuali.
Un sussurro nel buio è un piccolo tesoro che mi ha del tutto convinta, tanto da inserirlo sicuramente tra le letture più belle dell'anno.
... preferisco vedere il falco volare libero piuttosto che obbedire dolcemente al suo richiamo.
Sybil è una giovane ragazza orfana. Non ha ancora raggiunto i diciott'anni quando viene strappata via dalla sua precedente vita, dal suo tutore, suo zio, che l'accompagnerà con sé nella tenuta di famiglia, che poi rappresenta l'eredità di suo padre. Per l'epoca si sa, i matrimoni erano spesso combinati, e così sembra esserlo anche per la ragazza, promessa sposa a suo cugino Guy. Ma lei ha anche uno spirito indomito e ribelle, non sembra voler chinare il capo e rispettare le regole imposte dallo zio. Sybil, però, non sa cosa quell'uomo stia escogitando per lei e il pericolo di provare a seguire una strada diversa da quella che era la 'normalità' per le donne. E se una donna non rispetta quello che è stato stabilito per lei, deve essere ridotta al silenzio, all'isolamento.
Raccontarvi troppo della trama, significa forse far perdere la bellezza di questo racconto, che inizia in toni più spensierati ma pian piano fa scivolare nelle cupe atmosfere di un terribile incubo.
Mi sembra difficile, però, riuscire ad analizzare un testo o esprimere un pensiero personale, senza andare a toccare alcuni punti chiave. Pertanto, se non volete continuare, vi dico solo che se per voi è importante il tema dei diritti delle donne e scoprire una nuova sfumatura della «mamma» delle Piccole Donne, allora dovete leggerlo. Assolutamente.
Tornando al racconto.
Un sussurro nel buio uscì anonimo sul Frank Leslie's Illustrated newspaper del 1863, e fu poi pubblicato nel volume A modern mephistopheles and A whisper in the dark nel 1889.
Ho trovato particolarmente interessante la prefazione di Alessandra Calanchi che spiega a fondo il tema trattato - infatti, se non volete spoiler vi invito ad approfondirla dopo aver letto il racconto - e che lo collega ad altre opere di due diverse autrici: La carta da parati gialla, di Charlotte Perkins Gilman e Il Risveglio, di Kate Chopin (tra l'altro, sono racconti che vorrei proprio recuperare). Questo perché in tutti e tre i lavori si affronta un tema in comune: quello della donna vittima di una violenza psicologica esercitata da un uomo che l'accusa di pazzia.
E, in effetti, è proprio quello che succede anche alla giovane Sybil, che per opporsi all'autorità dell'uomo che le fa da tutore, e che in verità trama contro di lei, viene vista come una persona malata, un essere 'deviato' che va corretto. Nell'Ottocento c'erano diverse madhouses, case di campagna riadattate a cliniche private. Le donne che osavano ribellarsi al controllo e al potere degli uomini, finivano facilmente in questi luoghi, con la complicità di medici, al fine di renderle più vulnerabili e sottomesse, spegnendo così il loro spirito indomito, portandole al silenzio o alla vera pazzia.
Quello che traspare tra queste pagine, e che la Alcott descrive con rapide ma efficaci pennellate, è un argomento molto interessante, tanto da apparire purtroppo ancora attuale. Eppure sul finale c'è anche una speranza: un sussurro nel buio, che riesce a oltrepassare una porta chiusa, un limite, e che rappresenta quasi una spinta a reagire.
Quasi il simbolo della forza delle donne che si comprendono, che sono passate nello stesso orrore, ma sono pronte a sostenersi l'un l'altra, per tentare di riappropriarsi di quella libertà perduta, per non veder svanire nel nulla la propria identità.
Che diritto aveva mio padre di trovarmi un fidanzato a quell'età? Cosa poteva saperne di come sarei diventata io, o di come sarebbe diventato Guy? Come poteva esser certo che io non mi sarei innamorata di qualcun altro? No! Non mi lascerò svendere come una merce qualsiasi, ma amerò e sposerò chi mi pare!
La storia di Sybil mi ha particolarmente colpito, soprattutto per la sua forza. Nonostante la sua ingenuità e la poca comprensione del mondo, dovuta alla realtà ristretta in cui è cresciuta sin dalla più tenera età, è facile ammirare il suo spirito coraggioso, la sua voglia di gridare la sua libertà e il rispetto dovuto, anche a suo rischio e pericolo. Ma un'altra storia che si respira tra queste pagine, soprattutto sul finale, è ancora più angosciante. Non è un romanzo, è un racconto di poche pagine che si legge in un soffio, eppure l'autrice riesce a condensare in così poco spazio temi tanto importanti: la violenza dell'uomo, il sopruso nei confronti delle donne, la facilità nell'emettere sentenze di follia, ma anche lo strazio di una madre che continua a cantare la sua ninnananna a una culla vuota, a muovere i suoi passi verso l'uomo che ha perduto...
Insomma, è un'opera che mi ha profondamente toccato e sono felice di averla letta, e di continuare ad approfondire la penna di una meravigliosa donna dalle numerose sfumature.
Credetemi, andate oltre Jo e le sue sorelle - che restano comunque profondamente radicate nel mio cuore - e provate a conoscere ancor meglio Louisa May Alcott. Ne vale la pena.
... ancora riecheggia quello spettrale sussurro nel buio.