Le streghe di Manningtree, di A. K. Blakemore

25 ott 2023

Libri

Si potrebbe pensare che leggere troppo spesso romanzi sulle streghe sia noioso, nel senso che in fondo le storie e i temi sono tutti uguali, ma vi assicuro che non è così. Leggere questi libri permette di conoscere la Storia, ma soprattutto di ridare voce a quelle donne che hanno subito le torture più atroci, a cui è stata strappata la possibilità di parlare, a causa della superstizione, del marcio potere degli uomini, o semplicemente per trovare un capro espiatorio a cui addossare ogni genere di problema.

Romanzi come questo di cui vi parlo oggi permettono di approfondire ancor di più pagine di storia che forse non abbiamo studiato, ma che meritano attenzione.

Dopo aver letto e scritto delle Streghe di Pendle, torniamo in Inghilterra, questa volta a Manningtree, nell'Essex, per conoscere la sorte di Rebecca West e delle altre donne accusate, ingiustamente, di stregoneria. Qui, risalta, in particolare l'oscura figura dell'Inquisitore Generale, realmente esistito, Matthew Hopkins. Giovane e spietato. 

Ringrazio Fazi Editore per avermi permesso di leggere una copia digitale de “Le Streghe di Manningtree” di A. K. Blakemore.

È nelle notti di venerdì, dopotutto, che il Diavolo tiene i suoi sabba.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice



Manningtree, contea dell'Essex, 1643.
La guerra civile tra la fazione dei Parlamentari (Roundheads) e quella dei Realisti (Cavaliers) ha spinto molti uomini lontano dal villaggio, lasciando le donne abbandonate a se stesse. In modo particolare alcune che vivono ai margini della comunità: vedove, povere, non sposate, e soprattutto quelle che non si conformano alle regole della società, a un'idea di rispettabilità femminile. La lingua tagliente, le risate inopportune, le male parole nel ricevere uno sgarbo, la conoscenza di erbe e pozioni, o ancora la divinazione: donne che non si sottomettono, neanche davanti ai presunti servi di Dio.

A narrare la storia - ad eccezione di alcuni capitoli, dove ci si sposta alla terza persona, o vengono riportate le vere testimonianze dei processi alle streghe - è una di loro: la giovane Rebecca West. Lei vive sola, insieme alla madre Anne West e al loro gatto Vinegar Tom, in una casupola su una collina. Le due hanno un rapporto molto complicato: da un lato, infatti, c'è una ragazza che vorrebbe tentare di slegarsi dalla povertà in cui vive, cercando di studiare grazie alle lezioni dello scrivano John Edes, di cui si è invaghita, ma allo stesso tempo ha la sensazione di essere legata al male, a quel Demonio che le appare nell'acqua o in sogno; dall'altro c'è una donna, che tutti chiamano Beldam, bella e dannata, simile a una Gorgone, o a un'Ecate, che non piega mai il capo. Sprezzante, a tratti volgare, eppure, profondamente orgogliosa.  

Quando però arriva il giovane Inquisitore generale Matthew Hopkins, che qui ha affittato una locanda, le cose cambieranno. L'uomo, completamente vestito di nero, simile a un corvo dalle lunghe gambe, inizia a osservare le donne, soprattutto quelle sole, che vivono ai margini, a instillare dubbi, a porre domande, sempre più insistenti. Ad aggravare le cose iniziano a diffondersi una serie di strani avvenimenti: la visione di particolari spiritelli, bambini colti da convulsioni che sembrano essere colpiti da maleficio, animali morti, e ancora la carestia provocata dalla guerra, la peste e la morte di bambini nel ventre delle loro madri. Circostanze terribili che spingono sempre più a pensare che il Diavolo stia camminando in mezzo alla comunità, provocando tutto anche grazie all'opera delle sue serve: le streghe, appunto. 

«Madre e figlia» afferma lui con voce rauca, continuando ad avanzare, continuando a ridurre lo spazio che ci divide, «tutte sole, in una casa sulla collina». Sorride. «Quando le donne pensano da sole, pensano al male, così si dice».


Superstizioni, isteria collettiva, un radicalismo puritano, spingono sempre più persone a testimoniare proprio contro quelle donne sole, che hanno osato alzare la testa, hanno borbottato parole strane, o addirittura hanno mandato maledizioni. Donne che vengono ispezionate in ogni parte del corpo, infilzando punteruoli o spilloni in ogni possibile difetto, un probabile marchio del loro Principe dell'Aria. Torturate, alcune anche nonostante l'età avanzata, e spinte a confessare i loro crimini. E non importa se sono tutte menzogne, la legge di Dio e degli uomini è chiara: sono streghe, vanno arrestate, processate, e se possibile uccise. 

C'è chi riesce a fingere un delirio per salvarsi, figlie accusano madri, amanti si lasciano andare alla tentazione per poi tradire, e gli uomini restano fermi, non osando minimamente aiutare quelle donne. 

Sono temi, che come dicevo, si ripetono e ogni volta fanno veramente male. E che, alla fine, non sono mai troppo distanti dalla realtà: ancora oggi, le donne in molte parti del mondo devono sottostare a regole degli uomini, alle loro violenze, e ai loro soprusi, soprattutto se dimostrano conoscenze, se non si conformano alla società a un ruolo ben preciso, se osano sollevare la testa e rispondere. 

E poi arrivano le streghe. Atterrano una dopo l'altra e si sbarazzano dei mantelli, i corpi nudi argentei al chiaro di luna. Alcune sono giovani, altre vecchie, alcune bionde, altre more, alcune grasse, altre magre, tutte bellissime, tutte orribili. Alcune volano, altre galoppano sui campi a dorso di strane bestie sgraziate in cui Hopkins, guardando con attenzione, riconosce degli uomini: uomini piegati su mani e piedi, e imbrigliati.

Con questo suo romanzo d'esordio, A. K. Blakemore è riuscita ad assemblare benissimo la storia vera, con personaggi realmente esistiti (dalle varie streghe accusate, all'Inquisitore Generale Hopkins e il suo collaboratore John Stearne, ma anche altri personaggi citati), a quella fittizia, ma verosimile. Avvalendosi molto anche degli atti dei processi alle streghe di Manningtree che si possono ancora trovare e che, in alcuni casi, sono riproposti nel testo. Documenti molto importanti per non smarrire le voci di queste donne, e anzi, riportarle alla luce. 

L'unica nota che non mi ha personalmente colpito è stata la traduzione di alcuni termini forse troppo ricercati, che hanno rallentato - e a tratti disturbato - un po' la lettura. Ma questo è un mio personale parere, ovviamente.

Mi ha colpito, però, molto questa descrizione del corpo delle donne e degli impulsi anche sessuali, che forse a volte vengono tralasciati in altre narrazioni: l'autrice scrive anche poesie, e forse questo si sente. Ti pare di avvertire tutti gli odori, molti anche piuttosto sgradevoli, dei tuguri nei quali vivono queste donne sole, o immaginare chiaramente i loro corpi, descritti con assoluta cura nei dettagli.

Spiccano senz'altro l'anziana vedova Elizabeth Clarke, quasi del tutto cieca, senza denti, e con una gamba di legno. Una donna fragile che ha bisogno di cure, che vive tra odori nauseabondi e nel caos, ma dalla quale tutti andavano per avere pozioni o strani intrugli, considerandola una fattucchiera. Una delle descrizioni più intense, soprattutto durante la tortura e la morte.  Ma anche Anne Beldam West, madre di Rebecca, che ha un carattere forte e orgoglioso, incapace di piegarsi anche di fronte al rischio della morte. Può apparire dura e spietata, eppure si scorge anche un grande affetto per quella sua unica figlia. 

... sa già quello che gran parte delle donne presto dovranno capire da sole: gli uomini non le salveranno.


La figura di Matthew Hopkins - come dicevo, realmente esistito - fa molto riflettere, soprattutto perché forse quando si pensa agli inquisitori vengono in mente sempre uomini di fede (o di legge) anziani, o comunque più grandi, mentre lui alla sua morte aveva solo 27 anni. La sua attività di cacciatore di streghe iniziò nel 1644 e si concluse nel 1647 e si ritiene che abbia portato alla morte di 300 donne (alcuni sostengono tra le 100 e 300). È stato anche lui a scrivere il testo The Discovery of Witches: nel quale indicava i suoi metodi per la caccia alle streghe. Fu un uomo spietato che continuò a praticare la tortura, anche se era ormai una pratica fuorilegge in Inghilterra. Alcuni metodi sono descritti in questo romanzo, rafforzando quel senso di nausea e di rabbia che provo ogni volta che leggo di simili pratiche e ingiustizie nel corso della storia.

Insomma, è un libro che consiglio soprattutto se amate un buon romanzo storico, il tema della stregoneria e dell'inquisizione, e la presenza di donne forti. Io non mi stancherò mai di leggere libri simili.

IL LIBRO

Le streghe di Manningtree
A.K. Blakemore
Casa editrice: Fazi Editore
Traduzione di: Velia Februari
Pagine: 336
Prezzo: 18.50€ / E-book: 9.99€
Anno di pubblicazione: 2023
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