Amo le leggende nordiche, e una delle mie case “letterarie” preferite è sicuramente Avalon. Quindi, quando ho scoperto questa trilogia fantasy - ma anche distopica - non ho saputo resistere! Si tratta di una lettura per ragazzi, ma a mio parere può coinvolgere benissimo anche gli adulti che in certe storie amano perdersi.
La voce del Mare di Mara Li, pubblicato da Edizioni Piuma, è il primo libro di una trilogia pronta a tenere il lettore con il fiato sospeso. E, in effetti, le vicende di Nimue e di suo fratello Arthur mi hanno tenuta incollata alle pagine, desiderosa di comprendere appieno i misteri che aleggiano intorno alla loro famiglia. Ah sì, avete notato anche voi questi nomi che rimandano sicuramente alla mitologia di Re Artù? (La figlia del mare e il Re che verrà...). È proprio questo uno dei punti per cui ho voluto leggere questa storia, di cui ora tenterò di parlarvi, in modo tale - o almeno lo spero - di colpire anche voi. Intanto, ringrazio Francesca per avermi inviato una copia!
Sono nata nel mare.
La notte in cui mamma partorì, le onde rotolavano verso la spiaggia come giganti e mia madre gridava come i gabbiani. Gridò al mare, abbastanza a lungo perché mio padre si arrendesse e portasse fuori il suo corpo in travaglio. Lì, con un camice bianco, giacque supina nel fango, le gambe aperte sulla battigia. Le onde mi portarono avanti. Feci conoscenza con le acque salate prima ancora che mio padre potesse afferrarmi.
È Nimue la voce narrante di questo libro. Una ragazza di diciassette che vive insieme a suo fratello Arthur, sua nonna e la loro mucca, in un piccolo villaggio di pescatori chiamato Gwennec, a Breizh (Bretagna). Attraverso il suo racconto apprendiamo pian piano alcuni aspetti del mondo ideato dalla penna di Mara Li. Siamo, infatti, in un futuro non lontano, qualche tempo dopo il cosiddetto Impatto, ossia un meteorite caduto sulla terra che ha portato a una serie di profondi e bruschi cambiamenti. Alcuni Paesi sono scomparsi, altri mutati, a governare l'Europa Centrale è Roma. Questo impatto ha distrutto numerose fabbriche che hanno rilasciato sostanze pericolose nell'ambiente: contaminando così la terra e il mare, il cibo e l'acqua. Piogge acide corrodono la pelle, lasciano piaghe che possono, però, essere curate. Per cercare di sopravvivere furono create delle Arche, dei rifugi sotterranei.
Nimue vive di pesca, anche se il suo sogno è quello di diventare un medico. Ma mancano i soldi, e lei deve occuparsi della casa, di sua nonna, di suo fratello dopo aver perso suo padre e da quando sua madre se ne è andata senza lasciare tracce. Sogni, speranze e una vita che, però, vengono presto spazzate via da una tempesta, da un mare affamato che divora ogni cosa.
Nimue, prima del terribile avvenimento, trova in soffitta due oggetti che appartengono a sua madre: un sassolino bianco infilato in un cordoncino di cuoio con inciso il profilo di un piccolo sigillo, e un diario. Il diario di Rona, la loro madre perduta. È così che apprendono la sua storia, che parte da un'antica isola ai confini del mondo, Avalon, nell'anno 2117 d. C.. Un luogo che la donna è costretta ad abbandonare, insieme al fratello Benji e alla sua amata, per allontanarsi dalla violenza di un uomo che loro facevano fatica a chiamare padre, e dopo la scomparsa, anche qui misteriosa, della loro madre, Sela.
Devi essere coraggiosa e forte, Nimue. Prenditi cura di tuo fratello. Non perderlo mai di vista, mi hai sentito? Tu ed Arthur dovete restare uniti.
Nimue e Arthur hanno ormai perso tutto della loro vita passata. Così decidono di partire per cercare la loro madre. Vogliono capire dove sia finita e chi sia realmente il loro zio Benji, e il suo oscuro scopo. E anche conoscere più a fondo non solo quell'Influenza nera che continua a mietere vittime, ma anche quello strano dono curativo che passa di madre in figlia e che anche Nimue, quindi, comprende di avere e deve imparare a usare.
La voce del Mare è un volume in un certo senso introduttivo che fa affiorare già numerose domande. Lo stile è semplice e scorrevole ma, l'autrice è capace di coinvolgerti fin da subito, tenendoti incollata alle pagine. È un romanzo con un'ambientazione fantascientifica, che però unisce anche molti elementi fantasy e mitologici. Si respirano le leggende nordiche, con spiriti dal pallido volto, e riferimenti alle Selkie, donne-foche che potevano abbandonare il loro manto e camminare sulla terra con un aspetto umano. E non manca, ovviamente, questo richiamo del Mare: Nimue è nata nelle acque, e con suo fratello si sentono attratti da quell'Altro Mondo, quell'Isola lontana dalla quale proveniva la loro madre.
... si dice che una selkie possa liberarsi della sua pelle di foca e camminare sulla terra come una persona. Ogni uomo che la vede è sopraffatto dalla sua bellezza ultraterrena, ma una selkie deve sempre tornare al mare. Nostra nonna ci ha detto che è per questo che le foche hanno gli occhi così tristi... Sono condannate per sempre a una semi-esistenza, non completamente sulla terra e non completamente nel mare.
Non manca un aspetto molto più cupo e terribile: la presenza di una Congregazione apparentemente medica che, nel tentativo di trovare una possibile cura alla peste nera, è pronta a compiere anche numerosi esperimenti su delle cavie ben precise: i bambini.
Non voglio svelarvi altro, a proposito, ma solo incuriosirvi forse maggiormente.
È una lettura che mi ha colpito molto e che non vedo l'ora di portare avanti con il secondo capitolo, anche perché mi piacerebbe trovare risposta alle tante domande che, insieme ai protagonisti, sono state sollevate. E chissà, magari mi condurranno proprio ad Avalon, in quell'isola misteriosa che ho sempre molto amato.
Un libro per ragazzi, dunque, che può appassionare anche gli adulti innamorati dei mondi fantasy, delle leggende celtiche/nordiche, e con quel pizzico di avventura e mistero che riusciranno sicuramente a tenere con il fiato sospeso e tanta curiosità.