Ho lasciato che la stanchezza dei cinque intensi giorni al Salone del Libro scemasse un poco prima di mettermi davanti al pc e provare a descrivere questo mio quarto appuntamento con quello che è l'evento che attendo con più entusiasmo durante l'anno.
Ho sempre sognato di andare al Salone e da quando vivo a Torino (e ora in provincia) quel sogno è diventato realtà. Quest'anno però è stato più faticoso del solito, eppure, nonostante delle criticità personali, ma anche dovute alla struttura, all'organizzazione e al meteo, ora che la stanchezza ha lasciato il posto a un po' più di lucidità, sono affiorate anche le sensazioni più belle, le emozioni che mi hanno riempito il cuore di gioia. Sì, perché nonostante tutto, quelle sfumature di felicità me le tengo ben strette, soprattutto in un periodo non proprio facile per me e la mia famiglia.
Il Salone del Libro è... Tanti, tantissimi libri, ma anche incontri meravigliosi.
Come Alice, ho vagato nel mio Paese delle Meraviglie per tutte le giornate, dalla mattina a sera, fino a quasi la chiusura. Ora che non viviamo più a dieci minuti dal Lingotto Fiere non è più così facile, eppure ci tenevamo particolarmente a essere sempre presenti, a diluire nei vari giorni tutti i programmi, dagli eventi, alla curiosità per gli stand, ai firma-copie con artisti e autori, senza tralasciare qualche incontro con chi fino a quel momento era solo un volto o una pagina scritta dietro uno schermo.
Attraversando lo specchio, ho potuto immergermi ancora una volta in una realtà così piena di libri, quegli amici preziosi di carta e inchiostro che mi aiutano a sostenere meglio questa vita, che mi fanno aprire la mente e il cuore, in cui rifugiarmi o da cui trarre magari insegnamento. Ma ho potuto anche scorgere volti nuovi o già conosciuti. Tra quelle sfumature di felicità di cui parlavo prima, infatti, ci sono anche le persone e i rapporti che piano piano stiamo instaurando non solo con altri lettori e lettrici, ma anche con editori e uffici stampa.
È stato bellissimo essere riconosciuti e accolti con calore, ricevere ringraziamenti per le mie “recensioni” oltre che complimenti nel riuscire ad analizzare i libri, non limitandomi alla trama o al 'bellissimo' che sembra andare sempre più di moda; condividere impressioni sulle letture, scorgere l'entusiasmo nel proporre nuovi titoli appena pubblicati.
Quei sorrisi, quegli abbracci, quelle splendide parole le conservo nel mio cuore, in uno scrigno da aprire di tanto in tanto, soprattutto quando l'ombra sembra oscurare i miei passi, in cui mi sento persa, insicura, inutile... in tutti quei momenti di sconforto quando vedo gli altri avanzare e io rimanere indietro, a volte troppo invisibile.
In quei giorni mi sono sentita visibile, ho avvertito una sensazione di calore nel petto: allora, forse, questa Marta, così insicura, così timida, riesce ad arrivare in qualche modo. Ed è stato bello, davvero bello. Perché io ci metto davvero tutto il cuore, la passione, l'impegno, il tempo per riuscire a esprimere al meglio le mie impressioni sui libri, a condividere questo amore per la lettura con più persone possibili. Nel modo più sincero. E sapere che c'è chi lo comprende e mi dà ancora più fiducia mi provoca un mix di ansia ma anche belle emozioni.
Anche se non vi nomino tutti, per paura di dimenticare qualcuno, siete tutti nel mio cuore e vi ringrazio immensamente per le vostre parole nei miei confronti.
È stato altrettanto meraviglioso poter conoscere persone con le quali ho sempre parlato solo dietro allo schermo di un cellulare. Tante le ho perse nella baraonda incredibile - soprattutto del sabato -, ma ho avuto il piacere di conoscere Miriam (@bookcloudgazer), Laila (@sephreadstoo), e Ambra (@sonosololibri).
Persone che ammiro molto per i loro progetti o/e la loro creatività, e con le quali ho sempre avuto piacere di parlare. Attraversare lo specchio virtuale per entrare nel reale è stato magico: condividere abbracci e momenti insieme con persone che comprendono questa tua passione è qualcosa di molto importante.
Spesso sono stata circondata da chi non riusciva (e non riesce ancora) a comprendere un simile amore per la lettura, mentre grazie al Salone del Libro e altre fiere simili ti senti finalmente compresa, non un alieno in un mondo ostile. Ed è questo uno dei diversi motivi per cui, nonostante la fatica, amo trascorrere quelle giornate nei vari padiglioni del Lingotto Fiere.
Mi è dispiaciuto non essere riuscita a salutare altre persone, editori e artisti, ma girare come delle trottole alla lunga è molto stancante e ho cercato davvero di fare tutto il possibile anche nelle mie condizioni fisiche e mentali.
Il Salone del Libro è Eventi.
Il Salone del Libro è anche un modo per partecipare a eventi con autori e autrici dei cui lavori ti sei innamorata/o, o magari di personaggi famosi che ti hanno emozionato o fatto ridere. Nel corso degli anni ho imparato a prenotare tutti gli eventi in anticipo, per non rischiare di fare ore e ore di file inutili. Questo mi ha sicuramente aiutata ad affrontare il caos soprattutto del Sabato, la giornata più dura e affollata.
Giovedì.
Sono riuscita a partecipare a tutti gli eventi che avevo programmato (o quasi, poi ne riparleremo): ho iniziato tutto con l'incontro di apertura con Svetlana Aleksievic (purtroppo solo in collegamento video registrato), premio Nobel per la Letteratura, presentata da Loredana Lipperini e Nicola Lagioia. Ci tenevo particolarmente ad ascoltarla, avendo profondamente amato il suo libro: Preghiera per Černobyl'.
Ovviamente è stata l'occasione anche per parlare dell'attuale guerra in Ucraina, e della situazione in Russia. L'autrice, oltre a dare il suo parere sul conflitto, ha anche condiviso lo scopo della sua scrittura: dar attenzione a quelle piccole grandi persone che non hanno voce, ascoltare il più possibile i testimoni e riversare sulla carta l'energia della loro parola. C'è il male tra quelle pagine, ma anche l'amore e la speranza. Perché...
Solo l'amore ci salverà.
Il libri sono un atto d'amore.
La sera, invece, ho deciso di concedermi un'ora di risate insieme a Luciana Littizzetto e Gialappa's Band. Il famoso trio comico ha parlato del libro pubblicato con Mondadori Electa “Mai dire noi. Tutto quello che non avreste voluto sapere”, ma anche del ritorno in tv con il nuovo programma GialappaShow su Tv8 e SkyUno.
Andare a questa fiera quest'anno è stata anche dura, perché dentro di me provavo una sorta di senso di colpa nel divertirmi, mentre lontano da me persone non stanno così bene. Ma poi ho capito che non aveva senso restare immobile, qualcosa sarebbe cambiato? E così, ho cercato di ridere, almeno un po'. E con loro è davvero molto difficile restare seri.
Venerdì.
Il secondo giorno l'ho dedicato a un primo evento su John Steinbeck tenuto da Alessandro Mari, in collaborazione con Bompiani. Il testo analizzato è stato Uomini e Topi, un romanzo breve che mi ha particolarmente toccata, uno di quelli per il quale ho veramente pianto tantissimo. E credetemi, avendo letto in quest'occasione - incurante di spoiler - il finale, stavo per crollare anche lì. Se non avete ancora conosciuto la scrittura di Steinbeck, rimediate subito!
È stata anche l'occasione per incontrare di nuovo la coppia Teresa Radice e Stefano Turconi, di cui amo moltissimo i lavori. Quest'anno è uscito il loro ultimo lavoro Il Contastorie, che siamo riusciti a farci autografare. Io, poi, sono andata ad ascoltarne la presentazione all'Arena Robinson.
È una storia ambientata negli anni Sessanta in un paesino dell'Amazzonia Brasiliana, e protagonista è Pedro, un bambino di 11 anni. Pedro vive in una famiglia numerosa, ma il suo vero mito è uno dei fratelli maggiori, un giramondo che quando torna a casa racconta tutte le sue avventure, portando al piccolo diversi libri. Pedro vive nelle storie che legge e che gli vengono narrate, ma quando il fratello scompare, inizia un vero e proprio viaggio non solo fisico ma anche interiore, che lo spingerà a crescere.
Un viaggio che non vedo l'ora di vivere! Ve ne parlerò anche qui, non appena lo avrò letto!
Sabato.
E il sabato? Eccola la giornata più faticosa, quella in cui tutto il mondo si è riversato al Salone del Libro di Torino. Per mia fortuna ho avuto i giorni precedenti per vedere gli stand, per cui l'ho dedicata agli eventi. Anche perché era praticamente impossibile muoversi con molta libertà.
Il primo che ho visto è stato quello con Dacia Maraini, autrice che amo particolarmente e che ascolterei per ore. Quest'anno, insieme a Laura Fortini e Lorenzo Pavolini, è stato presentato il nuovo volume “Dacia Maraini. Per un nuovo lessico del teatro e della letteratura”, pubblicato da Viella. È stato molto interessante scoprire un altro lato di questa meravigliosa scrittrice.
Sapevate che ha iniziato a scrivere di teatro prima di concentrarsi sulla narrativa? Un teatro di strada, sperimentale, con un particolare interesse per gli esclusi e gli emarginati.
Poi siamo andati all'Auditorium per ascoltare Benedetta Rossi e Vincenzo Schettini: due persone apparentemente diverse tra loro, ma unite dalla medesima semplicità e umiltà.
Da un lato abbiamo la cucina, dall'altro la fisica, che entrambi cercano di diffondere e spiegare in modo chiaro e non complicato, arrivando così a tutti. Io li ho trovati davvero molto carini.
Nel pomeriggio, invece, siamo andati ad ascoltare l'evento Melusine e Principesse, dove venivano presentati due testi: da un lato “Principesse. Eroine del passato, femministe di oggi”, di Giusi Marchetta (edito da Add Editore), dall'altro “Melusina”, di Laura Pugno con le illustrazioni di Elisa Seitzinger (pubblicato da Hacca edizioni).
Un modo per riflettere sugli stereotipi di genere, sulle figure femminili, ma anche per ridare voce alle 'principesse' delle fiabe, restituire il potere di raccontare la loro vera storia.
Gli ultimi due eventi sono stati Zerocalcare e Dardust.
Ora qui si apre il mio primo spunto critico. Purtroppo per Zerocalcare qualcosa è andato storto. L'evento era previsto per le 18.30, e io lo avevo prenotato perché ero così certa di riuscire a partecipare anche a quello successivo. Peccato che per una cattiva organizzazione - di cui non so il motivo - sia iniziato tutto più di mezz'ora dopo. Purtroppo questo ci ha portati ad ascoltare veramente poco del suo intervento. Ci sono rimasta davvero male.
Non so di chi sia la colpa, però a mio avviso quest'anno gli eventi all'auditorium non sono stati organizzati bene come gli scorsi anni, almeno per quello che ho vissuto io di persona. Sì, va bene, abbiamo tutti ricevuto poi un regalo (molto apprezzato) da Bao e Storytel, ma resta il dispiacere per non essere riuscita a partecipare in maniera completa a un evento a cui tenevo molto. Davvero troppo ritardo. Peccato.
In tutto ciò non volevo assolutamente perdere la possibilità di rivedere Dario Faini. Con lui è stato come tornare a casa mia.
Seguo il suo progetto - Dardust - dai suoi esordi, conosco la persona dietro all'artista, e avevo proprio voglia di ascoltarlo di nuovo. È stato bello poter essere lì, ripercorrere il suo percorso artistico, conoscere qualche curiosità in più, rivivere bellissimi momenti degli ultimi anni.
Sentirmi di nuovo a casa, nelle mie Marche, nella mia Ascoli Piceno, da cui è nato tutto. Poterlo salutare anche se di fretta.
Insomma una giornata piuttosto piena, questo sabato eh?
Domenica.
Domenica è stata un mix di eventi e firma-copie.
L'ho iniziata con un evento su Tolkien, nel quale si è parlato di nuove traduzioni soprattutto della Storia della Terra di Mezzo; per poi spostarmi nella sala in cui Scott Spencer presentava nella nuova traduzione il suo romanzo ormai molto famoso in Italia, Un amore senza fine. Devo ancora leggerlo, ma da come ne hanno parlato, mi incuriosisce moltissimo.
Ho avuto modo anche di poter avere autografata la mia vecchia copia, e l'autore mi è sembrato anche molto gentile e simpatico! Un vero piacere.
Ci siamo spostati poi allo stand di Oblomov per farci autografare una copia del fumetto su Il Nome della Rosa, opera di Milo Manara. Che emozione vedere l'artista dal vivo! Poi la serata l'abbiamo conclusa proprio con l'evento di presentazione del suo volume. Una presentazione davvero interessante ma anche divertente. Per me è stato davvero un piacere poterlo vedere di persona. Di lui ho amato moltissimo le storie su Caravaggio, le sue tavole sono meravigliose.
Non vedo l'ora di scoprire anche questa sua versione/omaggio all'opera di Eco, di cui ha conservato la fedeltà al testo.
Altra emozione della giornata è stata sicuramente la possibilità di conoscere Daniele Serra. Amo moltissimo il suo stile, la sua arte. Poter farmi firmare Tinte Fosche, un volume ricco dei suoi lavori, pubblicato da Caravaggio Editore è stata una vera gioia per me.
Lunedì.
L'ultimo giorno del SalTo lo abbiamo dedicato di nuovo agli stand, alle interviste, agli incontri, ma sono riuscita anche a fare altre due cose: ho partecipato a un evento su Streghe e Medichesse con Erika Maderna e Stefania Soma in un affascinante intreccio tra mito, storia e leggenda, presso il meraviglioso Bosco degli Scrittori di Aboca Edizioni (ho già segnato i titoli), e siamo finalmente saliti sulla Pista 500 - Pinacoteca Agnelli, approfittando del ritorno del sole.
Un mix di natura, erbe aromatiche, arte contemporanea, e una passeggiata dall'alto, ritrovando un po' il piacere del sole dopo giorni di pioggia.
Contro.
Non ci sono solo Pro al Salone. Quest'anno ho provato anche delle emozioni molto negative che non mi hanno fatto vivere quest'esperienza in maniera ottimale. Alcuni motivi non dipendono di certo dall'organizzazione del Salone, ma qualcosina non è andata come da programma.
Come dicevo, alcuni eventi all'auditorium sono iniziati molto dopo l'ora prevista. Non ne conosco i motivi, non so se l'orario è cambiato all'improvviso, ma per chi aveva programmato perfettamente la giornata, è stato piuttosto frustrante. Posso capire un dieci minuti di ritardo, ma andare oltre la mezz'ora mi ha veramente infastidito.
Non so, ho provato la percezione che gli scorsi anni sia stato tutto organizzato molto meglio, come file, controlli, e tempi.
Sì, sicuramente quest'anno eravamo molte più persone, e la forte pioggia non ha aiutato. Però, si poteva comunque fare molto meglio, anche nella gestione delle file.
Questa è l'unica nota stonata, almeno per me, nell'organizzazione.
Alla fiera quest'anno sono arrivati 215.000 visitatori. Un record. E va bene. Ma allo stesso tempo non va bene se la struttura che la ospita non riesce a fornire servizi ottimali.
Due sono le note dolenti, che in verità anche gli scorsi anni non mi sono piaciute, ma quest'anno complici gli alti numeri e la pioggia - che ha costretto tutti a stare per forza all'interno dei padiglioni senza passare dall'esterno - ha aggravato il tutto.
I BAGNI. Questo è stato il punto più fastidioso. Nell'ultimo anno purtroppo non sto al meglio fisicamente. Quindi per me è fondamentale riuscire a trovare il modo per andare al bagno il prima possibile. Per noi donne la situazione è stata veramente stressante: file infinite, anche mezz'ora di attesa! A mio avviso quando si vogliono creare fiere così importanti, bisogna anche offrire servizi adatti a tutti. Anche a chi è anziano, o a chi ha problemi fisici o mentali. Consentire a tutti la possibilità di vivere al meglio l'esperienza. Sarebbe bello che chi gestisce il Lingotto Fiere pensi seriamente ad aumentare il numero di bagni disponibili.
Sulla situazione cibo e bevande torno a ripetermi. I prezzi sono davvero imbarazzanti. Io l'ho ormai compreso dopo il primo Salone e mi porto dei panini da casa... ma per chi non può, non mi sembra giusto pagare più di 7 euro per un trancio di pizza! Lo stesso prezzo che spenderei per una pizza intera! O 10 euro per un panino, 3,50 euro per una lattina di Coca cola, e via dicendo.
Bisognerebbe anche in questo caso trovare un modo per abbassare i costi.
Speriamo in dei miglioramenti. Me lo auguro di cuore, perché una fiera così bella, dovrebbe essere vissuta con molto meno stress.
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Credo, come al solito, di aver scritto fin troppo. Quindi, per oggi mi fermo qui! Prossimamente, però, arriveranno interviste e magari un nuovo articolo dove vi parlerò meglio di stand - citando anche i più belli per me - e titoli interessanti che ho scovato!
Intanto trovate qualche video sul mio profilo instagram: @marta.sognatrice
E grazie a te, che mi sopporti e supporti, anche quando l'ansia mi fa impazzire e star male. Non riusciamo sempre a comprenderci, ma è bello condividere insieme queste esperienze.
a presto,
Marta
Per leggere la seconda parte: Salto23 - di Stand e di Libri.
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il 25/05/2023 23:17