Quante volte vi capita di desiderare di tornare indietro nel tempo, a quel passato in cui tutto poteva ancora essere? Ma è veramente accettabile una cosa simile? Non si rischia di rimanere cristallizzati in un passato idealizzato, senza riuscire a fare passi avanti, incapaci così di vivere il nostro presente e spingerci verso un futuro magari costellato di difficoltà ma anche di nuove gioie? Qual è la vera felicità?
Quando ho visto la copertina di questo libro ne sono subito rimasta attratta. Amo le storie in cui protagonisti sono gli anziani e la trama mi ha subito incuriosita. Di Roberta Zanzonico avevo letto in passato un altro romanzo Blu Stanzessere, ed ero quindi molto curiosa di leggere altro di lei, di scoprire nuove sfumature della sua scrittura. È così che, complice anche una promozione della casa editrice Morellini, ho preso La bellezza rimasta, e l'ho letto subito. Colpita da questa storia, che consiglio vivamente. Una storia breve sì, ma anche molto intensa, piena di riflessioni importanti e di personaggi che restano sicuramente impressi nel bene o nel male.
... parlando con lei ognuno poteva tornare indietro ai giorni in cui la vita non era stata ancora definita, ai giorni in cui tutto poteva ancora essere.
Roberta Zanzonico è una psichiatra che ha avuto certamente modo di conoscere molte fragilità umane. E in effetti questo breve ma denso romanzo racchiude un insieme di vulnerabilità umane, uomini e donne che cercano di evadere da un presente che non riescono ad accettare, per rivivere un passato che dà loro l'illusione di essere ancora felici. In fondo, non è forse più semplice tornare indietro che andare avanti?
Tutti erano tornati in un momento lontano in cui la vita sembrava gentile.
La signora Chiara è stata a lungo un essere invisibile: non dotata di grandi qualità, è ritenuta una creatura semplice, quasi insignificante, alla quale il signor Antonio si lega, quasi con la mera illusione di vivere una vita tranquilla e forse dimenticare quel burrascoso amore passato per una donna fuori dagli schemi. Antonio, burbero e passionale, è l'unico personaggio che non vuole evadere dalla realtà, ma affonda nel suo dolore, in un triste presente distante dalla donna amata ma che lui stesso ha contribuito ad allontanare. E della moglie aveva amato solo un'idea, un'insieme di illusioni. Anche se, poi sarà proprio lui - a mio parere - a offrirci uno degli insegnamenti più belli sull'amore, sull'imparare ad amare, per poter condividere così l'esistenza con quella persona con cui si possa essere porto, àncora, e famiglia (sul kindle ho sottolineato tutto il suo discorso, ma non posso condividerlo in maniera completa qui, anche per rispetto non solo nei confronti dell'autrice ma anche dei lettori che dovranno provare l'emozione di scovarlo durante la lettura!).
Sono anime alla ricerca di amore quelle che compaiono tra queste pagine. Anime malinconiche, piene di nostalgia, profondamente fragili, spezzate e sole. È una realtà piccola quella in cui vivono, in cui tutti si conoscono, ma in verità ognuno è chiuso nel suo piccolo mondo. La bellezza rimasta è un piccolo scrigno dolceamaro, introspettivo e psicologico, feroce in certi aspetti (a tratti grottesco) e delicato allo stesso tempo. Storie di vita, di memoria e ricordi, ma io ci ho trovato anche la presenza di varie sfumature d'amore. Amori passionali, amori spesso negati o persi, amori non vissuti o anche sognati. Non solo tra uomo-donna, ma anche tra padri e figli.
Bisogna sapersi perdonare e ricominciare. Insomma, imparare ad amare. Non dimenticare, ma imparare.
Mi sono soffermata anche a riflettere su due aspetti che forse riguardano un po' tutti noi.
Sono la prima a tornare spesso indietro nel passato, trovando difficoltà a vivere nel presente e avendo paura del futuro. Sono molti i momenti nei quali mi rifugio in alcuni 'ricordi felici' nei quali vorrei quasi tornare, lasciando da parte i dolori che comunque ci sono stati. Quanto è facile però idealizzare quella bellezza rimasta nel passato e non riuscire a vivere un presente che potrebbe offrirci nuove opportunità per costruire altri attimi di felicità?
L'altro mio pensiero è sulla facilità di questa società di mostrare sempre e solo una realtà dove tutto è bello. Bisogna mostrarci felici, amati, far vedere la perfezione delle proprie vite... eppure, forse è proprio lasciando emergere le nostre fragilità che possiamo davvero aprirci all'altro ed essere magari compresi.
Insomma, è un libro che mi ha proprio colpita e che consiglio a chi è alla ricerca di una storia introspettiva, dolce ma allo stesso tempo amara. Una di quelle che ti porta a riflettere, e i cui personaggi resteranno nel cuore. Io avrei voluto abbracciare la Signora Chiara, una donna degna d'amore, a cui l'amore però è stato negato. E poi un mezzo per tornare là, in quel posto sicuro dove poter rivivere ricordi più felici.
«Sai, io ti ho perdonato per non avermi amata. Ma non so perdonarmi di averti dedicato tutta la mia vita.»