Cuore di cane, di Michail Bulgakov

8 feb 2023

Libri

Quest'anno ho deciso di non seguire troppi progetti di lettura. 
Ad eccezione del mio su Shakespeare, ho pensato di partecipare a un piccolo gioco che andava di moda a dicembre: farmi consigliare 12 titoli da chi mi segue! Nei miei programmi vorrei riuscire a recuperarne uno al mese, ma vedremo se riuscirò nel mio intento! 
A gennaio ho iniziato con un classico della letteratura russa, che mi ha permesso di conoscere la penna di un altro grande autore: Michail Bulgakov. Mi è stato consigliato Cuore di Cane, forse meno conosciuto rispetto al più famoso Il Maestro e Margherita (che, comunque, voglio recuperare più avanti).

U-u-u-uh! Guardatemi, muoio. Nel portone la tormenta mi ulula il de profundis ed io urlo con essa. È finita, è finita.

© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Comincia così questo romanzo fantascientifico e satirico, dando voce a un cane randagio, che rischia di morire di fame e freddo tra le strade di Mosca. Veniamo subito catapultati nei suoi pensieri, nel suo sguardo del mondo, nei suoi giudizi sugli esseri umani, quegli uomini e quelle donne che incontra, che lo bastonano, lo trattano male, lo percuotono. Il cane, accasciato su un portone, tormentato dal fianco bruciacchiato ad opera della crudeltà umana, viene raggiunto da un distinto signore che sembra avere a cuore la sua sorte: si china su di lui, donandogli un pezzo di salame, lo ribattezza Pallino e poi lo porta via con sé, presso la sua dimora. 

Per Pallino si offre la possibilità di vivere una vita più dignitosa: al caldo, con del buon cibo, non più sottoposto alle intemperie o alla ferocia dell'uomo. O almeno così sembra.

Filipp Filippovič Preobraženskij, questo il nome dell'uomo, è un luminare della scienza, di grande fama. Nella sua casa, con sette stanze, ha anche una sorta di ambulatorio dove compie strani esperimenti per ringiovanire gli anziani. Ed è proprio questo il suo scopo: la realtà è che Pallino è solo un oggetto utile a un esperimento che intende fare. 

Dopo averlo curato, reso più bello e forte, lo scienziato, con la complicità del suo assistente Bormentàl', lo prende alla sprovvista, e spezza la fiducia che aveva provato per quell'essere umano che sembrava essersi preso cura di lui. Tramite un'operazione complessa, che mette anche a rischio la vita di Pallino, i due eseguono un trapianto di ipofisi e testicoli umani, grazie all'ausilio di un uomo morto. Gli effetti di quest'azione però si riveleranno lontani da quanto sperato. Non avverrà un ringiovanimento, bensì un'antropomorfizzazione del cane. 
Il randagio diventa un uomo, o meglio un homunculus, una nuova entità umana, ma lo spirito dell'animale resterà nell'uomo, portandolo a compiere gesti tipici del cane, come quando viene colto da un incredibile odio verso i gatti (di cui, poi, riuscirà a farne un lavoro). Il problema però sta anche nell'uomo che è stato scelto: il morto, infatti, era un furfante, ubriacone e violento, un individuo volgare, pronto a bestemmiare di continuo e ad abusare delle donne. Ma diventa anche l'immagine di quella nuova realtà che a Filipp Filippovič non piace: un individuo del proletariato, che si avvicina alle idee di Marx ed Engels... 
Quando le azioni di Pallino, che assumerà anche un nuovo nome, diventeranno sempre più incivili, il professore deciderà di prendere dei provvedimenti, comprendendo il fallimento del suo progetto.

... con la dolcezza. L'unico sistema indicato con un essere vivente. Con il terrore non si ottiene nulla da un animale, a qualsiasi livello di sviluppo si trovi.

Da quel che ho letto, al di là della trama di un esperimento su un cane che diventa uomo, tra le righe c'è una vera e propria satira nei confronti dell'Unione Sovietica, del proletariato, della NEP, tanto che le sue opere all'epoca vennero censurate. 

Il libro mi è piaciuto? Sì, ma non quanto avrei sperato. Ancora una volta mi ritrovo in difficoltà con la Letteratura Russa, di cui riconosco l'originalità e l'importanza degli scritti, ma in cui non riesco a sprofondare totalmente. Il mio problema, forse, è dovuto alla mia scarsa conoscenza della storia e della politica russa, o comunque del tempo in cui era Unione Sovietica. La mia ignoranza a riguardo, purtroppo, non mi ha permesso di approcciarmi alla lettura nella maniera più opportuna. 
Non potete trovare, quindi, qui delle riflessioni approfondite sulle tematiche del libro. Anche se mi è piaciuta molto la parte dell'esperimento, o meglio, questa descrizione su quanto sia un errore per un uomo sentirsi un Dio, e voler stravolgere un ordine ben definito. Così come accade nel Frankenstein di Mary Shelley, anche qui c'è uno scienziato che vuole superare i limiti, andare oltre le leggi, provare a creare una nuova entità umana, o anche un modo per ringiovanire gli altri, per migliorare l'essere umano. Ma gli effetti sono sempre piuttosto disastrosi.  

Lo stile è piuttosto scientifico, colloquiale, essenziale: in poche parole Bulgakov riesce a esprimere molti concetti. E ho trovato davvero interessante anche la possibilità di vedere il mondo attraverso lo sguardo di un cane.

Però, ecco, purtroppo vorrei essere capace di apprezzare di più la Letteratura Russa. Finora è quella che per me è si è rivelata più ostica, più lontana da quel che mi piace leggere - a parte alcune eccezioni (vedi Noi, di Zamjatin, Le notti bianche di Dostoevskij e qualche opera di Čechov) -. Tuttavia, ci riproverò. C'è Il Maestro e Margherita ad attendermi, quindi non mi arrendo!

IL LIBRO

Cuore di cane
Michail Bulgakov
Casa editrice: De Donato Editore
Traduzione di: Maria Olsoufieva
Pagine: 168
Anno di pubblicazione: 1967
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