Elizabeth Jane Cochran, in arte Nellie Bly è una donna che mi ha sempre incuriosita moltissimo, ma non avevo ancora avuto l'opportunità di leggere libri su di lei. L'occasione si è presentata grazie all'autrice, Melania Soriani, che mi ha proposto di leggere la sua biografia romanzata e come potevo rifiutare? Grazie di cuore, Melania!
Il suo lavoro mi è piaciuto molto, mi ha appassionato nelle ultime settimane, e secondo me è un primo interessante approccio per avvicinarsi alla figura di questa donna coraggiosa e forte, che non si è mai arresa, nonostante tutti gli ostacoli dell'essere donna in un mondo di uomini. Una donna da ammirare e dalla quale trarre preziosi insegnamenti. A mio avviso, però, per approfondire ancor di più la sua storia, occorre trovare anche altro. Personalmente ho già segnato due letture che ho intenzione di recuperare: Dieci giorni in manicomio, e Il giro del mondo in 72 giorni, due importanti testimonianze di altrettanti momenti che l'hanno resa nota. Li leggerò appena possibile, così da aggiungere altri importanti tasselli sulla sua vita.
Il mio nome è Elizabeth Jane Cochran. Nellie Bly, come la maggior parte di voi imparerà a ricordarmi.
E questa è la mia storia.
Gli anni della prima infanzia trascorrono piuttosto sereni, nonostante un trasferimento nella dimora di Mansion Row ad Apollo, anche se la bambina dimostra di avere un temperamento già curioso e ribelle. Guarda con un certo interesse i giochi da 'maschio', sprofonda tra le pagine dei grandi tomi di suo padre pur non comprendendone il contenuto, e rimane anche colpita da una figura femminile così differente da sua madre: Miss Jennie Stentz, una donna che sta per fondare un proprio giornale, incurante della visione ancora troppo maschilista dell'epoca. Tuttavia la morte del padre, quando la bambina ha appena nove anni, segna un punto di spaccatura ma anche di svolta nella sua vita. La casa e quasi tutti i loro averi vanno nelle mani del Colonnello Samuel Jackson, che però, ben presto, si scoprirà non svolgere al meglio il suo lavoro di amministratore dei beni della famiglia. Elizabeth, sua madre e i suoi fratelli sono costretti ad andare altrove e a vivere un regime di privazioni e rinunce, fino a quando sua madre non deciderà di risposarsi. Peccato che la scelta si rivelerà presto completamente sbagliata: Ford è un uomo alcolizzato e violento, che fa vivere anni di puro terrore in quella casa, fino a quando, spinta anche dai suoi figli, Mary Jane non accetterà di seguire la strada del divorzio, nonostante in quel piccolo paese, e in quegli anni, sia visto come uno scandalo, soprattutto se avanzato da una donna. L'adolescente Elizabeth dimostra già tutti i caratteri della futura Nellie: sarà anche lei a testimoniare i soprusi e le violenze subiti dal patrigno, con schiettezza e lucidità.
Ci viene chiesto di essere tutte uguali. Spose e madri, operaie o domestiche. Un esercito di femmine laboriose e sorridenti in una casa di bambole. E in cuor nostro siamo davvero spose e madri, operaie e domestiche; ma anche - perché no? - contabili e attrici, letterate e pittrici, poliziotte e bottegaie; con la pelle bianca come il latte, scura come il caffè o ambrata come un tè orientale.
Non siamo tutte uguali. Siamo uniche. Irripetibili.
A causa della mancanza di soldi, la vita scolastica di Elizabeth dovrà essere interrotta troppo presto, ma ancora una volta la ragazza non si perde d'animo. Con la famiglia si trasferisce a Pittsburgh, dove va alla ricerca disperata di un lavoro per poter essere indipendente.
Un giorno, leggendo un quotidiano, rimane profondamente turbata da un articolo di Erasmus Wilson - giornalista di punta del Pittsburgh Dispatch Journal -, intitolato “A cosa servono le ragazze”. La ragazza decide di rispondere, firmandosi Lonely Orphan Girl. Un piccolo gesto, all'apparenza, ma un'importante porta per il suo futuro. Il direttore del giornale, George Madden, infatti, ne resta particolarmente colpito così da invitarla presso la redazione e iniziare così a chiedere altri articoli. Inizia il lungo percorso di Elizabeth, che assumerà il nome di Nellie Bly, diventando una delle più importanti giornaliste della storia. Sin da subito, Nellie Bly ha un intento ben preciso: raccontare la verità, ed è con lei che si sviluppa un tipo di giornalismo investigativo che la spingerà anche a mettere in pericolo la sua vita, pur di arrivare al suo scopo.
Nei suoi primi articoli mette in luce le condizioni di lavoro e i trattamenti subiti da bambini e soprattutto donne nelle fabbriche: Nellie fingerà anche di volerci lavorare, pur di vedere con i suoi occhi una verità scomoda. In quei luoghi le donne sono sottoposte a un lavoro duro ed estenuante, dovendo essere pronte a rimanere in silenzio, ad abbassare la testa, e a non rifiutare mai le avance dei superiori per non essere sbattute fuori. Sin da questi primi lavori, le reazioni delle persone e dei proprietari delle industrie sono molto forti. Arrivano lettere che confermano i trattamenti subiti, proteste davanti alle fabbriche, ma anche minacce dai dirigenti, che invitano il direttore del giornale a censurare Nellie, relegandola a un ruolo più marginale, gestendo una rubrica femminile di pizzi e merletti.
Volevano fare di me una sposa e una madre. Feci di me una donna, una giornalista, una pioniera. Volevano che restassi in silenzio. La mia voce fu un grido fuori dal coro.
Ma Nellie dimostra tutta la sua caparbietà e coraggio: non resterà ferma, anzi, riuscirà a convincere il suo capo a essere inviata in Messico, dove lavorerà a un reportage allo scopo di mostrare il vero volto del paese guidato dal governo di Porfirio Dìaz, dimostrando la censura nei confronti della stampa, e altri aspetti non proprio così pieni di luce. È qui che, con una licenza poetica, Melania Soriani decide di concedere alla donna l'amore. Una forte attrazione verso il poeta Joaquin Miller.
Cacciata dal Messico, Nellie Bly decide di recarsi a New York ed è qui che avverranno in particolare due degli eventi che la renderanno per sempre conosciuta e ammirata: da un lato, si fingerà pazza, per poter accedere all'Asylum di Blackwell, un manicomio dove le donne sono trattate in maniera terribile ed estremamente umiliante. Molte sono semplici emigrate, altre portate lì dai familiari perché ormai scomode. Nellie, sotto il nome di Nellie Brown, si fingerà confusa e spaesata. Basta solo questo per essere etichettata come una malata di mente? A quanto pare sì. Rimarrà lì dieci giorni, prima di essere liberata. E in breve tempo scriverà tutto in diversi articoli e in un libro, portando a delle reazioni molto forti, ma a una sorta di giustizia dolce amara.
Quegli stessi uomini che per privilegio ci avevano posto come angeli a guardia dei focolari, in men che non si dica e con spietata crudeltà ci sottraevano ogni diritto precipitandoci in un'oscura voragine senza possibilità di ritorno. E nell'Asylum di Blackwell tutte noi ci apprestavamo a cominciare la nostra nuova esistenza di angeli caduti.
E soprattutto, riuscirà finalmente a realizzare il suo sogno: quello di sfidare Phileas Fogg, protagonista del capolavoro di Jules Verne, facendo un viaggio intorno al mondo in soli 72 giorni. Una donna sola, una donna libera, con solo una valigia, pronta a vivere l'avventura e raccontarla nei suoi articoli, dove non manca mai quella verità profonda in cui si fonda sempre il suo lavoro, la sua essenza. E riuscirà anche a incontrare e intervistare Verne!
Insomma, che donna!
Melania Soriani, a mio avviso, ha fatto un lavoro davvero buono per darci un ritratto piuttosto fedele di un personaggio davvero da ammirare, focalizzandosi soprattutto su un messaggio: essere donna non significa non poter realizzare i propri sogni. Anzi. Anche se la vita ci porterà ad avere mille ostacoli, l'importante è riuscire sempre a rialzarsi e lottare per quello in cui crediamo, per quello che vogliamo fare.
L'autrice ci fa conoscere la storia di Nellie Bly dalla sua nascita al famoso giro del mondo in settantadue giorni.
Ammetto che ci sono due aspetti che non mi hanno del tutto convinta, pur avendo molto apprezzato il testo: da un lato la licenza poetica sul dover inserire per forza un amore, dall'altro il fermarsi al viaggio, senza analizzarlo meglio e tralasciando altri aspetti della sua vita che ho poi scoperto con le mie ricerche. Ecco, diciamo che avrei continuato molto volentieri con la lettura, inserendo anche la Nellie reporter di guerra, un aspetto che mi piacerebbe molto approfondire.
Tuttavia è un volume che mi ha molto appassionata e tenuta incollata alle pagine. È riuscita a trasmettere il coraggio di questa donna, che personalmente ammiro in maniera profonda, forse perché a differenza sua io ho molta più paura di affrontare la vita e di trovare il mio posto nel mondo. È una biografia romanzata ricca di informazioni e sentimenti, che personalmente mi sento di consigliare a chi ha voglia di iniziare a conoscere la storia di questa donna meravigliosa. Vorrei anche solo un briciolo del suo coraggio e della sua determinazione.
Diciamo che io sono piuttosto lontana però dalla superficialità con la quale si esprime la frase del “volere è potere”. Ci sono mille variabili nella vita, non tutti abbiamo il medesimo coraggio, le stesse possibilità, o altri motivi per raggiungere effettivamente ciò che vogliamo. O magari c'è anche chi non ha questa grande ambizione nella sua vita, e viene vista pure male. Sì, persone come Nellie non si sono mai arrese, nonostante le tante cadute. Lei si è messa in gioco, ha dimostrato un coraggio non comune, ha fatto qualcosa di grande e lottato non solo per realizzare il suo sogno, ma anche in un certo senso a nome di molte altre donne umiliate, vittime della prepotenza di un mondo maschilista e a 'misura d'uomo'. Ed è, lo sottolineo di nuovo, una donna da cui prendere sicuramente esempio. Ma, a mio modesto avviso, ci sono altre persone, donne o anche uomini, che hanno altri mille problemi e paure, che lottano lo stesso, anche molto, ma non sempre riescono a farcela, e spingere troppo con quel concetto può solo far male. Ma questo è un pensiero, puramente personale, che va oltre la storia.
Io sicuramente continuerò il viaggio proprio con i due reportage più noti di Nellie Bly. Ma se avete altri consigli, sono ben accetti.
Non ho mai scritto una parola che non provenisse dal mio cuore, e mai lo farò.