L'Atlante delle donne, di Joni Seager

12 ott 2022

Libri

Negli ultimi tempi le notizie dal mondo mi lasciano un bel po' sgomenta. 
Sembra di sprofondare sempre più in un baratro senza fine. Tra guerre, povertà, mancanza di diritti, discriminazioni, morte ovunque. Mi rendo sempre più conto di quanto io sia fortunata in confronto ad altre donne nel resto del mondo. Ho una casa, ho un compagno che mi ama e mi rispetta, ho - e spero di continuare ad avere anche con il nuovo governo - dei diritti, anche se si sa, c'è ancora tanto da lottare non solo per non perdere quelli che abbiamo, ma anche per acquisirne altri. 
Però sono anche stanca di vivere in una realtà simile, così crudele, senza anima. Ma sono anche sincera: io sono una grandissima fifona, l'ansia mi divora, il pericolo mi blocca, la paura di essere ferita, torturata o uccisa mi annienta dentro. Non avrei mai il coraggio delle donne Afghane o Iraniane. Allo stesso tempo, questo animo fragile che mi ritrovo grida: quando ci sarà pace? Quando si potrà vivere tutti con serenità e rispetto? Quando assurdi fondamentalismi religiosi, militari e politici verranno abbattuti, lasciando spazio all'empatia, al raziocinio, alla vera cultura capace di unire anziché dividere? 

Mi affido ai libri, cerco di conoscere, di aprirmi. Anche se a volte certe letture fanno male. A volte vorrei essere menefreghista e forse un po' sciocca. Vorrei riuscire a dedicarmi a cose più frivole, anziché provare a focalizzare la mia attenzione su altre vite, ad aprire quella finestra sul mondo. Perché, poi, lo so. Sono così sensibile da starci troppo male. 

Tutta questa premessa, per cosa? 
Ultimamente avevo il desiderio di conoscere un po' un'altra casa editrice indipendente di cui vi ho parlato la volta scorsa: add Editore. Ho deciso così di recuperare un titolo che avevo visto spesso nel bookstagram in passato, e che avevo assolutamente voglia di leggere: L'atlante delle donne, di Joni Seager. 

Lo ammetto subito: non sono un'esperta di femminismo, anzi. Quindi non so neanche se sono in grado di parlare in maniera degna di questo volume, ma sento di consigliarlo a tutti, donne e uomini. Perché è importante aprire gli occhi su quello che accade non solo nel nostro paese, ma anche nel resto del mondo. Noi, per molti versi, siamo molto fortunate. Anche se ancora non siamo rispettate quanto dovremmo, e anzi, gli ultimi eventi minacciano anche di farci perdere quei pochi diritti che 'siamo' riuscite a ottenere nel corso dei secoli. Ma in altre parti della Terra le cose sono molto peggiori. 


Gli uomini hanno paura che le donne ridano di loro. Le donne hanno paura che gli uomini le uccidano.
• Margaret Atwood •



© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice


Joni Seager è una geografa femminista e un'esperta di politica globale; oltre a essere docente di Global Studies alla Bentley University, è anche consulente delle Nazioni Unite per le politiche ambientali e di genere, e per le statistiche di genere.

L'Atlante delle donne, come lo definisce l'autrice stessa nell'introduzione, non è solo un atlante del femminile. È una rimappatura femminista del mondo, attraverso una lente che permetta di guardare per davvero il modo in cui le donne vivono.

Tramite l'utilizzo di infografiche colorate, mappe, cartine e schede tecniche, ci offre il frutto del suo meticoloso lavoro di ricerca e analisi, in modo da raccontare l'universo femminile in tutti i suoi aspetti: discriminazione di genere, omosessualità, matrimonio e famiglia, diritti di nascita, aborto e contraccezione, violenza domestica, stupri e femminicidio, la politica del corpo, con riflessioni sul business della bellezza (spesso orientato a un modello occidentale),  mutilazioni genitali e turismo sessuale, fino ad arrivare anche a temi come la salute, il lavoro, l'istruzione e la connettività, la proprietà e la povertà, e le donne in politica. 

Per ogni sezione, l'autrice ci dona un visione globale che permette anche di riflettere sulle differenze o le somiglianze tra le varie parti del mondo. Per alcuni aspetti, si concentra molto sul modello di vita statunitense, ma è interessante riuscire a comprendere quanto ancora sia presente un forte divario non solo di genere, ma anche economico, lavorativo e politico. 

È una lettura che non può non trasmettere rabbia e un forte senso di indignazione. Alcuni aspetti già per me erano noti, ma permane e si rafforza quel profondo senso di ingiustizia che avverto ogni volta che affronto argomenti simili. 

In molti Paesi tenere le donne al loro posto è un vero e proprio impegno.


Come in Arabia Saudita, ad esempio. Qui, e in altre realtà, la donna è tenuta al suo posto soprattutto tramite l'uso della violenza, che inizia già in casa. Vivono in un 'regno di gabbie', dove sono costantemente controllate dalla cosiddetta 'tutela maschile'. Devono sempre chiedere il permesso a un uomo, padre, marito, fratello o addirittura figlio, per viaggiare, ottenere un passaporto, sposarsi, studiare all'estero ma anche per lavorare o ricevere assistenza sanitaria.


In molti Paesi, lo stupro all’interno del matrimonio non è definito esplicitamente come un crimine, in altri lo stupro nel matrimonio è consentito.


L'argomento 'stupro' è qualcosa che tocca profondamente anche il nostro Paese. Anche qui, il più delle volte la violenza è soprattutto subita in casa, in famiglia, a causa di una persona che dovrebbe amarti e invece ti considera di sua proprietà. Ma ci sono anche altre realtà non così lontane dove lo stupro non è neanche considerato un crimine, anzi, è addirittura consentito! 

Per non parlare poi dell'opera dei fondamentalismi religiosi ma anche militari: a subire la peggiore persecuzione sono come sempre le donne. Anche se non mancano quelle che si uniscono a questa oppressione, mettendo in discussione la correttezza delle proprie convinzioni. Tutto questo mi riporta, ancora una volta, alle notizie che provengono dall'Iran e dall'Afghanistan, solo per fare due esempi: dittature e regimi spietati in cui le donne rischiano la morte anche solo perché indossano male un velo; in cui non possono studiare liberamente, in cui non possono scegliere di amare, di essere semplicemente libere. Donne con i propri sogni, che per un attimo - in Afghanistan - hanno visto un barlume di luce, di serenità, e ora sono risprofondate nel buio. Eppure, eccole lì, pronte ad alzare le proprie voci, a scendere in piazza, con gesti ben precisi, a urlare contro la dittatura, anche a costo di perdere la propria vita. Sono donne che ammiro profondamente, e che mi fanno comprendere ancor di più quanto siamo fortunate, ma quanto sia facile sprofondare in una situazione simile. Vorrei avere il loro stesso coraggio...  


“Se la gravidanza fosse una questione maschile, l’aborto sarebbe un sacramento” – Florynce R. Kennedy


Anche il tema dell'aborto è molto caldo nel nostro Paese. Il pensiero che una donna non possa decidere liberamente del proprio corpo, è qualcosa che mi fa impazzire dalla rabbia.  Non mi dilungo oltre, ma credo fermamente che dobbiamo essere noi a decidere del nostro corpo, di un'eventuale gravidanza. Libere di scegliere, sempre. Perché nel momento in cui altri vogliono importi qualcosa e limitarti, ti accorgi che la nostra realtà non è poi così distante da altre dittature. 

Ma questi sono solo alcuni piccoli spunti di un libro che racchiude molto altro. E che tutti, sia donne sia uomini dovrebbero leggere. 
Grazie all'uso di molti elementi grafici, non risulta un volume pesante da affrontare. Ma sicuramente un peso nel tuo cuore lo lascia, una rabbia crescente la sprigiona. È una di quelle letture 'utili', non solo per aprire gli occhi sulla realtà, per apprendere magari informazioni che non si sanno, o approfondire certi temi, ma anche per porsi ulteriori domande. Un libro che fa pensare e forse può spingere anche ad agire. 


IL LIBRO

L'Atlante delle donne
Joni Seager
Casa editrice: Add editore
Traduzione di: Florencia Di Stefano Abichain
Pagine: 208
Prezzo: 19.50€
Anno di pubblicazione: 2020
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