Esordienti, poesia, autori internazionali meno conosciuti, e transcultura, questi sono alcuni degli aspetti che potrete trovare tra i titoli pubblicati dalla casa editrice che vogliamo presentarvi oggi: Ensemble.
Al Salone del Libro di Torino abbiamo avuto la possibilità di intervistare il direttore editoriale Matteo Chiavarone, che ringraziamo di cuore per il tempo che ci ha riservato e le risposte esaustive, mettendo anche in luce quelle che sono le criticità della fiera più importante dell'editoria. Elementi che si possono migliorare, di certo!
Chi siete e qual è la peculiarità che più vi distingue dagli altri?
Siamo Ensemble, siamo nati nel 2011/2012 - quindi ancora all’interno del decennale -, e abbiamo iniziato a pubblicare esordienti, poi in realtà siamo cambiati nel corso degli anni. Abbiamo approfondito molto alcuni temi come la poesia, ormai sulla poesia siamo un po’ un punto di riferimento sia in Italia sia all’Estero, abbiamo pubblicato tanti autori internazionali. È di questi giorni la notizia che una nostra autrice ha vinto il Pulitzer in America, e siamo stati gli unici in Italia a pubblicarla. In poesia riusciamo a pubblicare autori internazionali, sulla narrativa è un po’ più difficile, ma facciamo molta ricerca sugli italiani (e sugli stranieri meno conosciuti). Sempre quest’anno abbiamo presentato un libro al Premio Strega, “La meccanica del divano” di Francesco Dezio, e stiamo cercando di portare avanti più discorsi, uno sugli esordienti e uno sulla ricerca di autori europei e mondiali in generale che abbiano ancora molto da dire anche in Italia. Sin dall’inizio noi ci siamo occupati molto di transcultura, cioè di autori che nascono in un Paese ma poi scrivono con un’altra lingua, questo grazie alla collaborazione con Armando Gnisci, che ci ha lasciato qualche anno fa, e con Gëzim Hajdari, il primo autore emigrante italiano. Con loro abbiamo due collane: una è Transculturazione, di saggistica e l’altra è Erranze, di poesia.
Ammirazione, Orgoglio e Sogno.
Ovvero: Un libro pubblicato da altri che apprezzate particolarmente.
L’editoria fortunatamente è un settore dove non c’è tantissima concorrenza, quindi ci osserviamo, ci guardiamo, alcune volte ci copiamo anche. Ci sono delle case editrici che per noi sono dei punti di riferimento, che osserviamo, e titoli per cui ci chiediamo ‘perché non li abbiamo pubblicati noi?’. Ad esempio Exorma, una buona casa editrice che ha scoperto a mio avviso uno degli autori più interessanti italiani degli ultimi anni che è Morandini. Sulla poesia sono molto bravi Interno Poesia. Trovo molto bravi Del Vecchio, una casa editrice laziale di Bracciano. Sono molto amico del Direttore Editoriale di Italo Svevo, Dario De Cristofaro, che sta facendo un ottimo lavoro, a mio avviso, di ricerca di autori poco conosciuti. Invidio la Rivista che ha fatto Iperborea, quella sui Paesi raccontati da autori. Una casa editrice che si è presa a mio avviso uno spazio importante in un’area che si era un po’ persa è la Keller, che sta facendo un lavoro incredibile sugli autori dell’est, un’altra parte che ci interessa, ed è un punto di riferimento da quel punto di vista.
Il vostro libro di cui siete più fieri.
Adesso siamo orgogliosi di aver pubblicato Diane Seuss, vincitrice del Premio Pulitzer di quest’anno, ma anche le poesie di Jean-Claude Izzo, che non sono solo meravigliose ma lui, a mio avviso, è uno degli scrittori più importanti del Novecento. E anche di aver pubblicato Francesco Dezio, di cui siamo particolarmente orgogliosi.
Il libro che sognate di poter pubblicare un giorno.
Ce ne sono tanti di autori che vorremmo pubblicare. Il mio sogno su cui sto lavorando da tanti anni è portare in Italia le poesie di John Williams, l’autore di Stoner, che nasce come poeta. C’è Fazi che però ha la prerogativa, ma se non si sbrigano a farlo, prima o poi gliele ruberemo in qualche modo!
Pro e contro di questo Salone 2022
Pro: Si parla di libri, ed è sempre bello riuscire a portare tutte queste persone. Parlando di libri è un successo non da poco.
Contro: a mio avviso perde il principio della fiera. Ormai è diventato un grande mercato, ha perso ogni forma di democraticità, nel senso che tendono sempre di più a separare la grande editoria dalla piccola; stanno lavorando male sul supportare le piccole e medie case editrici. Il Salone del libro costa moltissimo. Anche le presentazioni potrebbero abbassarle un pochino di costo per permettere a tutti di poter portare i propri autori, perché diventa proprio difficile non tanto guadagnarci, perché è comunque uno spazio pubblicitario. Noi siamo stati sempre molto bravi a vendere i nostri libri alle persone che passano, anzi forse quando abbiamo iniziato siamo stati tra i primi a parlare moltissimo con le persone; prima c’era un rapporto molto più distaccato con i lettori che venivano. Però adesso è diventato solamente vendita e ha dei costi esorbitanti e non giustificabili, visto che si chiede il biglietto alle persone per entrare, visto che hanno molte fonti di guadagno ministeriali, regionali, internazionali… quindi un supporto potrebbe essere dato. E soprattutto riportiamo l’Oval qua dentro!
Ringraziando Matteo Chiavarone per le sue risposte, vi invitiamo a conoscere il loro catalogo sul sito!
Contatti:
Libri che ho letto e recensito o che leggerò prossimamente:
- Blu stanzessere, di Roberta Zanzonico
- Gli anni di Marta, di Laura Tullio