La neve se ne frega, di Luciano Ligabue

14 set 2022

Libri

Ho regalato questo libro, tempo fa, a mia sorella. 
Lei ha una vera e propria passione per Luciano Ligabue, e ho tentato di avvicinarla un po' di più alla lettura proprio con un titolo del cantautore: La neve se ne frega.
In verità, è un artista che piace molto anche a me, pur non reputandomi una gran fan, ed ero particolarmente curiosa di vederlo nelle vesti di scrittore. Diciamo che la componente fantascientifica/distopica del romanzo ha aumentato ancor di più la voglia di sprofondare tra queste pagine. Alla fine mi è piaciuto? Più o meno. Nel senso che la ritengo una lettura carina, un libro ben scritto,  però non mi è sembrato nulla di così originale per chi ha letto diversi volumi di questo genere letterario. 


Non sei una macchina né lo sei mai stato. Sei il risultato del progetto evolutivo finale.


© una valigia ricca di sogni - marta.sognatrice

Siamo in un futuro alternativo, dove l'esistenza è governata dal cosiddetto Piano Vidor. Tutti i cittadini devono conoscere a memoria gli undici diritti e gli undici doveri individuali. Provate a immaginare un mondo in cui la tua vita è già tutta stabilita: al momento della tua nascita vieni subito abbinato al tuo partner per la vita, che dovrai però tradire un numero precisato di volte, per mantenere l'equilibrio di coppia. Hai una casa con giardino, un mezzo tuo di trasporto, un lavoro ben preciso da svolgere per tutta la vita (e in base al lavoro avrai un determinato nome: ad esempio, DiFo sta per Direttore della Fotografia), completo sostentamento materiale, alimentare e vestiario, cure che non ti permettono di star male, la possibilità di accedere a informazioni, svago, alla cultura e all'arte, seppur filtrati dal modello. Tutti hanno le stesse cose, una posizione sociale paritaria, e ci sono ben tre giorni di riposo, per poter avere diritto al proprio tempo. Insomma, un mondo idilliaco e apparentemente perfetto, dove sembra non mancarti nulla. 
Ah, e non si deve dimenticare un ulteriore aspetto: nasci anziano, muori neonato (a 0 anni). Sai dunque perfettamente quanti anni hai da vivere, e mano a mano che cresci, diventi più giovane, più in forza, più vitale. Sarebbe bellissimo poter conoscere il tempo che ci resta, no?
È considerato il migliore dei mondi possibili. E che importa se per vivere così sarai controllato da telecamere o microfoni? 
Cosa manca allora?

La libertà di vivere la propria vita come si vuole. La possibilità di scegliere il proprio partner, di non doverlo tradire per forza, e soprattutto quella di poter procreare, dare forma a una nuova vita. In questa realtà futura si è solo all'apparenza liberi: ma in realtà sarai sempre controllato, avrai sempre il dovere di segnalare ogni anomalia del sistema, non potrai protestare, o creare forme d'arte che non rispettano certi principi del Piano, e altre scelte. La tua vita è tutta programmata. E anche se continuano a trasmettere il messaggio “Non sei una macchina”, è difficile non pensarlo.

Ebbene, in questa realtà vivono anche DiFo Sogno e ViPa Natura, i due protagonisti del romanzo, che effettivamente macchine non sono davvero.  
DiFo è nato a 79 anni, Natura a 81. Il loro primo incontro, un po' traballante, è stato anche denso di risate. Risate che risuonano in quasi tutta la loro vita. DiFo e la sua Natura (come preferisce chiamarla) si amano davvero. Il loro legame è così forte da permettere loro di capirsi anche senza il bisogno di troppe parole. Vivono bene, sono felici, hanno anche dei vicini - abbinati ugualmente dal Piano Vidor - con cui sono in buoni rapporti e sono presto diventati i loro migliori amici. 
Eppure, a un certo punto, qualcosa sembra cambiare. DiFo sa di avere al suo fianco una donna bellissima, e sorge in lui una sorta di gelosia che lo spinge a commettere anche violenza, andando contro uno dei fondamentali doveri individuali da rispettare. Sia DiFo che Natura non riescono più a sopportare di dover commettere, per forza, quei cosiddetti 'Adulteri da equilibrio'. Ma a tutto ciò si unisce un malessere improvviso che colpisce Natura e che i medici definiscono una semplice Disfunzione Ormonale.
Il suo ventre cresce sempre di più, ha frequenti nausee e vomito, avverte come la presenza di qualcosa dentro il suo corpo. Ma, come dei bambini ancora piuttosto ingenui, non sanno nulla. Non conoscono davvero niente del mondo precedente. Sanno solo ciò che è sempre stato imposto dal Piano Vidor. Quando, però, dei medici vanno a violare il corpo della donna, e a esportare qualcosa da dentro di lei, la loro vita subisce una vera e propria scossa. Natura si sente come svuotata, e sembra scomparire il sorriso dalle sue labbra, la sua capacità di ridere.
Che cosa sta succedendo? E cosa faranno i due quando verrà loro svelata la verità?


Usi il bianco per accendere la luce.
Usi il nero per spegnerla. Per accendere l'ombra.
Oppure li mescoli e abusi delle migliaia di nuove possibilità.


La neve se ne frega è un romanzo che si legge con piacere, ma che a me ha ricordato per molti versi diversi libri del genere. Anche solo l'idea di nascere anziani, da una grande bolla fattrice, e morire neonati mi ha ricordato altro (come Il Curioso caso di Benjamin Button, ad esempio, anche se qui è esteso a tutta la popolazione). Ma è anche una lettura piena d'amore, ed è forse su questo concetto che si focalizza principalmente la storia. Un lavoro denso di umanità, che potrebbe anche farci riflettere su cosa conti davvero nella nostra vita. Sì, potrai anche avere tutto, ma se manca la libertà di scelta, di amare, e di vedere il frutto del proprio amore, credi davvero di essere felice?
Se devo essere sincera l'idea di questo 'senso contrario della vita', mi ha affascinata. Sapere quanto tempo ti resta, potrebbe essere una spinta in più a vivere la vita in modo più pieno, a non aver paura dell'incertezza. Poi, è un mio semplice pensiero. Però, resta un mondo in cui difficilmente potrei vivere. Anche se non c'è una vera e propria violenza, a parte in alcuni tratti, è una realtà in cui è facile sentire un'inquieta oppressione. Avere tutto senza troppa fatica - né meriti - può da un lato essere visto come qualcosa di più semplice; anche la visione di avere tutti sul medesimo piano, senza differenze di classe sarebbe da un lato meraviglioso, ma allo stesso tempo c'è sempre quella mancanza di libertà e scelta che schiaccia l'individuo e, nonostante tutti i messaggi, lo spinge a essere una mera macchina al servizio del sistema.

L'ho trovato forse un po' ripetitivo in certi concetti, ma comunque ben scritto. 
Come in ogni romanzo distopico che si rispetti, anche qui c'è una sorta di ribellione al sistema: in questo caso è proprio l'amore. L'amore di due persone che capiscono di essere stanche di dover rispondere a certi doveri individuali che contrastano con i loro veri desideri. L'amore verso una creatura alla quale è impedito di nascere, perché le anomalie vanno subito eliminate o studiate. 
C'è controllo, ma non ovunque. Sotto la neve, i rumori si attenuano. Sotto la neve si può comunicare. Capire. Cercare di ribellarsi, lottare, anche quando tutto sembra inutile. 

Come dicevo, quindi, l'ho trovata una lettura carina, ma non eccezionale. Mi ha intrattenuta, nonostante tutto, e lo consiglio a chi ha voglia di cercare una storia d'amore in un mondo futuro, in verità non troppo così differente dal nostro, per quanto ne sia quasi un ribaltamento; e a chi ha voglia di scoprire la penna di un cantautore in un altro contesto, quello letterario.


Grazie per la neve che sta scendendo. Mi è sempre piaciuta, ma adesso mi sembra proprio puntuale. Tempestiva. Porta pulizia. Porta bianco. Costringe all'attenzione. Ai tempi lunghi. Lima rumori e colori. Lima le bave dei sensi. Ce n'è bisogno. Ancora per un po'.




IL LIBRO

La neve se ne frega
Luciano Ligabue
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 240
Anno di pubblicazione: 2010
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