Oggi vogliamo proporvi una realtà editoriale marchigiana (e qui, permettete da parte di chi scrive un po' di entusiasmo e amore per la propria regione!) che abbiamo scoperto di recente. In verità solo nell'edizione di ottobre del Salone del Libro di Torino abbiamo portato a casa due titoli, uno dei quali ho letto subito e profondamente amato, perché mi ha riportato nella mia amata Terra e tra le sue leggende (Nome non ha di Loredana Lipperini) e un altro (Non avere paura dei libri, di Christian Mascheroni) che cercherò di recuperare al più presto!
Hacca è una casa editrice fondata e diretta da Francesca Chiappa, che ci ha dedicato il suo tempo.
Chi siete e qual è la peculiarità che più vi distingue dagli altri?
Noi siamo Hacca edizioni, una casa editrice che ha sede nelle Marche (Matelica), nell’appennino marchigiano, quindi all’interno di un nucleo di colline.
Abbiamo un doppio binario: recuperiamo voci del Novecento letterario italiano che sono scomparse o che comunque hanno avuto qualcosa da dire all’interno di libri che poi non sono più in commercio. Cerchiamo di riprendere quelle visioni, quel tipo di immaginazione, di visione, di un momento in cui l’Italia stava cambiando, che era appunto il Novecento, di un Paese che poteva essere rifondato, ricostruito, per cui avevamo tutto da immaginare. Ecco, prendiamo quel nucleo di rinnovamento, di rifondazione di un Paese, di una comunità che usciva dalla guerra, dalla povertà e dal fascismo, per cercare di capire se ancora ci possiamo appellare a quel sentimento che adesso forse un po’ abbiamo perduto e da cui, invece, bisogna riprendere forza per re-immaginare ancora, per non fermarci a risultati a volte anche fallimentari che abbiamo raggiunto.
Quindi chiamiamo a raccolta le voci di Olivetti, di Fortini, di Bigiaretti, di Mario Pomilio, e Gianna Manzini tra le scrittrici; scrittori e scrittrici che ci hanno provato a rifondare un Paese, a volte non ci sono riusciti, ma possono ridare linfa vitale a una nuova rifondazione e li mettiamo a dialogare, invece, con scrittori contemporanei, che hanno delle vie di accesso alla letteratura e alla narrativa che magari le grandi case editrici non riescono a offrire. Sicuramente autori esordienti ma anche scrittori già noti, come Francesca Scotti. Scrittrici che hanno già pubblicato, hanno già un certo numero di pubblicazioni anche con case editrici più grandi, a cui chiediamo però dei percorsi più di riflessione, più coraggiosi, più sperimentali, per cui il racconto dell’invisibile, ma anche la possibilità di abbandonare la trama per lavorare semplicemente sulla scrittura, sulla lingua, sul rumore che fanno le parole. Cerchiamo di fare questo attraverso scrittori soprattutto italiani, perché lavoriamo soprattutto con autori italiani tranne alcune incursioni in Romania. E da poco abbiamo anche iniziato a creare una serie di cinque libri, dove chiamiamo scrittrici come Loredana Lipperini, Laura Pugno, Viola di Grado a dare ai lettori un racconto del mitologico femminile, attraverso i quattro elementi, più uno, che è il post-umanesimo, e facendolo illustrare da Elisa Seitzinger.
Ammirazione, Orgoglio e Sogno.
Ovvero: Un libro pubblicato da altri che apprezzate particolarmente.
Ammiro e invidio le case editrici che lavorano con i Graphic Novel, perché amo moltissimo i fumetti, quel tipo di narrazione che sborda dalla gabbia dell’impaginato, che acquisisce anche spazi diversi e che in una sola immagine riesce a raccontare un mondo intero. Quindi ammiro fortemente chi è riuscito a lavorare con i fumetti nel tempo e che continua a lavorarci. Una tra tutte è Coconino Press, che adoro come casa editrice.
Il vostro libro di cui siete più fieri.
Sono orgogliosa di tutti i nostri libri.
Sono orgogliosa di Giuseppe Lupo, che è il nostro direttore della collana Novecento.0: ci segue da tantissimo tempo e lo fa con grandissima generosità nei nostri confronti. È lui che ci offre la possibilità di riportare in libreria gli autori e le autrici che ama. Lui è il mio grande orgoglio, perché è una delle persone per bene che lavorano nella letteratura, nell’editoria, in maniera ancora veramente sana.
Il libro che sognate di poter pubblicare un giorno.
Fondare una scuola gratuita in cui i ragazzi, i vecchi, chiunque, possano stare per avere il tempo di imparare, qualsiasi cosa.
Pro e contro di questo Salone 2022
Pro: La possibilità di incontrare, i lettori, gli altri autori, gli altri editori, tutti quelli che fanno parte della filiera del libro.
Contro: Un sistema che risulta ancora un po’ ingessato e ancora da modificare. Ogni anno ci accorgiamo di qualcosa che va un po’ modificato. Quest’anno per esempio ci siamo accorte che sono ritornati i grandissimi eventi che portano via il pubblico dalle case editrici indipendenti che sono sparse nel Salone, e non danno il tempo di girare tra gli stand. Ritorna un modello che in realtà è stato perdente per il Salone del Libro e non vorrei che venisse mantenuto. Gli ultimi Saloni secondo me hanno vinto perché hanno mantenuto al pari degli indipendenti anche i grandissimi marchi e i grandissimi nomi, dando spazio alle realtà più piccole, non più marginali, però quei marchi che non hanno quella potenza di fuoco dei grandi editori. Ecco, non vorrei che si ritorni a mettere in crisi questo rapporto. I grandi non erano più quelli che potevano salvare il Salone ma sono stati i piccoli, medi, gli indipendenti che unendosi hanno permesso al Salone di andare avanti, di continuare a fare quello che facevano, che poi siamo noi la maggior parte degli editori che fanno parte di questo Salone. Ecco non vorrei che si creasse un nuovo disequilibrio, perché sarebbe fallimentare per il Salone.
Ringraziando Francesca per il suo tempo e le sue parole, vi invitiamo a scoprire il loro catalogo.
il 16/06/2022 19:48