Si torna sempre dove si è stati bene.
Una frase scontata, forse, ma perfetta in questo caso.
Dopo aver letto e tanto amato “Il Porto Proibito”, ho deciso di tornare a Plymouth per approfondire la vita di alcuni personaggi, incontrarne altri che avevo solo salutato ed è stato bellissimo ritrovare, e conoscerne di nuovi. Eppure, anche chi non c'è più continua a manifestare la sua presenza nei ricordi di coloro che li hanno tanto amati, in una canzone suonata con un violino, o tra i versi di alcune poesie.
È passato del tempo dalla mia lettura dei due volumi de “Le ragazze del Pillar”, ma voglio lo stesso spendere qualche parola. E direi, finalmente!
Tornare tra le parole di Teresa Radice e le illustrazioni di Stefano Turconi è sempre meraviglioso. Ancora una volta non posso non confermare il mio grande amore per il loro lavoro.
Pace di donna è sola pace che dura
Eccoci di nuovo a Plymouth dunque. Le vite delle sorelle Stevenson continuano spensierate e a loro si è unito il Capitano MacLeod. Personaggi uniti da una perdita, ma il vuoto ora sembra essere in parte riempito dal nuovo legame che si è creato tra di loro.
Ma poi lo sguardo scivola tra le strade della cittadina inglese, facendoci accedere al Pillar To Post, casa di piacere, in cui continua ad andare avanti la vita di diverse ragazze, nonostante l'assenza della loro cara tenutaria. C'è un peso nel cuore, che anche noi - dopo aver letto Il Porto Proibito - possiamo comprendere. Eppure, tale tristezza è in parte attenuata dalle poesie che continuano a leggere insieme, e dallo splendido rapporto che si è creato tra molte di loro. Ragazze, spesso molto giovani, che forse vorrebbero altre vite sì, ma al Pillar To Post hanno trovato rifugio, focolare, famiglia.
I due volumi pur seguendo un percorso ben preciso, si soffermano su quattro ragazze: nel primo, approfondiamo la storia della giovane June, e dell'elegante Lizzie; nel secondo facciamo la conoscenza di un nuovo personaggio, Tess, e andiamo un po' a scoprire il passato della provocante Cinnamon. Storie che s'intrecciano, vite che si legano anche ad altri personaggi che abbiamo già conosciuto, fornendo così una trama che sicuramente ha tutte le carte in regola per proseguire, per poter tornare forse un giorno di nuovo in questa città. Perché di questo mondo, secondo me, non ci si stanca tanto facilmente!
June è molto giovane, ma anche coraggiosa e determinata. Ha la capacità di guardare oltre. E questo lo si scorge quando al bordello arriva il Maori privo di un braccio, Tane. L'omaccione grande e grosso, narra alle ragazze la sua storia, ma rivela anche molti aspetti del suo mondo, delle leggende del suo popolo, della sua cultura. Il suo gran cuore e la sua forza fisica lo porteranno a ottenere un ruolo importante nel luogo e a legarsi a quelle donne, in particolare a June, pronta a tutto pur di salvarlo quando le cose sembrano mettersi male.
E poi abbiamo Lizzie, di una bellezza raffinata ed elegante, una donna che sogna di incontrare un giorno un nobile signore che potrebbe fare di lei la sua dama. E, in effetti, un incontro speciale avviene. Con un uomo timido ma di buon cuore, che s'insinuerà in maniera forse un po' impacciata tra i suoi pensieri. Gli ostacoli non mancano, ma...
Nel primo capitolo troviamo già due personaggi che poi avranno un ruolo più importante nel secondo: il Capitano della Last Chance, Yasser Allali - che avevamo già conosciuto nel libro principale - e che sembra essere turbato dal passato, e la bella e misteriosa Tess.
Tess diventa così un personaggio importante nel secondo volume. Di lei si sa poco: il suo obiettivo sembra essere quello di incontrare il Capitano Yasser, e poter navigare sulla sua nave per raggiungere suo fratello a Madras. Ma per far ciò ha bisogno di soldi. Ecco dunque come approda anche lei al Pillar To Post. Eppure, sono tanti i segreti che la ragazza non vuole rivelare e che scopriremo pian piano.
E, infine, c'è la divertente e provocante Cinnamon, con la sua amicizia tutta particolare per il suo bel tenente George Everett (saranno davvero solo ottimi amici?), e anche qui un misterioso passato che sembra tornare, e riflettersi su quel bracciale che porta al polso sin da bambina, ricordo e regalo dell'amato padre.
La realtà è che non esistono 'stranieri'... esistono solo sconosciuti.
Sono storie legate dall'amore, ma anche dal mistero.
Frammenti di vite di giovani ragazze che hanno trovato nel Pillar To Post un luogo dove respirare, forse, anche se i sogni sono molto diversi, a volte forse difficili da raggiungere o, in altre circostanze, aiutati un po' da un pizzico di fortuna.
Storie di mare, di terra, d'amore, ma anche d'assenza.
Perché tutti i personaggi devono un po' fare i conti con queste assenze, che pesano ancora nel cuore.
Non mancano temi importanti come “il diverso”, troppo facilmente disprezzato e accusato, solo per cattiveria o perché non si vogliono aprire gli occhi su un'altra realtà, su un credo e una cultura differenti da quella conosciuta.
Nonostante l'ambientazione e le protagoniste siano prostitute, non c'è mai alcuna volgarità sia nell'uso delle parole, sia nel disegno.
Protagoniste sono donne che cercano di essere libere: libere di amare, di sognare, di scoprire e studiare, di essere semplicemente se stesse, e legate da un rapporto profondo, che le unisce come una famiglia. Sono sempre pronte a venirsi incontro, ad aiutarsi a vicenda, anche se come sempre non mancano alcuni elementi poco intonati, di disturbo, e secondari.
Devo dire che ancora una volta la coppia Radice-Turconi è riuscita a emozionarmi, a farmi viaggiare con la mente, e provare anche io quella sorta di malinconia nei confronti di chi ne Il Porto Proibito avevo amato profondamente, e qui apparentemente manca. Sì. Forse fisicamente alcuni personaggi non ci sono ma, come dicevo all'inizio di questo mio articolo, sembrano ancora lì... come se le loro anime fossero presenti grazie alla musica, e alla poesia. Due aspetti importanti, che donano ancor più bellezza alle parole e alle immagini di questi graphic novel.
Di nuovo mi sento di consigliarvi assolutamente di leggere i lavori di Teresa Radice e Stefano Turconi perché, oltre a essere graficamente belli da vedere e collezionare, riescono a farti vivere splendide emozioni e i personaggi restano facilmente impressi nel cuore.
Fatevi un favore, leggete i loro Graphic Novel.
Interessante è anche la presenza di un piccolo prontuario di abbigliamento maschile e femminile, militare e civile, nell'Inghilterra di inizio XIX secolo, che fa ancor più comprendere il minuzioso lavoro di ricerca che i due autori compiono ogni volta, per presentare al meglio i personaggi e le ambientazioni.