Da quando vivo a Torino i giorni più belli dell'anno, per me, sono quelli del Salone Internazionale del Libro. Li attendo con ansia ed entusiasmo, pur sapendo che ritornerò a casa fisicamente distrutta. Mai come quest'anno, poi! A due giorni dalla conclusione sono ancora focalizzata lì con i pensieri, tra l'Oval e quei padiglioni immensi, dove ho percorso km, sudato tanto per il caldo assurdo, ma anche partecipato a eventi e scambiato qualche parola con persone che hanno acquisito un vero e proprio volto ai miei occhi, non restando solo immagini su un social e parola scritta attraverso le e-mail. Ma, soprattutto, essere circondata da quel mare infinito di libri è sempre una gioia per me, un po' meno per il portafoglio!
Sono stati cinque giorni in cui ho avuto la sensazione di vivere all'interno di una sorta di bolla felice; i pensieri e i problemi della “vita reale” sembrano scomparire, e in quel momento pensi solo a guardare libri, ascoltare autori o editori che parlano di libri, o magari incontrare anche tanti appassionati di questo bellissimo virus che può far solo bene: la lettura.
Certo, le criticità non mancano. Ma... andiamo con ordine.
Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino, ha parlato di Comunità. Ed è questa la prima parola con cui mi sento di concordare per descrivere questo importante evento. È davvero un luogo dove si può incontrare una comunità di lettori, mossi dalla medesima passione, ma è anche una valida opportunità per parlare con chi questi libri li realizza e pubblica, permettendoci così di accedere a mondi della fantasia o della contemporaneità che ci fanno sognare, ma anche riflettere sul mondo e noi stessi.
Quest'anno poi, grazia all'aiuto e alla complicità del mio compagno, abbiamo ideato alcune domande da porre ad alcune Case editrici, in modo particolare alle più piccine, che però secondo noi possono offrire una validissima offerta editoriale, da conoscere e approfondire. Si sa, al SalTo gli stand sono davvero tantissimi, quindi abbiamo fatto una selezione i cui risultati verranno proposti qui sul blog prossimamente. L'intento è quello di far conoscere un po' nuovi editori, non limitandosi soltanto ai più grandi e conosciuti i cui titoli si possono trovare con estrema facilità in libreria. Parlare con alcuni di loro mi ha permesso di andare un po' oltre quello scoglio e quella freddezza dell'e-mail o dei social. È stato bello e sicuramente interessante! Poi chissà, magari il prossimo anno potremmo concentrarci su altre realtà!
Altra parola per definire il SalTo22 è, quindi, anche l'Incontro.
Il Salone del Libro di Torino ha spazi davvero vasti, che quest'anno sono stati anche ampliati. Non è quindi facile incontrarsi, soprattutto se si vuole osservare il più possibile e partecipare a eventi. Eppure è anche un'ottima occasione non solo per mettere a contatto editori (uffici stampa e altri membri della filiale del libro) e lettori, ma anche gli stessi lettori che condividono la medesima passione. Per mia natura e per la voglia di vedere quanto più possibile, non sono interessata a particolari incontri, ma è accaduto di scorgere tra la folla volti che fino ad allora ho notato solo sui social e sono felice di aver conosciuto altre ragazze che, come me, amano leggere e con le quali finora ho avuto modo di parlare solo on-line. Poi c'è chi è riuscito a organizzarsi meglio, chi ha partecipato a eventi anche serali - come le feste degli editori - e chi ha girato tra i vari padiglioni a gruppi, ma ammetto di essere un pochino distante da tutto questo. Non per cattiveria, ma più per natura personale. Sono timida ma anche mossa dal desiderio di libertà, che viene secondo me un po' a mancare se sei in gruppo. Ma questo è il mio pensiero.
Sempre in riferimento all'incontro, la bellezza di questa grandissima fiera del Libro sta sicuramente anche negli Eventi. Soprattutto nel weekend - ma comunque ogni giorno si può trovare qualcosa sulla base dei prossimi interessi - sono tanti gli scrittori, ma anche cantanti e sportivi e altro ancora, che si possono incontrare. Certo, per i grandi eventi sarebbe più opportuno riuscire a prenotare un posto, perché altrimenti si corre il rischio di spendere gran parte del tempo a fare file (e non è detto che si riesca a entrare!). Però ho avuto la fortuna di riuscire a prenotarne alcuni, e vedere e ascoltare di persona autori come Zerocalcare che ha presentato in anteprima il nuovo progetto al quale sta lavorando e che uscirà in autunno per Bao Publishing: si intitolerà “No sleep till Shengal” e racconta del suo viaggio in Iraq del 2021. Quello che amo di lui è l'impegno che ci mette nel raccontare tematiche importanti, e anche forti, ma allo stesso tempo la capacità di farti ridere.
Altro autore è stato Massimo Gramellini, che torna dopo dieci anni con una nuova edizione del suo bestseller “Fai bei sogni” (Longanesi), un libro che serbo nel cuore, perché mi ha aiutata a riflettere in un periodo non felice della mia vita. È stato interessante ascoltarlo e sono felice di aver avuto la possibilità di incontrarlo di persona.
Tra le novità editoriali de La Nave di Teseo spicca sicuramente il libro d'esordio “Domani e per sempre” di Ermal Meta che, nel corso dell'incontro, ha parlato molto non solo della sua famiglia, ma anche della sua terra, l'Albania, e della dittatura che qui c'è stata dalla fine della seconda guerra mondiale agli inizi degli anni '90 circa. Apprezzo Ermal Meta come cantautore ma, dalla prima volta che ha accennato alla scrittura di un suo eventuale libro, ho sempre desiderato acquistarlo se avesse avuto tutti gli elementi per piacermi: e sì, decisamente li ha! Vedremo se riuscirà a conquistarmi.
Ho poi partecipato ad altre quattro presentazioni.
Moscabianca edizioni, una realtà editoriale di cui conosco veramente poco, ci ha permesso di scoprire due volumi molto interessanti, grazie anche alle parole dei rispettivi traduttori: da un lato “Monstrorum historia” di Ulisse Aldrovandi, a cura di Lorenzo Peka, un trattato universale sui mostri e i prodigi della natura, arricchito da più di cento illustrazioni originali dell'epoca rinascimentale. Interessante la riflessione sul concetto di mostro, collegato al confine teso a definire il conosciuto e il non conosciuto. Dall'altro lato un volume incantevole ai miei occhi, da amante del piccolo popolo: “La faglia delle fate”, di Iris Compiet, illustratrice olandese, tradotto da Lucrezia Pei, un libro illustrato con all'interno quasi un centinaio di creature. Uomini verdi, draghi, streghe, fate, creature caprine o che richiamano uccelli, sirene lontane dalla tradizione, creature fatate al confine tra animali, vegetali e minerali, che si evolvono per sfuggire dai predatori (soprattutto dall'uomo). Un libro che non può non colpire sin dalla bellissima copertina.
Ho poi assistito all'interessante incontro con Giorgio Ieranò che ha parlato del suo libro “Elena e Penelope” (Einaudi), di cui ho scritto sia su Let's Book sia sulla mia pagina Instagram. Pur conoscendo il tema trattato, è stato molto entusiasmante ascoltare tutto direttamente dalle parole dell'autore.
Per quanto riguarda la mia amata ABEditore, quest'anno sono riuscita a prendere parte all'incontro con Laura Bartoli e Antonella Castello, per scoprire alcune curiosità della Londra al tempo di Charles Dickens, e spingervi così a “guardare i luoghi con la lente giusta”. Per la casa editrice Laura Bartoli ha curato due volumi sulle lettere di Charles Dickens che potete recuperare sul loro sito.
Gli ultimi due eventi li ho dedicati a due dei volumi candidati al Premio Strega Europeo: da un lato “Euforia. Un romanzo su Sylvia Plath”, di Elin Cullhed, pubblicato da Mondadori, che vuole raccontare l'ultimo anno di vita della poetessa americana; dall'altro lato “Punto di Fuga” di Mikhail Shishkin, edito da 21Lettere, e vincitore del premio citato, insieme a “Primo sangue” di Amélie Nothomb (Voland). Il lavoro di Shishkin è un romanzo epistolare sui misteri della vita e sull'accettazione della morte. Devo ancora leggerlo, ma l'autore russo con le sue parole - anche sulla guerra in Ucraina e la situazione in Russia - mi ha decisamente colpito e spinta ad acquistarlo. Sono davvero felice per questa vittoria, anche perché sto conoscendo la casa editrice 21Lettere e apprezzo molto il loro lavoro!
L'unico enorme dispiacere è stato non poter partecipare ai due incontri con Dacia Maraini, ma spero che stia meglio.
Soffermandomi sugli stand, invece, non ho trovato queste grandi novità se devo essere sincera. Se ci fosse, però, un premio per il migliore, sicuramente va al Bosco degli scrittori di Aboca Edizioni, un'oasi di verde, colori e profumi, ma anche fresco e di respiro in mezzo a tanto caos. Qui, oltre ai libri della casa editrice, si sono svolti numerosi eventi. Ma è stato davvero piacevole trascorrere anche pochi minuti in mezzo al verde, a quegli alberi e pianti veri, che permettono realmente di riprendere fiato davanti ai tanti km percorsi e con tutto quel caldo!
E poi non posso non citare anche quest'anno, lo stand de L'Ippocampo, che riesce a stupire con una versione sempre nuova, questa volta portandoci un po' in Giappone!
Posso immaginare i costi, le difficoltà, e tutto, ma ammetto che mi piacerebbe molto vedere qualcosa di nuovo. Anche se non ci sono state grandi novità, però, mi vengono in mente due altri stand che sicuramente si distinguono e risultano facilmente riconoscibili anche per i temi dei loro progetti editoriali: Prehistorica Editore, che ci porta con sé in Francia, ma anche ABEditore, con i loro tanti libri pieni di racconti sul genere horror, gotico e classici. Tra quelli per bambini, mi ha colpito molto Gallucci Editore.
Invece, continuano a non piacermi quelli dei grandi gruppi editoriali: sembrano sempre delle grandi librerie che possiamo trovare facilmente ovunque. Ma del resto, lo spirito che mi guida al Salone del Libro è quello di scoperta verso quei titoli che non sono facili da trovare altrove.
Come per tutti gli eventi, secondo me, ci sono anche delle criticità. Se da un lato sono molto contenta del successo ottenuto per quest'edizione (168.732 persone presenti!), dall'altro lato secondo me l'organizzazione non è stata del tutto ottimale. Ora non so bene da chi dipendano certe cose, ma oltre ad attirare un gran numero di persone, bisognerebbe consentire loro di vivere al meglio l'esperienza.
Anche la situazione agli ingressi, secondo me, ha presentato dei piccoli problemi. Sono felicissima di tornare alla vita, ma credo anche che la pandemia non sia del tutto finita, e quindi, chiedere di non entrare con l'amuchina mi ha lasciata veramente senza parole, come le file non sempre gestite al meglio (ma quello dipende anche dalle persone e dal rispetto, si sa).
Ultima riflessione, giuro: trovo un po' triste questo divario tra grandi gruppi editoriali, quasi tutti concentrati all'Oval, e piccole realtà sparse soprattutto nei vari padiglioni. Sarebbe forse più bello collegare tutti, permettendo anche a chi conosce solo certi nomi, e ha poco tempo, di vagare e scoprirne meglio altri.
- Indossate scarpe comode, perché c'è da camminare tanto! Ho visto persone con i tacchi (anche a spillo) e stavo male per loro.
- Se potete, portate dei panini da casa. Se non volete fare file infinite per mangiare - visto che già ci saranno per il bagno e gli eventi - e non spendere troppo, è il modo migliore per risparmiare tempo e soldi (i prezzi poi sono alti e non sempre legati alla qualità).
- Se riuscite, prenotate i grandi eventi sul sito. Altrimenti dovrete mettervi in coda diverso tempo prima. Almeno mezz'ora se non di più (ho sentito anche parlare di più ore...).
- Se potete stare solo un giorno, magari preparate un programma in anticipo. Difficile vedere tutto con calma, ma qualche evento ci può anche stare.
- Sabato e domenica sono i giorni più affollati e con più eventi. Giovedì e Lunedì quelli più tranquilli, e nell'ultimo giorno ci possono essere anche sconti. Quindi valutate bene quale sia il giorno più adatto a voi.
- Mio consiglio personale: amo molto anche io i libri dei grandi gruppi editoriali, ma i loro volumi si trovano tranquillamente in libreria... Quindi, se potete, soffermatevi di più tra i medio-piccoli. Potrete trovare testi davvero preziosi e persone capaci di contagiarvi con la loro passione!
Spero di non avervi annoiato con la mia esperienza, ma anzi, che sia stata utile in qualche modo!
A presto, con altre novità.