Il mio viaggio nel teatro di William Shakespeare prosegue e sono felice ogni volta che vedo qualcuno unirsi alla lettura delle sue opere. No, non sarò mai un'esperta della sua scrittura, ma mi piace leggerlo e approfondire tutto con dei testi di chi lo conosce più di me e lo ha studiato in maniera più accurata. Io resto solo una spettatrice che vuole scoprire i suoi lavori, andando oltre la mera superficie.
A gennaio ho letto l'ultima delle cosiddette Commedie Romantiche: La dodicesima notte (o quel che volete), e mi è piaciuta molto, seppur mi abbia ricordato diverse altre opere. Eppure, è proprio questo che adoro: nel momento in cui decidi di leggere tutto quel che ha scritto un Autore, ti accorgi, pian piano di quei dettagli in comune, di quei personaggi che forse si ripetono con sfumature simili, di quei temi che vengono toccati in più di un'occasione. Ed è molto interessante!
Fonti
- Gl'Ingannati, scritta collettivamente dall'Accademia degli Intronati, rappresentata per la prima volta a Siena nel 1531
- Apolonius and Silla, racconto di Barnabe Riche derivato da una novella del Bandello, tradotta da Belleforest nelle Histoires Tragiques
- Ma, come dicevo, Shakespeare ha attinto anche dalle sue stesse commedie.
Pensieri sull'Opera
Se di musica vive amore, ancora
musica, e tanta, che sfamato e sazio
il desiderio se ne ammali e muoia. - Orsino, Atto I scena I
Siamo in Illiria, regione corrispondente alla parte occidentale della penisola balcanica che Shakespeare però rappresenta come un'ambientazione esotica, immaginaria, di pura fantasia, al di fuori del tempo e dello spazio, e qui, troviamo il Duca Orsino che si strugge d'amore per la nobile Olivia, che ama ma da lei non è corrisposto. Olivia, infatti, a seguito della morte del fratello, ha deciso di indossare il lutto per almeno sette anni, e non vuole concedersi a nessun uomo.
In questa terra, a seguito di un naufragio, giunge Viola. La ragazza teme di aver perso per sempre suo fratello gemello Sebastiano. Informata sul luogo e su quel che accade tra Orsino e Olivia, Viola decide di travestirsi da uomo - Cesario - e di accedere alla corte del Duca. Di quest'uomo ben presto s'innamora, ma dovrà fungere da intermediario presso Olivia, per conquistare il suo cuore, proprio per la persona che lei stessa ama.
Infelice me, che oso
cercare un'altra a chi vorrei mio sposo.
Viola, Atto I scena IV
Quando Olivia incontra Cesario (Viola), è mossa da nuovi sentimenti, che la spingono a rinunciare al suo intento di tenere lontani gli uomini da sé.
Nel frattempo, in Illiria giunge anche Sebastiano, in compagnia di Antonio, che sembra nutrire per il giovane un forte attaccamento.
Ora, Sebastiano e Viola sono gemelli, quindi lascio a voi intuire i tanti fraintendimenti ed equivoci che si scateneranno nelle due corti!
Come sovente accade, però, accanto alla trama principale se ne sviluppa una secondaria. Qui i protagonisti sono diversi personaggi facenti parte della corte di Olivia: tra i tanti, spiccano in particolare Sir Toby Belch, zio della donna, Maria, sua cameriera, Feste il Buffone, e il maggiordomo Malvolio.
Il sub-plot si concentra proprio su quest'ultimo, che subisce la beffa, fin troppo crudele, degli altri personaggi. Sir Toby, Maria, Feste e altri si prendono gioco dell'arrogante puritano, facendogli credere che Olivia - di cui anche lui è invaghito - provi qualcosa per lui, ma lo invita a comportarsi in un certo modo e a indossare abiti alquanto discutibili. L'inganno, il divertimento, però, assumono un tono un po' amaro nell'ultimo atto. E Malvolio non accetta di rimanere nella festa finale, andando via, e meditando vendetta.
Le Commedie Romantiche erano tese a divertire il pubblico, giocando con esso, e facendolo partecipare al 'gioco della vita'. Non erano tanto lezioni o ammonimenti, quanto divertimenti: Shakespeare cercava di offrire al pubblico 'quel che vuole'.
Sempre in relazione al titolo dell'opera, la Dodicesima Notte fa riferimento all'Epifania: dodici giorni dopo Natale, l'ultima notte di festeggiamenti, in cui si poteva bere oltre i limiti, dedicarsi all'amore, agli scambi di coppia e di genere. Ed è questo, in effetti, quel che accade in quest'opera.
La festa della Dodicesima notte era una sorta di carnevale, durante il quale veniva eletto il King of Misrule, un sovrano alla rovescia che imponeva le sue leggi, sovvertendo regole e comportamenti (avete presente la Festa dei Folli in Notre Dame de Paris?).
Quest'opera fu probabilmente commissionata per essere portata in scena durante le celebrazioni della dodicesima notte, appunto, tenute dalla Regina Elisabetta I il 6 gennaio 1601, e che vedevano anche la presenza del Duca di Bracciano, Orsino. Resta comunque solo un'ipotesi.
Accanto ai divertimenti, ai giochi e agli scherzi, all'amore e ai travestimenti, la punizione di Malvolio, diventa una sorta di mezzo per punire la mentalità puritana dell'epoca: c'era, infatti, un'avversione della borghesia puritana londinese nei confronti del teatro.
Ma perché dicevo che Shakespeare ha preso ispirazione anche dalle sue stesse commedie? Perché tanti sono i personaggi, i temi, e gli aspetti che ricordano altri suoi lavori.
- Il naufragio e la presenza di gemelli che creano un vero e proprio caos, fa subito pensare a La Commedia degli Errori.
- Viola che si traveste da uomo, divenendo Cesario, ricorda moltissimo Rosalinda (Come vi piace) che assume le sembianze del giovane Ganimede, ma anche Porzia nelle vesti del giovane avvocato Baldassarre.
- Il personaggio di Antonio ricorda molto l'Antonio de Il Mercante di Venezia. Entrambi sembrano molto legati a Sebastiano e Bassanio. La malinconia d'amore di Antonio (ne il Mercante di Venezia), però, può essere legata al medesimo sentimento per cui si strugge il nobile Orsino.
- Tuttavia, ci ho visto anche un po' di Romeo nel Duca Orsino: entrambi, almeno inizialmente, innamorati dell'idea dell'Amore, e pervasi da una profonda malinconia.
- Malvolio, anche se con sfumature molto diverse, può essere associato il malinconico Jacques (Come vi piace) Per motivi diversi, entrambi, sul finale, scelgono di rimanere fuori dalla festa.
- E che dire di Sir Toby Belch e Maria? Leggendo i loro comportamenti, le loro descrizioni, viene subito da pensare ad altri personaggi: Sir Toby, con il suo amore per i bagordi, l'alcool e le donne, può essere visto come una replica in formato ridotto del ben più conosciuto Falstaff (Le allegre comari di Windsor); Maria, invece, può essere associata a Mrs Quickly, ma con un pizzico di arguzia in più.
Interessante è anche il personaggio del buffone, Feste, che se da un lato si unisce ai bagordi e alla beffa nei confronti dello scontroso Malvolio, dall'altro con le sue battute mette a nudo le debolezze e i difetti dei protagonisti e così dell'animo umano. Ancora una volta la Follia viene connessa alla Saggezza. A lui sono affidate le canzoni presenti nell'opera, che sul finale cedono un po' a una sorta di malinconia.
La pazzia, signore, gira attorno per il mondo come il sole, e raggia un po' dappertutto.
- Buffone, Atto III Scena I
Una commedia che mette in scena l'amore, nelle sue diverse sfumature; ma anche gli scambi di genere e identità. All'epoca di Shakespeare le donne non potevano recitare: quindi provate a immaginare Viola, portata in scena da un ragazzo, che si traveste da uomo, ma in verità è donna. Un'ambiguità che sconcerta e confonde, ma che contribuisce sicuramente ad aumentare il divertimento del pubblico. Tra le righe, però, non assistiamo solo all'amore eterosessuale. Il duca Orsino si affeziona subito a quel ragazzo che ha le fattezze molto femminili, e così Olivia s'innamora di lui, non sapendo di essere di fronte a una lei. Un'ambiguità su cui ci si sofferma parecchio. Evidente è, invece, l'amore o comunque il profondo affetto che Antonio prova per Sebastiano.
Una curiosità, per concludere. C'è un film che amo particolarmente e che, in passato, mi aveva portata a voler conoscere questa commedia: Shakespeare in Love!
Qui, troviamo un William Shakespeare alle prese con la realizzazione di Romeo e Giulietta e, mentre sta cercando il giusto Romeo, ecco che sale sul palco la nobile Viola, travestita da uomo. Tra i due sboccia l'amore, un amore che però è ostacolato. Perché Viola deve sposare un altro. Alla fine del film, la Regina Elisabetta I, dopo aver adorato la tragedia dei due amanti di Verona, invita il Bardo a scrivere una commedia: ed ecco che, Shakespeare pensa a La Dodicesima Notte, con una protagonista speciale: Viola. Una donna che recita per amore la parte di un uomo. Se non lo avete già visto, vi invito a farlo. A me è piaciuto moltissimo!
Ho letto l’opera nella traduzione di Orazio Costa Giovangigli contenuta nel volume “Shakespeare Le Commedie Romantiche” curata da Giorgio Melchiori e pubblicata nei Meridiani Mondadori.
Titoli da cui ho tratto altre informazioni e riflessioni:
- Shakespeare. Genesi e Struttura delle opere, di Giorgio Melchiori (Edizioni Laterza)
- Shakespeare Opere complete, pubblicato da Garzanti, nella prefazione di Carlo Alberto Corsi.
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