Nel mio percorso di conoscenza della Storia e della Memoria della Shoah (e non solo), quest'anno ho deciso di spingermi un po' oltre, andando a recuperare qualche testo riservato ai più piccoli, ma che può sicuramente colpire anche gli adulti. Durante le mie ricerche mi sono imbattuta, in particolare, in tre titoli che mi hanno molto colpita in primo luogo per le bellissime illustrazioni. Ma anche le storie, poi, si sono rivelate commoventi e adatte, a mio modesto avviso, a narrare una delle più tragiche pagine di Storia anche ai bambini.
Sono convinta che iniziare a far conoscere certi temi sin dall'infanzia sia molto importante: i bambini con la loro sensibilità possono ascoltare, far sedimentare certe storie dentro di sé, porre domande e formarsi. Sì, i primi piccoli passi per crescere con empatia e conoscenza, rispetto e ricordo. Almeno questo è il mio parere.
Oggi vi presento, quindi, tre titoli che ho davvero molto apprezzato.
Auschwitz. Francesco Guccini, illustrato da Serena Viola
« Io chiedo quando sarà
Che l’uomo potrà imparare
A vivere senza ammazzare »
Musica e illustrazioni.
Parole e contrasti di colore.
Frasi, pensieri, voci che purtroppo continuano a essere tristemente attuali.
Il bellissimo brano di Francesco Guccini “prende vita” attraverso le illustrazioni ad acquarello di Serena Viola.
Auschwitz. Un nome che incute sentimenti fortemente negativi. Rabbia, paura, tristezza, orrore.
E la voce di un bambino, ormai nel vento, passato per il camino, morto con altri cento, in un freddo giorno d'inverno.
E poi, un'altra voce che si chiede come un uomo possa uccidere un suo fratello, quando potrà imparare a vivere senza ammazzare, quando si placherà la sete di sangue della belva umana.
Le frasi del brano di Guccini scorrono tra le pagine, e vivono attraverso i colori.
C'è un contrasto evidente: da un lato i toni accesi e colorati della vita, che vengono ben presto divorati dal buio, dalle tenebre, da quel nero dell'orrore, della guerra, della belva umana che non è mai contenta, che vuole ancora sangue. Che divora ogni cosa.
Sono tocchi di colore, pennellate non ben definite, che però raggiungono perfettamente il messaggio, accompagnato da quel vento che non sembra avere pace, se non in un finale in cui si vede un barlume di speranza. Forse.
«Auschwitz» è un albo illustrato che lascia il segno e che, sebbene lo stile pittorico usato non riscontri totalmente i miei gusti, ho trovato davvero interessante.
[Edizioni Lapis | p. 32 | Gennaio 2020 | 14,50 euro | dai 7 anni | ♥♥♥.75 | Acquistalo su Amazon]
Come ali di gabbiano, di Lorenza Farina, con illustrazioni di Anna Pedron
Vola, non avere paura. Vola in alto come un gabbiano.
Vola per sempre, caro diario!
In questo albo illustrato protagonisti sono Anne Frank e il suo prezioso diario. La voce di Anne risuona tra queste pagine, brevi frasi in cui Lorenza Farina lascia trasparire non solo la storia della ragazza, ma anche il profondo amore per quel regalo ricevuto al suo tredicesimo compleanno, poco prima di nascondersi nell'Alloggio segreto. Pagine bianche in cui l'adolescente riversa tutti i suoi pensieri, le sensazioni provate durante quel periodo di incertezza, di paura, ma anche di crescita. I suoi sogni, i suoi ideali, i suoi sentimenti, le difficoltà anche nel non riuscire a essere compresa dagli adulti. E quel diario, quando verranno traditi e scoperti, apparirà al suo sguardo come una sorta di gabbiano che vola libero e leggero nei cieli d'Olanda, capace di trasportare il suo messaggio fino a noi. Una voce che risuona ancora oggi.
Le illustrazioni di Anna Pedron hanno un qualcosa di estremamente delicato. Disegni che ben rappresentano le parole dell'autrice, l'immagine di Anne e del suo diario, i sogni e la gabbia, ma anche l'orrore dei nazisti e la speranza racchiusa in pagine in volo e il sorriso di un bambino, magari pronto a raccogliere quel suo meraviglioso messaggio. Io ne sono rimasta incantata.
[Paoline Editoriale | p. 40 | Dicembre 2019 | 13 euro | dagli 8 anni | ♥♥♥♥ | Acquistalo su Amazon ]
Il volo di Sara, di Lorenza Farina, illustrato da Sonia Maria Luce Possentini
Fu allora che decisi che non l'avrei mai lasciata sola. Sarei stato io a farle da madre e da padre, sarei stato io la sua voce.
La storia è narrata dal punto di vista di un pettirosso che si trova a osservare la scena di alcuni deportati in un campo di concentramento. Tra la moltitudine di persone, spicca in particolare una bambina di pochi anni, dai grandi occhi su un viso minuto, e con un grazioso nastrino azzurro a legare i suoi capelli scuri. Ma ben presto la piccola si ritrova a vivere con i propri occhi tutto l'orrore del luogo: strappata dalle braccia di sua madre, le vengono tagliati i capelli, ed è costretta a indossare un triste abito uguale a tutti gli altri, per poi essere rinchiusa in una tetra baracca insieme ad altri bimbi infreddoliti. A rischiarare la sua esistenza è proprio quel piccolo uccellino, che si prende cura di lei, con il suo dolce canto. È la storia di una tenera amicizia, di una bambina che sogna di volare via, lontano da quel luogo di morte, e di un battito d'ali finale che commuove. Un racconto che mi ha emotivamente coinvolta, con illustrazioni meravigliose. Sono pochi i colori che risaltano tra il bianco della neve, e l'oscurità: il pettirosso, il nastro azzurro, la stella gialla. Un albo illustrato - da da Sonia Maria Luce Possentini - poetico ma allo stesso tempo intenso e commovente. Un primo piccolo passo per far comprendere anche ai più piccini quello che è stato, spingendoli forse a fare ulteriori domande, per comprendere.
[Fatatrac | p. 32 | Gennaio 2022 | 14,90 euro | dai 6 anni | ♥♥♥♥.5 | Acquistalo su Amazon]
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